Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Hinweis: Ihre bisherige Sitzung ist abgelaufen. Sie arbeiten in einer neuen Sitzung weiter.
Metadaten

Archivio storico dell'arte — 7.1894

DOI Heft:
Fasc. II
DOI Artikel:
Anselmi, Anselmo: Due nuovi pittori cinquecentisti: pergentile e venanzo da camerino
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.19206#0112

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
72

in proposito, mentre (piasi tutti gli storici del Sei e Settecento hanno affatto trascurato
le notizie d'arte, e non ci fa davvero meraviglia se quei di Camerino abbiano fatto altret-
tanto. Però a lode del vero questo quadro fu tenuto sempre in gran cura, ragione perla
quale lo vediamo ancora cosi perfettamente conservato, e quando la chiesa della Santis-
sima Annunziata fu chiusa al culto si pensò subito di collocarlo nobilmente in San Ve-
nanzo, dove fa bella mostra di sè fino dal 1875, anno in cui fu riaperta questa chiesa,
rinnovata su disegno dell'architetto Potetti. Tn questa circostanza la tela fu ripulita dal
pittore Filippo Serafini e si verificò che era dipinta ad olio e non a tempera, come par-
rebbe a prima vista.

Benché questa bella riproduzione fotografica mi risparmi gran parte della descrizione,
pure non debbo fare a meno di accennare alcune cose, che dalla medesima non si potreb-
bero bene ricavare.

L'angelo svolazzante sul lato destro del quadro tiene in mano una lunga striscia
aperta dove leggesi questo motto :

REVERTERE AD VXOREM TVAM EX VOBIS
ENIM NASCETVR MATEE DEI

Ciò che sorprende più d'ogni altra cosa è la esuberante ricchezza della damascatura
dorata delle vesti, specialmente del manto della Vergine e di quello di San Giuseppe, i
cui arabeschi svariatissimi e di vaghissimo intreccio, appena qui si possono distinguere.
E una sovrabbondanza, è uno sfoggio, è una ricchezza forse soverchia, che disturba più
che altro l'attenzione di chi ammira quelle figure maestosamente belle dei due Santi late-
rali, egregiamente trattate nell'anatomia delle forme erculee e vigorose. Anche lo sfondo
architettonico ed il paesaggio sono molto bene resi e sono di un vaghissimo effetto di pro-
spettiva.

Ed ora passando a descrivere l'altro quadro di Arcevia, che mi servì di guida e di
sprone a questo studio, riporterò in parte la descrizione storico-artistica che ne feci dieci
anni or sono, molto più che la fotografia non essendo riuscita come si desiderava, il let-
tore non può averne esattamente l'idea. 1

Chiunque si faccia attentamente ad osservare i monumenti d' arte che arricchiscono
la chiesa di San Medardo, collegiata insigne di Arcevia, come il coro di maestro Corrado
Teutonico, i due quadri di Luca Signorelli, lo splendido altare in maiolica dei Della Robbia
già illustrato in questo Archivio, e la croce astile di Cesarino del Roscetto da Perugia,
della quale pure pubblicammo i documenti in questo Archivio, 2 non può fare a meno di

1 \redi Arte e Storia di Firenze, anno IT, n. 26, e
La Posta di Camerino, anno II, n. 8: Di una tavola
di Giuliano Prosciutti da Fano. In questo articolo
erroneamente avevo dato questa tavola a Giuliano
da Fano prendendo motivo dal pagamento fattogli
dal Comune li 16 settembre 1529, e non avendo sco-
perto ancora gli altri documenti. Rettificai questo er-
rore già nella mia lettera aperta all'architetto Sacconi.
(A proposito della classificazione dei monumenti na-
zionali nella provincia di Ancona, pag. 26 ; Foligno,
Tomassini, 1888). In detta lettera esortavo anche
il nostro conte Sacconi perchè si fosse adoperato
a far riparare questo quadro, che come si può ve-
dere anche dalla fotografia è rovinatissimo per molte
screpolature e distacchi (pia e là della pittura stessa,
ma finora in utilmente. Rinnoviamo qui la stessa

preghiera tanto più che non si tratta di grande
spesa ; e una perizia fatta fare in proposito dal Cen-
tenari, quando egregiamente riparò i quadri di Si-
gnorelli, ammonta a cinque o seicento lire. Il Mi-
nistero ha promesso di farlo, ma quando lo farà?...

- Nel parlare di questa Croce dicemmo che aveva
avuto molti restauri a danno della forma primitiva.
Infatti nel libro dei capitoli di San Medardo ab-
biamo trovato che addì 28 ottobre 1606 fu deciso
di mandarla a riparare a Roma essendo tutta gua-
sta. Però si conserva ancora intattissima una bella
Pace d'argento fatta fare dal priore di San Medardo, »
Tranquillo Veneri, forse al tempo della Croce, e che
opportimi studi mi fanno ritenere dello stesso orafo
perugino, come dimostrerò in un prossimo studio in
questo Archivio, dove illustrerò pure un'altra Pace
 
Annotationen