Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Hinweis: Ihre bisherige Sitzung ist abgelaufen. Sie arbeiten in einer neuen Sitzung weiter.
Metadaten

Archivio storico dell'arte — 7.1894

DOI Heft:
Fasc. I
DOI Artikel:
Malaguzzi Valeri, Francesco: La collezione delle miniature nell'Archivio di Stato di Bologna
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.19206#0048
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
12

FRANCESCO MALAGUZZI VALERI

Solo verso la fine di questo secolo la miniatura bolognese perde gran parte delle
vecchie forme con tanta insistenza ripetute fino allora. Dopo l'arrivo di parecchi artisti
ferraresi che vi apportarono nuova luce, Bologna sembra scuotersi dal suo letargo. Un ar-
dore nuovo del bello invade i cittadini di rifare e ornare di eleganti terrecotte monumenti
e palazzi, le chiese vanno coprendo le loro facciate di fine sculture in arenaria e di cotto,
e le stesse arti minori incominciano a produrre opere improntate al gusto del rinascimento
invadente. Anche la miniatura risente quindi dei nuovi tempi, e mentre s'incammina verso
la sua fine, va sempre più migliorando.

* *

Ma se l'ultimo periodo è il migliore non è però altrettanto facile stabilire un giusto
distacco tra l'opera dei miniatori appartenenti alla scuola locale, e quella dei molti del
di fuori venuti qui ad esercitarvi l'arte loro. I codici del periodo d'oro della miniatura
conservati oggi in Bologna sono molti e parecchi splendidi. Ricorderemo alcuni dei
ricchi corali di San Petronio eseguiti sullo scorcio del quattrocento da Martino di Giorgio
da Modena, Mro Pasqualigo, Bernardino da Siena, Bartolomeo del Tintore, Taddeo Crivelli
e Domenico Pagliarolo, 1 altri corali della raccolta del Museo Civico eseguiti da Giacomo
Filippo, canonico di San Salvatore di Bologna, altri codici dell'Archivio di Stato, dei quali
parleremo, ecc. I miniatori che lavorarono in Bologna sulla fine del xv, e ne' primi anni
del successivo secolo sono numerosi. I documenti ci ricordano i nomi di Cristoforo di Cor-
tesio da Venezia, Nicolò di Marescotto della cappella di Sant'Andrea, Giovanni di Cristoforo,
Antonio di Giacomo degli Arienti, i Maineri, Giacomo di Antonio, 2 Gherardo Ghisilieri
che passò al servizio della corte di Ferrara, 3 Girolamo e Domenico Pagliarolo forse suo
padre. Quest'ultimo è ricordato nei registri del convento di San Proculo pel 1471, per mi-
niatura di un salterio da coro eseguito per 10 ducati e negli stessi registri un P. Mauro
da Pavia e Taddeo Crivelli ferrarese, che in unione al ricordato Pagliarolo miniava un
graduale rappresentandovi tre storie di Santo Stefano, San Giovanni e gl' Innocenti. 4
Riaorderemo inoltre Piero della Lobbia, Andalò, Lodovico di Bartolomeo da Modena, abi-
tante in Bologna sotto la cappella di Santa Margherita, fra Bartolomeo domenicano che
miniava i libri del suo convento, Antonio, Soave, Ottolino, Tomaso, 5 Bernardo di Niccolò
di Allemagna venuto ad abitare in Bologna colla famiglia, 6 Bartolomeo da Bologna, Santa
Caterina Vigri (n. 1413, m. 1463), Battista e Pasqualino bolognesi, 7 un Mro Cristoforo che
miniava et livero del incitino per la compagnia di Gesù Cristo in Bologna, ecc. 8

Dopo i primi anni del cinquecento, quando ormai quest'arte gentile s'incammina verso
la decadenza, sono ricordati Giovanni Neri, un Mr0 Domenico, un Dalmiano, 9 Giambat-
tista Cavalletti che lasciò lavori, quali alcuni codici ora nella raccolta del Museo Civico
e altri. Nei registri del convento di San Michele in Bosco trovo finalmente i nomi di
frate Stefano da Bologna, Giovanni Battista da Imola che nel 1521 lavorava pel coro e

1 IL Dallari, I Rottili dei lettori Uggisti e artisti
dello Studio bolognese, Bologna, Merlani, 1891, vo-
lume III, p. I.

2 Arch. di Stato di Bologna. Coni. Atti giudiziari.
5 Campori, I miniatori degli Estensi.

4 Arch. cit. Demaniale 258/5476. Libro di me-
morie del convento di San Proculo.

5 U. Dallari, op. cit.

6 Arch. cit. Coni. Denunzie dei forestieri, 1475 in
avanti. Il fatto che parecchi miniatori tedeschi ven-
nero ad abitare in quella fine di secolo in Italia
potrebbe spiegare in parte la cagione del buon nu-

mero di codici di quell'arte che rimane da noi. Nei
registri di spese della fabbrica di San Geminiano
in Modena, presso l'Archivio capitolare, sono ap-
punto ricordati nel 1473 un Mro Francesco di Alle-
magna, nel 1475 un Ciorgio d'Allemagna che mi-
niava corali coli' imagine di San Geminiano in
unione a un Mro Martino che miniò più libri da
coro, nel 1478 Bianchi Ferrari, ecc.

7 Zani, Enciclopedia pittorica, voi. 4, p. I.

8 Arch. cit. Demaniale 8/6647. Compagnia di Gr. C.

9 Arch. cit. Coni. Doc. giudiziari, 1518-1522.
 
Annotationen