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Archivio storico dell'arte — 7.1894

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Fasc. III
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Calore, Pier Luigi: La ricomposizione delle Porte di San Clemente a Casauria
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https://doi.org/10.11588/diglit.19206#0248
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206 P. L. CALORE

con La seguente iscrizione, che a me pare non sia mai esistita, salvo che non l'avessero
tolta in altra ricomposizione dell»' porte, Patta chi sa in qua] tempo, per sostituire il Legname
lai-lato. È certo che gli ultimi scrittori non ebbero il bene di vederla. Probabilmente La
iscrizione non ad una formella era apposta, ma incisa in una Lastra dell'antico pavimento,
e tanto più perchè Lo Schulz La mostra corrosa in diversi punti, ciò che non è per il
materiale della porta, e perchè nel suo disegno della tavola LV, riportato anche dal Hindi
nella tavola 79, tale formella non si vede riprodotta, sebbene anche quello non apparisca
abbastanza esatto:

Hoc opus est actum pi... curante Tohe (Johele?
Quod protinus factum vite potiatur (ut) omni ??
Sc<' tua Clemens prece XVS erit Ubi clemens!

Lo Schulz legge l'ultimo rigo così: .................. [ut] AMNE..

HCE, TVa, cleMENS, PRECE XPS Erit SIBI CLEMENS.

Dallo stile delle figure degli abbati e dei monaci sulle mattonelle superiori ci parrebbe
potersi dedurre, che il disegno delle porte fosse stato dato da quel frate Rustico che scrisse
il Chronicon, di cui ci occupammo, il quale, naturalmente, dovè ispirarsi da quelle di Monte
Cassino ed altre simili. Queste però di Monte Cassino non presentano figure: solo vi sono
incise delle iscrizioni che enumerano le possessioni dell'abbazia, e furono fuse a Costan-
tinopoli per relazioni degli abbati Leone e Desiderio col console Pantaleo di Amalfi, che
precedentemente già aveva fatte costruire in quei laboratori quelle che donò al duomo della
stia città natale. In queste altre, dentro i quattro grandi scompartimenti del centro, vi sono
rappresentate le figure della Vergine, Cristo, Sant'Andrea e San Pietro, come poi. ma con di-
sposizione diversa, se ne videro in tante altre già enumerate nelle precedenti annotazioni. 1

Nei due lati si veggono venti castelli a tre torri, dieci per parte, tutti di egual forma
e figura, e con le rispettive iscrizioni testualmente riportate nella seguente incisione, che
non potei inserire nella monografia ricordata, ma che ora ho voluto qui presentare, per
non aver trovato concordi i patrii scrittori, dei quali qualcuno, come vedremo, ha smarrita
la via retta nel giudicare, e fino nel rilevare i nomi dei castelli :

OTvBQLdAlìì PffCVLVffCMM
«POTOT C«5fJ«fll«!

mm (MRie

castrv amm

si
ri

BaiORRlTXPcIPvA

CASTELLANE CUM IULIVULA
CASTRUM RIPALTE
{PODIUM S.GE0RG1US ETAREOLÀ
IM MARCHIA CASTRUM LORI
INCAMERINO CALDEROLE

1 Cfr. A. Caravita, / codici e le arti di Monte Cas- Baykt, op. cit., p. 203 e seg.; Cavalcaseli^, op. cit.,
sino, toni. [, p, L94. — Cfr. anche Schulz, op. cit.; toni. I,vpp. 96, L05.
 
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