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Archivio storico dell'arte — 7.1894

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Fasc. IV
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Ffoulkes, Constance Jocelyn: Le esposizioni d'arte italiana a Londra, [2]
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https://doi.org/10.11588/diglit.19206#0297

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LE ESPOSIZIONI D'ARTE ITALIANA A LONDRA

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ai lati. Pochi anni fa fu venduto a Londra sotto l'assurdo nome del Perugino, e, tornato in
Italia, gli venne cancellato questo falso battesimo e ridato quello del Solario. Per un altro
sbaglio incomprensibile fu catalogato nella New Gallery come Bramantino, certamente non
per colpa del distinto conoscitore che lo prestò.

Nella West Grallery eravi poi una piccola Madonna col Bambino, attribuita nel catalogo
al Solario, mentre nella cornice si legge il nome di Andrea Verrocchio. Questa denomi-
nazione si spiega dell'essere stato V Ave Maria (tracciata sulla veste della Vergine), da un
falsificatore mutato in " A. Verroc. „ Al postutto il quadro non è che un pasticcio di scarso
valore.

A Burlington House era esposta una autentica ed interessante Madonnina di Solario
(n. 118) di una nitidezza d'esecuzione quasi fiamminga, arieggiante la scuola d'Anversa.
Non è da negare, con tutto ciò che sia indubitatamente di sua mano. Appartiene a quel-
l'epoca matura della sua vita nella quale ebbe a produrre il Riposo nella fuga in Egitto
(del 1515), VEcce Homo della collezione Poldi, e un ritratto di donna suonante il liuto,
nella raccolta della signorina Hertz a Roma.

E quasi inutile far osservare che dei quadri attribuiti a Leonardo non uno appartiene
al grande maestro, ed è inconcepibile come siasi potuto dare il suo nome a certa bruttis-
sima mezza figura d'uomo, detto re Davide; nè è da credersi che ciò sia stato inteso
sul serio.

Le due tavole di San Giovanni in mezza figura sono presumibilmente del Salaino, gene-
ralmente conosciuto come scolaro di Leonardo ; quantunque il maestro nel suo testamento
lo denominasse suo domestico.

Nel libro del Vasari leggiamo che fu un suo favorito, che posò per lui come modello
e dipinse vari quadri a~Milano che Leonardo si degnò di ritoccare. Coli'andar del tempo
molti di questi vennero poi attribuiti al maestro stesso. Le due tavole sunnominate sono
di certo della stessa mano come una figura al vero con sfondo di paesaggio nell' Ambro-
siana ed un'altra al Louvre, generalmente considerata per opera del Salaino. I suoi lavori
non si possono dire di sentimento e d'esecuzione molto fine. Nulladimeno il pittore ma-
nifesta un non so che d'individuale, per quanto rozzo, molto subordinato bensì a quanto
apparisce nei migliori scolari del grande maestro.

La più leonardesca di composizione fra le altre opere ascritte al gran Fiorentino, è

10 studio di una testa in chiaroscuro. Però non è possibile accettarlo come autentico e
neppure come lavoro dell'epoca sua; ci fece, dobbiamo confessarlo, un'impressione piuttosto
moderna ; ci sovviene che uno studio simile si trova nella Galleria di Parma ; se sia quello
l'originale poi è cosa che vuole essere indagata sopra luogo.

Passiamo ora a quel gruppo di pittori lombardi che uscirono dalla Scuola di Leonardo
ed ebbero strette relazioni con lui. Il più largamente dotato ed originale fra tutti fu Gio-
vanni Antonio de' Bazzi, detto il Sodoma, fondatore alla sua volta di una Scuola a Siena.

11 San Gerolamo (n. 207, del signor Mond) è opera importante, benché non appartenga
alla sua fresca età. Secondo ogni probabilità fu eseguito fra gli anni 1518 e 152(>, allorché
si trovava, come si crede, di nuovo nell' Italia settentrionale, periodo nel quale il colorito
suo diviene più fosco, le ombre nere, in ispecie nelle carnagioni. Il magnifico paesaggio
entro il quale sta inginocchiato il Santo, ci ricorda quello del San Sebastiano degli Uffizi
(commesso al pittore dalla Compagnia di San Bastiano di Camollìa nel 1525), non che
anche quello del San Michele, opera molto danneggiata, che ora si vede nel Museo civico
a Milano. Il San Gerolamo fu comprato al Monte di pietà a Roma dal senatore Morelli; più
tardi passò dalla di lui collezione in quella del suo possessore attuale. La Pietà, n. 167,
opera di piccola dimensione appartenente al dottor Richter, vuol essere pure di tempo avan-
zato, mentre la Madonna col Bambino (n. 225) viene indicata come opera giovanile. Le
forme mostrano una certa relazione col maestro, ma studiandola accuratamente vediamo
che in ogni particolare non apparisce degna di lui. L'espressione della Madonna è vuota,
 
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