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Archivio storico dell'arte — 7.1894

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Fasc. II
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https://doi.org/10.11588/diglit.19206#0187

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RECENSIONI

145

rono de' più antichi e notabili terrazzani di Ca-
stelfiorentino, mentre le loro memorie risalgono
ai primi anni del secolo xiv, se forse non vanno
ancora più indietro. Ma dopo che, in processo di
tempo, essi ottennero di essere ascritti alla civiltà
fiorentina, alcuni di loro vennero ad abitare in Fi-
renze, dove ebbero casa nel quartiere di Santo Spi-
rito, e cappella, con sepoltura gentilizia in Santa
Maria Novella. Da questa famiglia uscì Attavante,
nato nel 1452, probabilmente in Castelfiorentino.

Chi fosse il suo primo maestro nell'arte del
minio non consta ; ma congettura il Milanesi
possa essere stato quel Francesco d'Antonio del
Cherico, del quale si hanno splendidi lavori in
alcuni corali della Mediceo Laurenziana, già appar-
tenenti al duomo di Firenze.

Fino dal 1491 lo troviamo stabilito in detta
città. Ammogliato due volte, muore dopo il 1517?
essendo quello l'ultimo anno al quale giungono le
memorie di lui.

Segue di poi l'enumerazione delle sue opere.
Nota anzi tutto che prese abbaglio il Vasari at-
tribuendogli la decorazione del codice di Silio
Italico, appartenente ora alla Marciana, ch'è opera
bensì di un valentissimo ignoto maestro, ma più
antico, essendo vissuto al tempo di papa Nicolò V.

Mentre si crede oggi perduto un messale che
Attavante avrebbe dipinto per un vescovo della
Brettagna (rammentato in due lettere d'Attavante
del 1483 e 1484, pubblicato nelle Lettere Pittoriche,
t. Ili, p. 328), la cattedrale di Prato possiede assai
gentili e preziose miniature in due antifonari, fatte
nel 1500.

La Mediceo Laurenziana ha un graduale del
1505, già nel monastero degli Angeli e due antifo-
nari che appartennero all'Opera del duomo, fatti
nel 1508, tutti e tre con grandi e splendide istorie,
oltre quattro codici lavorati per Lorenzo il Ma-
gnifico; la Nazionale un codice palatino delle Rime
e de' trionfi di Petrarca, con miniatura ad ogni
trionfo, tra le (piali è bellissima per la composi-
zione, quella del Trionfo della Divinità. Nell'Ar-
chivio di Stato in Firenze poi trovasi in deposito
un altro codice del Museo Monti di Pisa, che con-
tiene il commento a Giovenale del Calderino, e
altre sue operette. Quivi, nella carta di risguardo,
si logge: Attavantes de Ftorentia pinsit.

Possiede la Vaticana la celebre Bibbia urbinate
in due grandi volumi in foglio, scritti e miniati
in Firenze dal 1470 al 1488 nella bottega di Ve-
spasiano de' Bisticci, celebre cartolaio e biografo,

per commissione di Federigo duca d'Urbino: in
essi sono circa settanta mimi a figure, oltre i
ricchi fregi, la più parte d'Attavante, e un messale
del 1488 fatto per la libreria di Mattia Corvino
re d'Ungheria; non meno bello e ricco della detta
Bibbia.

Nella Palatina di Modena, avanzi della Corvi-
niana predetta, sono sei dei quattordici codici com-
prati dal duca Alfonso I di Ferrara miniati da
Attavante, il quale, nella carte di risguardo, scrisse
di proprio pugno: Attavantes pinsit o pinxit.

Nel 1847 due di essi, per compiacere alla ri-
chiesta dell' imperatore d'Austria, furono mandati
alla Biblioteca imperiale di Vienna.

Nella Oambalunghiana di Rimini è un codice
in-8° del Commentario de' gesti e de' detti di Federigo
lìnea d' Urbino, composto dal ricordato Vespasiano
de' Bisticci. Nella prima lettera iniziale è il ri-
tratto di profilo del duca, e ne' margini di essa
sono fregi elegantissimi tramezzati da vari tondi
colle imprese del detto duca.

Sono in Milano nella libreria Trivulziana due
codici: l'uno certamente corviniano, che contiene
il Commentario di Porfirio e di Acrone sopra
Orazio, Diogene Laerzio, ecc.; l'altro il Trattato
di musica del prete Fulgenzio, dedicato al cardi-
nale Ascanio Maria Sforza. Un terzo codice si
trovava nella libreria Trotti Belgio] oso, del pari
corviniano, intitolato: Ioannis Damasceni sententiae,
Anselmi archiepiscopi Cantauriensis Monologium, ecc.

Le miniature di questi tre codici si vogliono
di Attavante.

La Marciana di Venezia ha la fortuna di pos-
sedere una delle più preziose opere del pennello
del nostro artista, nel codice che contiene gli
scritti di Marziano Capella : De nnptiis Mercurii et
philologiae, et de septem artibus liberedibus, ecc. 1
L'arte del minio vi è adoperata profusamente, con
mirabile eleganza, grande varietà e squisito arti-
fizio.

Un altro gioiello di Attavante è il messale che
che si custodisce nella Biblioteca reale di Bru-
xelles, e faceva parte di quella di Borgogna. Esso
fu fatto per il detto re Mattia Corvino. Maria
d'Austria, vedova di Luigi re d'Ungheria e go-
vernatrice de' Paesi Bassi, lo portò nel Belgio.
Sopra di esso solevano prestare il giuramento, nei

1 Vedasi in proposito lo descrizioni che ne danno il Be-
rardelli nel t. XXXVIH degli Opuscoli del P. Calogerà, l'abate
Morelli nella Bibliotheca manuscriptet graeca et latina, e Tulio
Dandolo nel Gondoliere, giornale veneziano del 1S37.
 
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