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Archivio storico dell'arte — 7.1894

DOI issue:
Fasc. III
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Calore, Pier Luigi: La ricomposizione delle Porte di San Clemente a Casauria
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https://doi.org/10.11588/diglit.19206#0253

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LA RICOMPOSIZIONE DELLE PORTE DI SAN CLEMENTE A CASAURIA 211

non fossero di giurisdizione dell' abbazia di Casauria, sol perchè in certe bolle di Calisto

0 di Alessandro, di Celestino o di Clemente non venivano ricordati ? o perchè vi si descri-
veva in certo modo il comitato di Valva, mentre se ne parla dovunque nel Chronicon, e
si veggono effigiati nelle porte, documento superiore a tutti gli strumenti e le bolle
esistenti?

Per tutto questo il signor dottore farebbe bene di ritenere per sè le correzioni e le di-
chiarazioni sue.

Non comprende ancora la parola Valva, che debbesi alla cattedrale che surse in Corfmio.
Eretto in questa il contado valvese, da esso pigliò forma la diocesi, ed il castello di Valva,
detto poi Pentinia o Pentina, diede il nome all'attuale borgata Pentima. Nel secolo xi,
Domenico, abbate di San Clemente e vescovo di Valva, lo restaurò, e nel 1420 fu incendiato;

1 terremoti del 1455 ne accrebbero la rovina, che compirono i Francesi nel 1496, espugnata
la torre di San Pelino.1

E cosi, colla parola Valva nelle porte di Casauria non si volle ricordare 1' intera regione
o comitato, perchè altrettanto si sarebbe detto pei castelli del Teatino, Aprutino e Pennense,
senza specificare i singoli castelli, come si è fatto per quelli del comitato di Valva, o almeno
sarebbe stata preceduta dalla preposizione in, come: In Marchia, Castrum Lori; In Came-
rino, Calderole. Altri la specificarono più largamente, e per comprendere con la cattedrale-
parrocchia anche il castello, tradussero direttamente Pentima, che forse confonderà con
Pantano; ed ecco perchè alla p. 37, 3° alinea, parlando di taluni beni elencati dall'abbate
Lupo, come al solito, ricorresse il Chronicon, sopprimendo " In Pantano Ecclesia Sancti
Pelini nomine dedicata. „

Soggiunge nuovamente: " Male Calore, „ dove sbaglia a leggere la formella di Toccum
cum pertinentiis suis, togliendo, se non altro, quel suis che sostituisce con un (sic); scrive
Pescuht et Carufanum per Pescukm et Carufanum ; Castra (sic) S. Angeli, per Castram
S. Angeli; Castrum S. Valentini, per C&stellum Sancti Valentini e via di seguito, confer-
mando così d'ignorare anche i segni più comuni di abbreviazione del carattere semi-
gotico.

Diverge la forza epigrafica del CASTRUM BAIANO ET PREZA col quale si volle
esprimere soltanto il Castello di Raiano-e-Preza; imperocché, ove si avesse voluto dire il
castello di Raiano, diviso dall'altro di Preza, o più propriamente la villa Raiano e Preza,
come egli fa intendere nella p. 104 sopprimendo la parola Castello, non si sarebbe fatto
uso del nome CASTRUM. Di più non si sarebbe aggiunta un' altra formella collo scritto
VALVA, INTER-AQUAS, RAIANO da cui vedesi nuovamente, che la villa di Raiano sta
a sè, indipendentemente dal detto castello. Egualmente non si sarebbe fatto uso della con-
giunzione et, omessa in tutte le altre denominazioni della descritta porta, tranne dove si volle
esprimere due ville in un sol territorio, come: PESCVLVM ET CARVFANUM, le di cui
castella sulla roccia dov' è Pesco Sansonesco, non dai Casauriensi, ma dai Sansonisci, che
ne occuparono le terre, furono erette ed appellate : " Quae abusivae fuerunt adpellatae
Sansonicae ex nomine Sansonis. „ 2 E con questo 1' altre dei Carufani, che il critico nella
p. 38 e negli altri luoghi riporta per Garofani.

Ben vero, anche nelle terre e nelle ville non marcate per castelli, erano dei castelli
appartenenti all'abbazia, ma avevano un'importanza assai subordinata; come quello di
Olivola di cui abbiam discorso, e l'altro di Castiglione, notevole non come fortifica-
zione, ma per la residenza de' pastori, e perciò nella iscrizione si omise la parola Castrum :
" Adam Abbas— Construxit enim in ipso tempore ipsum Castellum ubi solebant esse
harae porcorum, et stabula jumentorum, in quo posuit vicum, qui Pinnensis appellabatur,
et G-emmetum et duas villas, quae ambae Cevaranum dicebatur, cui nomen indidit, et

1 Cfr. B. De Silverio, Enciclopedia dclVecclesiastico, 2 Cfr. Muratori, op. cit., p. 845.

quad. 48, p. 1094 e segg.
 
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