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Archivio storico dell'arte — 7.1894

DOI issue:
Fasc. II
DOI article:
Boni, Giacomo: Il duomo di Parenzo ed i suoi mosaici, [1]
DOI Page / Citation link: 
https://doi.org/10.11588/diglit.19206#0168

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126

GIACOMO BONI

prendono il tono aranciato, i verdi tendono all'azzurro e gli azzurri al violetto: quelle
decorazioni invece, le quali, specialmente negli editici aperti al culto, vanno guardate di
consueto al chiarore delle lampade e dei ceri, si avvantaggiano nel colore in senso opposto,
vale a dire come se andassero guardate con un (umiche aumento di luce gialla, (piando

CATTEDEA DI PARENZO

e tenuta aderente da una lastrina di vetro. Lo stesso
processo si usa per l'argento, in luogo del quale però,
per la miglior riuscita dello smalto, si fa uso del
platino. Egli è poi evidente che variando il colore
della pellicola di vetro si possono ottenere non so-
lamente tutte le gradazioni di tinta dell'oro natu-
rale, ma altresì quelle di tutte le varietà di colori
visibili per trasparenza sull'oro, con effetti singolari
e stupendi. „

Quelli delle stagnole colorate dei confetturieri!

" Le piastrelle dorate, scrive invece Mr. James

C. Powell nel Journal of the B. Institute of British Ar-
chitects (15 Eebruary, 1894, p. 250), si fabbricano ora
con tal precisione che riescono uniformi di super-
ficie e di colore ; e quando le tessere ricavate da
queste piastrelle vengono disposte perfettamente in
piano, come in tanti mosaici moderni, esse, in luogo
dell'effetto che ammiriamo nei mosaici antichi, pro-
ducono piuttosto quello della carta dorata. Nell'esa-
minare le tessere degli antichi fondi d'oro possiamo
persuaderci che molte di esse sono coperte imper-
fettamente dalla doratura, e che questa presenta al-
 
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