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Archivio storico dell'arte — 7.1894

DOI issue:
Fasc. I
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Ulmann, Hermann: Il modello del Verrocchio per il rilievo del dossale d'argento
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https://doi.org/10.11588/diglit.19206#0090

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IL MODELLO DEL VERROCCHIO PER IL RILIEVO NEL DOSSALE D'ARGENTO 51

Madonna in rilievo, della quale esistono parecchi esemplari, nel Museo di Santa Maria Nuova
in Firenze.

A questi lavori che già si conoscono e che per la massima parte furono restituiti al
Verrocchio dal Bodo, ci sia permesso di aggiungerne qui uno finora sconosciuto, il quale
non solo è superiore ad ogni dubbio, perchè sta in relazione diretta con un' opera certa
del maestro, ma anche per l'eccellente esecuzione e per l'ottima conservazione merita di
avere uno dei primi posti fra i lavori autentici dello stesso genere. E questo il modello in
terra cotta del rilievo rappresentante la Decollazione di San Giovanni Battista, sull'altare d'ar-
gento proveniente dal San Giovarmi Battista e conservato nell'Opera del duomo di Firenze,
modello posseduto dal signor A. de Eperjesy, consigliere all'ambasciata d'Austria-Ungheria
in Roma. Mentre finora non si conoscevano che i piccoli modelli di due figure di questo
rilievo eseguito dal Verrocchio nel 1478 al 1480, cioè quelli posseduti dal barone Adolfo
Rothschild in Parigi e rappresentanti l'uno il paggio che guarda atterrito la scena, l'altro
il guerriero che afferra la mazza; qui invece vediamo il modello di tutto il rilievo, nella
proporzione di 32 centimetri di altezza e 39 centimetri di larghezza. La liberalità del pos-
sessore ci permette di dare una fototipia del suo tesoro.

Che si tratti di un modello plasmato dal Verrocchio per essere eseguito in argento,
e non già di uno schizzo preparatorio, è dimostrato dalla finitezza con cui sono espressi
fino i più piccoli particolari, come gli ornamenti delle armature e i ricci dei capelli. Ma
ciò che conferisce a questo modello un valore speciale è la differente posizione e il vario
atteggiamento di alcune singole figure, che, nel riprodurre il rilievo in argento, furono
riprodotte con qualche variazione e in parte anche imperfettamente. Per esempio, nel mo-
dello, la posizione del paggio che tiene il bacile è più naturale e più libera che nel rilievo,
in cui il corpo del giovanetto è duramente girato intorno al proprio asse; l'atteggiamento
del Battista col capo chinato profondamente sulle mani abbassate, esprime in modo più
commovente la santa rassegnazione con cui il santo attende il colpo mortale; così pure
l'espressione momentanea del raccapriccio e dell'orrore nei due guerrieri che fan da spet-
tatori nel fondo è resa con maggior vivacità nel modello che nel rilievo. E mentre in
quello la schiena e le gambe del carnefice sono ben modellate e in ogni tocco della stecca
sull'argilla si vede la mano provetta del maestro, in questo invece la stessa figura somiglia
piuttosto ad uno scheletro coperto della pelle, il cui piede sinistro si libri nell'aria, mentre
nel modello è saldamente piantato a terra. Il braccio destro del guerriero, che nel modello
è reso giustamente di scorcio, in modo che si vede solo la mano che afferra la mazza,
nel rilievo è riuscito troppo lungo e sembra quasi spezzato; e così pure è diversa la posi-
zione del cavaliere che sta all'estremità del rilievo.

Da queste differenze fra il modello e il lavoro come fu eseguito si vede inoltre che
quello non può nemmeno essere una copia dal rilievo stesso. Basta confrontare la testa
ricciuta del paggio col Davide di Firenze, e la schiena del carnefice con quella del gio-
vinetto dormente in Berlino, per vedere come il Verrocchio sia indubbiamente l'autore del
modello di cui ci occupiamo. Del resto il Vasari nomina espressamente i modelli che Verroc-
chio ha fatto per i rilievi in argento sull'altare di San Giovanni. Ora appunto, a propo-
sito del Verrocchio, del quale il Bode espose con tanto successo, non senza però esser viva-
cemente contraddetto da alcuni, la parte straordinaria eh' ebbe nello sviluppo dell' arte
fiorentina del suo tempo, non è senza importanza l'aggiungere un nuovo lavoro all'elenco
delle sue opere riconosciute autentiche. E speriamo anche che ci sia dato fra breve di ri-
produrre e di aggiungere all'elenco stesso un' altra opera, pure conservata a Roma, non
citata nell'artistica letteratura, meravigliosa per il sentimento e la fattura: cioè il busto
in terra cotta, grande al naturale, di un San Giovannino, esistente nella splendida colle-
zione del conte Stroganoff a Eoma.

Hermann Ulmann.
 
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