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Archivio storico dell'arte — 7.1894

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Fasc. I
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Frizzoni, Gustavo: Capolavori nuovamente illustrati: (i disegni delle teste degli Apostoli nel Cenacolo di Leonardo Da Vinci)
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https://doi.org/10.11588/diglit.19206#0082

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CAPOLAVORI NUOVAMENTE ILLUSTRATI 45

ogni modo non le possedette; nella raccolta del re dei Paesi Bassi, per compiere la serie,
erano rappresentate da due copie dell'affresco in matita colorata.

u Per quanto concerne la testa di N. S., la Galleria di Brera ne possiede una bensì, a
matita nera e rossa, disegnata in iscala minore, ma è tanto danneggiata, da non potervisi
altrimenti ravvisare la mano di Leonardo nello stato in cui si trova.

" Stando alla tradizione sarebbe stata appunto la testa del Redentore quella che avrebbe
mandato a lungo l'esecuzione dell'affresco, non riescendo Leonardo a contentarsene, finché
v'avrebbe posto termine con sollecitudine in seguito ad istanze a lui fatte ripetutamente.
Ammessa per vera una simile versione, s'intenderebbe perchè forse non sia sussistito mai
uno studio preparatorio così elaborato per la testa del Cristo, come sono quelli per gli
apostoli ; in allora si potrebbe congetturare che quello di Brera fosse lo stesso che il Lomazzo
dice avere veduto e che a ragione avrebbe indicato per opera di Leonardo. „

Fin qui il dottor Ruland, la cui competenza, sia per la sua cultura generale, sia per
la circostanza della lunga dimestichezza coi fogli di Weimar a lui concessa, aggiunge
autorità al suo giudizio. Ma poi che per un altro verso questa circostanza medesima
potrebbe far nascere il sospetto di una prevenzione in favore della tesi assunta per parte
del sullodato illustratore dell'opera d'arte, sarà interessante d'ora in poi il constatare se
altri giudici autorevoli, chiamati ad interpretare la natura eletta del Vinci si accorderanno
con lui nell'argomento dato.

Per questo ci piacerebbe rivolgerci ad un critico qual' è, per esempio, il dottor Jean
Paul Richter, l'autore dell'opera importante, dal titolo: " The literary Works of Lionardo
da Vinci, „ pubblicata a Londra nel 1883. Egli che alla innata finezza d' intuizione accoppia
una conoscenza estesissima del prezioso materiale artistico spettante a Leonardo, dovrebbe
trovarsi fornito di sicuri requisiti per portare un equo giudizio. Non ci parrebbe improbabile,
a vero dire, eh' egli avesse qualche riserva da fare, qualche obbiezione da contrapporre alle
osservazioni del dottor Ruland. Fra altro potrebbe darsi, ch'egli avesse a muovergli i
quesiti seguenti : Le teste degli apostoli, di Weimar, sono esse realmente quelle accennate
dal Lomazzo, e quando pure lo fossero, rimane escluso interamente il dubbio che lo scrit-
tore, per quanto di tempo remoto, ma non per questo attendibile in modo assoluto rispetto a
perspicacia critica, avesse potuto credere del maestro dei disegni d'altra mano? E stringente
l'argomento delle titubanze che si scorgono nei contorni dei disegni, dei pentimenti che
vi appariscono di frequente, per dedurne che non possono rinvenirsi se non in istudi ori-
ginali del maestro, o non è ammissibile che anche chi si fosse applicato a ricavare dei
particolari da un esteso originale, posto a una certa distanza dall'occhio, si trovasse natu-
ralmente nel caso di tentare prove e riprove per riescire ad uniformarsi meglio all'esem-
plare? D'altra parte se l'artista non è un copista materiale e pedissequo, qual meraviglia
che all'occorrenza si sia talvolta scostato quasi inconsciamente dal suo prototipo, aggiun-
gendo del suo qua e là nell' interpretazione di un dato oggetto ?

Quanto al sospetto suscitato dalla circostanza, che l'autore dei disegni abbia aggiunto
sopra parecchi fogli certe parti spettanti a figure di un foglio attiguo, potrebbe darsi che
non tutte le persone competenti avessero a trovarlo così infondato come lo ritiene il
signor Ruland. Poiché egli ammette, com' è ragionevole, che la serie dei disegni di che si
ragiona non vuol essere considerata come parte di un cartone propriamente detto, da essere
riportato sul dipinto, non si saprebbe perchè il disegnatore stesso avrebbe avuto bisogno
di ripetere certe teste e di disegnare certe mani sporgenti sulla figura di un vicino, là
dove la cosa riesce abbastanza naturale per parte di chi avesse ricavato dal dipinto quanto
gli si presentava in un dato campo rispondente a un dato foglio. In proposito si osservi
quanto si verifica nei due fogli riprodotti nella tavola unita (fìg. la e 2a).

Ma v'ha di più. Studiando i fogli di Weimar propriamente nel locale dell'antico refet-
torio di Santa Maria delle Grazie in presenza dell'opera eseguita dal maestro e delle
repliche degli scolari, l'intelligente avrebbe occasione di confrontare i disegni noti coll'una
 
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