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Archivio storico dell'arte — 7.1894

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Fasc. II
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Anselmi, Anselmo: Due nuovi pittori cinquecentisti: pergentile e venanzo da camerino
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https://doi.org/10.11588/diglit.19206#0119

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79

Ricostruitasi adunque questa chiesa a spese della Corporazione detta Artis sutorie e
del Municipio che largamente vi contribuì, si ricollocò a posto il famoso quadro, ma pochi
anni vi sarebbe rimasto ancora so non fosse stato rifiutato da un illustre personaggio
alla cui chiesa la Comunità, per farsi un merito, voleva che fosse donato.

Viveva allora in Arcevia Aurelio Filippini eremitano di Sant'Agostino celebre teologo
predicatore e poeta che fu provinciale della Marca e calcò i primi pergami d'Italia e fu
teologo al Concilio di Trento. Questi ritornando spesso in patria, veniva festeggiato dai
suoi concittadini, i quali largheggiavano con ogni maniera di doni per sovvenire il suo

et vice et nomine Magistri Joannis Vici Hieronimi et
Magistri Perantonii scarpellini ex alia parte (qui
semper ratam habebunt istam existimationem sententiam
etlaudum perdictos arbitros faciendum) quod de compro-
misso Inter nos facto latius apparet manu mei Notarii
infrascripti, causa et cagione apretiandi et extimandi
operam et scolpturam factum lapidwm intagliatami,
prò dieta Ecclesia 8. Amine ac pretium et mcrcedem
laboris ac operam dictarum lapidum intagliatarum prout
latius continetur incompromisso mei Notarii. Unde riso
compromesso Inter nos facto et visis lapidibus intagliatis
et operam factum per supradictos Magistros habito ma-
turo Consilio ab homine perito in arte visis juribus
utrius cujus que pactis visis et habitis informationibus a
dictis Perantonio Benedicto, Paulo et M.° Basilio et
omnibus aliis viris etc. laudqmus etc. eie.

" Xpi nomi ne invocato et gloriosissimae Virginis
Mariae etc. dicimus etc. laudamus etc. condemnamus su-
pradictos Perantonium, Benedictum et Paulum Scindicos
Ecclesiae S. Annae prò mercede et pretio laboris et operis
sculpture et intagliature dictorum lapidimi ut supra la-
tius apparet ad dandum solvendum numerandum et sa-
tisfacioidum dieta M.° Basilio tam prò se stipulante
quam prodictis magistris Joanne (Vici) Hieronimi et
Perantonio hoc modo videlicet:

" — Quatro quadri cioè picdistalla stimano lopra et
faci tura per suo premio scudi quatro per ciascheduno pie-
distalla. Dacemasi (?) et alebasi et scalini con la cornice
clic ranno da Inno a laltro la mettemo sfiniamo et judi-
camo che li si habi a dare per sua merce carlini quatro
per ciascheduno piede per ciascheduno paro ad mensura
de piede.

" Le basi de pilastri per sita merce et premio esti-
mamo judicamo et sententiamo die li dia uno scudo de
liuto. —

" Et ita dicimus proferimus et eocistimamus etc. etc.
Lata data et per scriptis promulgata per supradictos
M.um Bernardinum de Fabriano et M.um Franciscum
de Monte Ajate arbitros ut supra in (lacuna Magnifi-
corum Dominorum Consulum terre Rocche contrate ad
bancum dictorum Consulum situm in platea manna eie.
cui undiquemnt bona dicti Comunis Terre Roccecontrade
et per me Xotarium infrascriptum scripta let ta et pu-
blicata sub anno il.ni millesimo quingentesimo trigesimo
<ptii,h> Tndìctione Vili Tempore SSmi in Xpo J'ris.
Fault Div: l'eoe: Pape III die cero X Octóbris.

" Presentibus Joanne Antonio scarpellino et Diamante
Angeli de Villa Coste Comitatus Terre Bocce Contrate. ,.
Dai Rogiti di Carlo Pacini dal L532 al 1510.

Di questo maestro Basilio si hanno notizie che
t'osseun bravo scultore e Giovanni di Vico di Girolamo
credo t'osse di quella famiglia d'artefici venuti dalla
Lombardia che si stabilì a Palazzo d'Arcevia e dette
poi origine alla famiglia Vici dalla quale osci il
celebre architetto cav. Andrea Vici morto a Roma
nel 1816, di cui fu erede il vivente architetto com-
mendatore Andrea Busiri-Vici di Roma. Maestro Ba-
silio scultore visse lungamente in Arcevia, ove ebbe
due figli, Francesco e Giovanni Battista, che prose-
guirono l'arte sua. e nel 1569 insieme ai deputati
del Comune Leone Emiliani e Christoforo di Am-
brosio fu mandato a federe eerte pietre istriane ca-
vate nella strada pubblica a Nidastore, come è detto
in un pagamento fattogli il primo giugno detto anno.
Non è fuor di proposito qui ricordare, che in que-
st'anno 1898 nel fare lo scavo per la condottura
dell'acqua potabile per Corinaldo, nell'attuale strada
a pochi metri dalla casa colonica della Società degli
Uomini di Nidastore fu trovato un grosso pezzo di
travertino (1.60 X 0.45) benissimo squadrato con
segni d'intacche per legature di ferro con altre pietre,
che certo deve avere appartenuto a qualche costru-
zione vicina. In quel punto si dovrebbe fare uno
scavo perchè si sa che lì in antico correva una strada
che riuniva direttamente le due città romane di
Sttasa e di Sentina, e molti trovamenti di antichità
sono stati sempre fatti nelle vicinanze, specialmente
dal compianto mio zio dott. Agostino Monti, e da
chi scrive, come dalle analoghe relazioni inviate al
Ministero.

Degli altri artisti sappiamo che Francesco da
Monteaiate, località sopra Pergola dove è una eccel-
lente cava di pietra, ebbe un fratello per nome Ma-
rino che insieme allo scultore Francesco da Lugano
nel 1525 scolpì l'altare della cappella del Corpi) ili
Cristo o Sacramento per la Fraternità omonima,
del quale recentemente sono stati trovati alcuni
frammenti (die rivelano ancora l'eccellenza di questi
artisti comacini e lombardi, che numerosissimi in
quest'epoca si trovano anche fra noi.
 
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