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Archivio storico dell'arte — 7.1894

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Fasc. IV
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Calzini, Egidio: Marco Palmezzano e le sue opere, [2]
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https://doi.org/10.11588/diglit.19206#0322
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EGIDIO CALZINI

fresco. Ma il Cobelli, 1 soggiunge taluno, dice che la chiesa delle Monache della Torre, ove
trovavasi la pittura, fu aperta due anni dopo, e precisamente nel 1497. Noi invece non
mettiamo affatto in dubbio la data dal Reggiani copiata nel 1838, data che anche il Mi-
lanesi accetta nel suo commento alle vite. 2

Per nostra parte soggiungiamo che, se la chiesa di Santa Maria in Ripa, volgarmente
della Torre, fu solennemente consacrata nel 1497, non vuol mica dire che essa e l'annesso
convento dovessero sorgere proprio nel medesimo anno. Sappiamo infatti come tre anni
prima, e cioè nel 1494, alcune suore di San Francesco, che abitavano presso al mulino
detto della Ripa, ov' era la chiesa di San Giovanni de' Maceri, e in una casa detta della
Torre, passarono nell' ospedale di Santa Maria della Ripa, di ragione del vescovo e del
Capitolo, ove, a spese di Pino Ordelaffi, era stato eretto, venti anni prima, un sontuoso
monastero, la cui chiesa fu poi, come si legge nel Cobelli, consacrata nel 1497. 3

Dell'altro affresco lasciatoci in una cappella di San Biagio, parliamo a suo luogo.

VII.

Molti sono i lavori che derivano direttamente dalla maniera del Melozzo; tra questi,
diversi ne possiede la sua città natale, dei quali uno molto probabilmente appartiene al
periodo in cui maestro e discepolo lavorarono insieme. Intendiamo parlare di quella tavola
in San Mercuriale 4 rappresentante Gesù crocifisso, con alla sua destra San Giovanni Gual-
berto, che raccomanda un guerriero genuflesso, nel quale è fama sia ritratto anche qui
Girolamo Riario: bella figura, in parte coperta di maglia, riccamente vestita e a capo
scoperto, somigliante invero, nei lineamenti del volto, al Pellegrino della lunetta, ormai
celebre, nella prima cappella in San Biagio. Ritta dall'altra parte è la Maddalena, nobile
figura muliebre ripetuta dall' artista nel volto della Vergine e nelle sante da lui dipinte
all' epoca dei Riario ; tipo la cui capigliatura tende al castagno dorato, dal viso ovale ma
pieno, dal collo lungo senza che sia per ciò troppo esile, con i caratteri insomma che ricor-
dano anche qui il volto di Caterina Sforza, siccome ce la descrissero i cronisti del tempo.
Qui si crede anche oggi che nella testa della santa debba riscontrarsi il ritratto di lei,
pensando, dicono tutti coloro che posano a intelligenti di queste leggende patrie, che l'ar-
tista, devoto ammiratore di Caterina, prediligesse allora di riprodurre, nelle figure di donna,
le fattezze della bella e formosa signora che per tant' anni resse la città di Forlì, e della quale
egli, di nobile e distinta famiglia forlivese, era, dopo la morte del Melozzo, il pittore preferito.

Quanto ci sia di vero in questa specie di leggenda, tramandata di secolo in secolo
fino a'giorni nostri, noi non sappiamo: constateremo solo due fatti certi: in primo luogo,
che molti, anzi quasi tutti i volti femminili di questo pittore, somiglian tra loro, tranne
quelli della sua prima maniera, sian di fronte, di profilo o in terza; più, essi appalesano
molti tratti di somiglianza con i cosi detti ritratti di Caterina Sforza, lasciatici dagli artisti
della fine del secolo xv e quelli del principio del xvi. Però dobbiamo accennare all' altro
fatto, che in certa guisa viene a togliere o almeno a diminuire di molto l'importanza del
primo, e cioè che l'identità di questo tipo si riscontra ancora per lunga serie d'anni in
altre opere del Palmezzano, anche in quelle da lui eseguite trent' anni dopo la partenza
da Forlì della famiglia Riario-Sforza. D'altronde dicemmo ancora come Caterina, donna
intrepida ed eroica, nata piuttosto per le armi che per la coltura e per l'amore delle arti,
non si possa considerare tra i mecenati veri dell'arte a Forlì nel Quattrocento. 5 II lettore

1 Cobelli, Cronache, p. 411 : " L'anno 1497, adì 7 de
magio. Fo sacrata sancta Maria de la Riva per mani
de misser Tornasi da li Asti episcopo forlouese. „

2 Milanesi, Vite, voi. VI, p. 335 e segg.

3 V. Marchesi, Supplemento, p. 503.

4 Questa tavola, insieme a quella del quinto al-

tare, fu tolta dalla chiesa e posta in casa del par-
roco nel febbraio di quest'anno.

5 V. E. Calzini, L'arte in Forlì al tempo di Pino III
Ordelaffi, in Atti della E. Deputaz. di St. Patria, Bo-
logna, 1894.
 
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