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Archivio storico dell'arte — 7.1894

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Fasc. III
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Calzini, Egidio: Marco Palmezzano e le sue opere, [1]
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https://doi.org/10.11588/diglit.19206#0240
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198

EGIDIO CALZINI

della Romagna, come a niun di loro è secondo per la freschezza e sincerità del colorito,
chiaro, vibrato e spesso smagliante.

* *

L'ultimo pittore a lui contemporaneo è Baldassarre Carrari il giovane. Di cotesto
maestro abbiamo una grande tavola nella Pinacoteca, classificata col n. 105, rappresentante,
nella parte superiore, l'Incoronazione della Vergine, e nella inferiore, i santi Mercuriale,
Benedetto, Giovanni Gualberto e Bernardo degli Liberti. Nel cartellino è scritto BALDASSAR
OVRVLIS FORO \ LIVIENSIS FECIT. Rlli HV.JVS ] Edis ABATE Donino FHILIPYS
MDXII. Con questa opera veramente notevole, egli si presenta grandioso, variato, nobile
nei tipi, largo nelle pieghe, robusto nel colore e par che rifletta l'influsso della scuola
veneta, accennando più specialmente alla maniera del ravennate Nicolò Rondinelle per
grandiosità e forza, dal Carrari superato ; 1 nè è inverosimile il sospettare che Baldassarre
Carrari conoscesse il contemporaneo pittore da Ravenna (già scolaro del Giambellino), negli
ultimi anni del secolo xv, in Forlì, mentre vi eseguiva alcuni lavori, tra cui l'eccellente
tavola del San Sebastiano che ancora ammirasi in Duomo eseguita, come si deduce dal
Bernardi, 2 circa al 1496-97.

Nel restauro della ricordata pala d'altare, già in San Mercuriale, avvenuto nel 1576,
come dal secondo cartellino: MDLXXV1 RENOVATA, fu forse cambiato CARRARI in
CVRVLIS, altrimenti non si spiegherebbe perchè il pittore che in altre opere soleva
segnarsi per Carrari, abbia già voluto firmarsi Curulis.

Essa trovavasi all'aitar maggiore nella citata chiesa di San Mercuriale e fu allogata
al Carrari nel dicembre del 1510 dall'abate di quel monastero pel prezzo di scudi 350. :i

Le due figure sedute in alto, attorniate da angioli musicanti, e sostenute da una schiera
di testine alate si direbbero dallo stesso pennello eseguite alcuni anni prima, o per lo meno
sotto l'influsso d'altra scuola. La Vergine alla destra del Redentore china dolcemente il
capo coperto da un bianco fazzoletto con orli d'oro, mentre il Redentore vestito con ampia
tunica bianca guarnita anch'essa di galloni d'oro, le cinge la testa della corona celeste.

E in questo gruppo che l'artista si appalesa imitatore del Rondinelli, più che nel resto
del quadro, ricordando del pari la maniera del Giambellino.

Nella parte inferiore dell'ancona, costituita dai quattro santi protettori della città, il
maestro ci si presenta più indipendente e in tutta la sua individualità artistica, con figure,
se non del tutto belle, nobili però e maestose; come ci si appalesa bel coloritore, grandioso
e ne' partiti delle pieghe, mosso, largo, buon disegnatore. Nelle teste piuttosto piccole si
notano : il viso largo, gli zigomi pronunciati, gli occhi piccoli a mandorla, sempre scuri,
il naso sottile e aquilino, e ciò in tutte le sue figure; gli orecchi invece li disegna grandi.
Meno abile apparisce nelle carni dai toni scuri e dal colore alquanto legnoso ; cura invece
i più minuti particolari nelle parti di maggiore importanza come negli accessori. Valente,
diligentissimo ci si presenta nella riproduzione della bianca mitra del Santo Mercuriale 4 e
negli stoloni con figurine e gemme ricchissime, che gli adornano il piviale. Nè vogliam
tacere come dal tutto insieme di questa grande tavola, e per la caratteristica forza delle

1 E ciò senz'ombra di offesa verso chi, or non è
molto, lo giudicava pittore ben più mediocre del
Eondinello. (Vedi Archivio Storico dell'Arte, anno II,
p. 66.

2 Bernardi, Cronaca mss. del secolo xv. Voi. I,
carte 199.

a Cronaca Albertina, fol. 114. " Eode anno (1510)
die 17 Xbris abbas S. Mercurialis promisit mr0 Bal-

dassari qd Matei Curibs prò facienda una ancona ad
altare Majus, scudi 850. „

4 Delle quattro figure in piedi, questa del santo
vescovo è quella die maggiormente ricorda, anche
per i dettagli negli abiti, la figura consimile del
Bondinelli, dipinta nella bella tavola, oggi a Brera,
proveniente da Bavenna.
 
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