DUE NUOVI PITTORI CINQUECENTISTI
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questi due esemplari prototipi qualche erudito camerinese frughi negli Archivi, specialmente
in quello notarile tanto ricco e finora inesplorato, esamini e studi vecchi quadri ed af-
freschi del tempo ed abbiamo la più ampia fiducia che nuovi documenti verranno a dare
maggior luce su questi artisti finora dimenticati.1 Se ciò avverrà mi terrò già abbastanza
ricompensato delle fatiche e delle spese non lievi fino ad ora incontrate: in ogni modo
il fin qui pubblicato mi pare sia sufficiente a che d'ora innanzi nella istoria dei pittori
marchigiani debbano tenere il loro posto onorato, Pergxentile e Venanzo da Camerino.
Arcevia, 30 dicembre 1893.
Anselmo Anselmi.
1 In una recente visita fatta alla Pinacoteca co-
munale di Fabriano abbiamo potuto ammirare una
interessante tavola, che a prima vista ci pare si
possa attribuire a questi pittori. Perchè se ne abbia
una idea ne riporto la descrizione, togliendola dai
cenni sulla Pinacoteca fabrianese del cav. Oreste
Marcoaldi.
" Tavola, alquanto guasta ov'è figurata Maria
che colla destra sorregge da un lato il Bambino se-
dente e colla sinistra con delicatezza il sinistro pie
di Lui ; ambo posati sopra una massa di nuvole con
attorno cinque Serafini. Quella è in meno di mezza
figura, celandone l'estremità le nubi. Questo in atto
di benedire, e di stringere con la sinistra mano un
capo del manto della Madre, che le scende sul petto.
A manca è San Niccolò avente in mano un libro
con sopra tre sfere, e al suo tergo Santa Chiara : a
dritta San Pietro con un libro nella sinistra, e nel-
l'altra le chiavi e con un lembo del manto sostenuto
dal braccio destro, e dietro ad esso San Francesco
con un libro e la croce.
" Il fondo del quadro è un paesaggio.
" I partiti dei panneggiamenti di tutte le figure
fanno aperta testimonianza della scuola di Raffaello.
San Niccolò specialmente raccogliendo con il sinistro
braccio i lembi del pluviale lascia cadere tali pieghe
che il solo urbinate e quelli della scuola il seppero
così bene.
" Nello sviluppo del grandioso partito del manto
di Santa Chiara nella piccola parte che entra nel
quadro, ha il perspicace artista mostrato tutto il suo
bello ingegno ; ed altrettanta palesava nella parte
di San Francesco, in cui ha meravigliosamente reso
magnifico l'angusto lato che gli rimaneva di occu-
pare ; come ricco e bello è in ogni sua guisa il pan-
neggiamento di Maria, il cui gruppo peraltro non
riesce abbastanza grandioso nella composizione, mal-
grado pure lo squisitissimo disegno di quella e più
ancora del Bambino, perchè la nuvola ond'è cinto
non lascia vedere della persona di Maria che la parte
superiore fino alla cintura.
" Il San Pietro, massimamente nel brutto scorto
del braccio destro, non è di quella perfezione e re-
golarità quale nelle altre figure, quantunque anche in
essa appaia grandioso il panneggiamento nella parte
posteriore. Nel viso di Maria in sua cara e verginale
espressione e in sua celestiale bellezza ; in quello
soavissimo del suo figlinolo; nelle leggiadre teste
dei Serafini, in specie da quello al di sotto delle nu-
vole; nel volto di Santa Chiara in cui si legge la
donna vissuta di fede e lunghi anni nella contem-
plazione e in Dio, si ammirano la finezza e il gusto
dell'inimitabile Raffaello. Per lo che abbiamo assai
probabili ragioni a supporre essere questo dipinto
dell'aureo Cinquecento, e di uno degli eccellenti ar-
tefici di quella sublime scuola.
" Altezza m. 1.90, larghezza m. 1.23. „
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questi due esemplari prototipi qualche erudito camerinese frughi negli Archivi, specialmente
in quello notarile tanto ricco e finora inesplorato, esamini e studi vecchi quadri ed af-
freschi del tempo ed abbiamo la più ampia fiducia che nuovi documenti verranno a dare
maggior luce su questi artisti finora dimenticati.1 Se ciò avverrà mi terrò già abbastanza
ricompensato delle fatiche e delle spese non lievi fino ad ora incontrate: in ogni modo
il fin qui pubblicato mi pare sia sufficiente a che d'ora innanzi nella istoria dei pittori
marchigiani debbano tenere il loro posto onorato, Pergxentile e Venanzo da Camerino.
Arcevia, 30 dicembre 1893.
Anselmo Anselmi.
1 In una recente visita fatta alla Pinacoteca co-
munale di Fabriano abbiamo potuto ammirare una
interessante tavola, che a prima vista ci pare si
possa attribuire a questi pittori. Perchè se ne abbia
una idea ne riporto la descrizione, togliendola dai
cenni sulla Pinacoteca fabrianese del cav. Oreste
Marcoaldi.
" Tavola, alquanto guasta ov'è figurata Maria
che colla destra sorregge da un lato il Bambino se-
dente e colla sinistra con delicatezza il sinistro pie
di Lui ; ambo posati sopra una massa di nuvole con
attorno cinque Serafini. Quella è in meno di mezza
figura, celandone l'estremità le nubi. Questo in atto
di benedire, e di stringere con la sinistra mano un
capo del manto della Madre, che le scende sul petto.
A manca è San Niccolò avente in mano un libro
con sopra tre sfere, e al suo tergo Santa Chiara : a
dritta San Pietro con un libro nella sinistra, e nel-
l'altra le chiavi e con un lembo del manto sostenuto
dal braccio destro, e dietro ad esso San Francesco
con un libro e la croce.
" Il fondo del quadro è un paesaggio.
" I partiti dei panneggiamenti di tutte le figure
fanno aperta testimonianza della scuola di Raffaello.
San Niccolò specialmente raccogliendo con il sinistro
braccio i lembi del pluviale lascia cadere tali pieghe
che il solo urbinate e quelli della scuola il seppero
così bene.
" Nello sviluppo del grandioso partito del manto
di Santa Chiara nella piccola parte che entra nel
quadro, ha il perspicace artista mostrato tutto il suo
bello ingegno ; ed altrettanta palesava nella parte
di San Francesco, in cui ha meravigliosamente reso
magnifico l'angusto lato che gli rimaneva di occu-
pare ; come ricco e bello è in ogni sua guisa il pan-
neggiamento di Maria, il cui gruppo peraltro non
riesce abbastanza grandioso nella composizione, mal-
grado pure lo squisitissimo disegno di quella e più
ancora del Bambino, perchè la nuvola ond'è cinto
non lascia vedere della persona di Maria che la parte
superiore fino alla cintura.
" Il San Pietro, massimamente nel brutto scorto
del braccio destro, non è di quella perfezione e re-
golarità quale nelle altre figure, quantunque anche in
essa appaia grandioso il panneggiamento nella parte
posteriore. Nel viso di Maria in sua cara e verginale
espressione e in sua celestiale bellezza ; in quello
soavissimo del suo figlinolo; nelle leggiadre teste
dei Serafini, in specie da quello al di sotto delle nu-
vole; nel volto di Santa Chiara in cui si legge la
donna vissuta di fede e lunghi anni nella contem-
plazione e in Dio, si ammirano la finezza e il gusto
dell'inimitabile Raffaello. Per lo che abbiamo assai
probabili ragioni a supporre essere questo dipinto
dell'aureo Cinquecento, e di uno degli eccellenti ar-
tefici di quella sublime scuola.
" Altezza m. 1.90, larghezza m. 1.23. „