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Archivio storico dell'arte — 7.1894

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Fasc. IV
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Supino, Igino Benvenuto: Le opere minori di Benozzo Gozzoli a Pisa
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https://doi.org/10.11588/diglit.19206#0284

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242

KJIXO HKXVKNUTO SUPINO

La figura de] Cristo, dalle gambe alquanto ripiegate in arco, tipo che il GozzoU ripete
continuamente, derivandolo da (indio dell'Angelico, è circondata da quattro angioli volanti,
due più grandi, e vestiti di bianco, con le mani aperte in atto di adora/ione gli altri in
atto di portare la palma ai martiri. Ai piè della Croce, e tutt'attorno, molte figure di santi,
variate si nel tipo come nell'età; sul primo piano del quadro stanno inginocchiati quattro santi
martiri, e, uscente dalla cornice, solo, a mezza figura, un uomo che congiunge le mani in
atto di preghiera; non il donatore della tavola alla Chiesa, come vorrebbero alcuni, ma
piuttosto forse, il pittore stesso.

Nè questa è la sola pittura eseguita dal Grozzoli per il convento di San Domenico. Riman-
gono ancora gli affreschi, oggi pur troppo ridotti in pessime condizioni per il tempo,
l'incuria, l'umidità e i restauri. Quando nel 1869 l'Arno irruppe violento e allagò la città
dalla parte di tramontana, le pitture di Benozzo andarono quasi per più di un terzo sot-
t'acqua, il muro ebbe a soffrire, e nell' intonaco si aprirono delle crepe, cosicché è facile
immaginare in che deplorevoli condizioni si riducessero questi affreschi, certo da ascriversi
fra i migliori di lui; ma in peggior condizione furono in seguito ridotti dalle ripe-
tute mani di volgari ed ignoranti restauratori. 1 Se Benozzo dipingesse in questo con-
vento tutte le storie relative alla vita di San Domenico, come afferma il Vasari, noi non
siamo in grado di dire. Oggi rimangono solo e certamente di lui, una Crocifissione, con
figure grandi al vero, dipinta nella parete di testa del Refettorio, e sopra la porta d'accesso,
subito di fianco a questo affresco, un San Domenico, ritratto a mezza figura, con l'indice
della mano destra sulla bocca per indicare il silenzio, mentre due angeli sorreggono, nello
stesso atteggiamento di quelli che sono nel quadro di Sant'Antonio a Roma nella chiesa
di Aracoeli, una tenda rossa, che cade a grandi panneggi dietro la figura del santo.

La Crocifissione, bella e grandiosa pittura, serba sempre qualche frammento in tali
condizioni, da costringerci più che mai a deplorare lo stato in che si trova malaugurata-
mente ridotta. Nel centro è rappresentato il Cristo crocifìsso, e la croce piantata sopra un
terreno alpestre, ha nella base il teschio e in una fascia, in alto, la scritta: JESUS
NAZARENUTS REX JUDEORUM. Santa Maria Maddalena, abbracciata alla croce con la
testa alzata, con gli occhi lacrimosi, in atteggiamento di cordoglio e di disperazione : a
destra San Giovanni Evangelista, dritto in piedi, che ha il volto leggermente piegato sulla
spalla destra, poi vengono dietro San Tommaso d'Aquino, in atto di adorazione, San Vin-
cenzo e Santa Marta, tutti genuflessi; a sinistra la Vergine, con le mani congiunte in atto
insieme di pietà e di preghiera, col viso rivolto al Cristo, poi, in ginocchio, San Pietro
martire, San Domenico e Santa Caterina.

Dopo questi santi, che han tutti nell'aureola, un tempo dorata, ora coperta da una
tinta giallastra, scritto il nome, sono lateralmente due gruppi di monache, del convento
medesimo, inginocchiate e con le mani congiunte al seno. Sopra, ai lati della croce,
in alto, il sole e la luna, e da ogni parte quattro angioli con le ali spiegate, alcuni dei
quali tengono in mano delle coppe per raccogliere il sangue che esce abbondante dalle
mani e dal costato del Cristo, altri con le estremità in atto di adorazione o di dolorosa
sorpresa. Il fondo montuoso, ricco di alberi variati, per la maggior parte palmizj, ha da un lato
la veduta lontana di una città, tutta bianca, e fra le nuvole, dietro le figurine degli angioli,
appariscono lembi di cielo turchiniccio: l'affresco è chiuso alle estremità da due pilastri
decorati con ornamenti a chiaroscuro.

Alcune delle figure dei santi inginocchiati serbano ancora l'impronta originale della
mano dell'artefice: caratteristica la testa di San Tommaso e quella di San Pietro; non

1 Suor Orsola Gioii fece ritoccare per suo conto
l'affresco, e del fatto lasciò memoria sul primo piano
del dipinto, subito sotto le ligure, a destra. Nel 1852
poi le monache lo fecero restaurare di nuovo, e quasi

non bastasse, anche recentemente, con la scusa di
migliorarlo, si è contribuito invece, come troppo
spesso succede, alla sua completa rovina !
 
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