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Archivio storico dell'arte — 7.1894

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Fasc. IV
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Calzini, Egidio: Marco Palmezzano e le sue opere, [2]
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286

EGIDIO CALZINI

Melozzo (Tav. VII), ove certamente lavorò anche il Palmezzano, intorno al 1489-91, per la
chiesa del Carmine. 1

Ora, adunque, tale comunanza di lavoro ha fatto supporre, molto sensatamente, che
l'allievo, operando insieme al grande maestro, cominciasse da quell'epoca a firmare alcune
sue opere col nome di Marco; che era pure quello del maestro, e coli'aggiunta de Melotius
per indicare ch'egli si dichiarava scolaro del suo illustre concittadino, e che solo in tal
modo amava presentarsi, imitando il non raro esempio di altri pittori di quei tempi che
prendevano il nome del capo-scuola donde derivavano. Così lo Schiavone dicevasi della
scuola di Squacione, sottoscrivendosi: SCLAVONI . DALMATICI . SQVARCIONI, come
Marco Zoppo, bolognese, proveniente anch'esso dalla celebre scuola di Padova, firmavasi:
Zoppo di Squarciane. 2

Vili.

Uno de' capilavori del Palmezzano, forse il migliore, di derivazione del Melozzo, è il
quadro che onora la piccola ma interessante Galleria faentina, allogato al nostro pittore
dai priori della compagnia di San Michelino di Faenza, pel prezzo di ducati 60, con con-
tratto del 12 giugno 1497.3 Rappresenta la Madonna col Bambino in trono, San Michele Ar-

1 È il quadro dell''Annunciazione. L'insigne lavoro
è oggetto di grande ammirazione per gli intelligenti
che visitano la Pinacoteca di Forlì. Ci permettiamo
di mandare il lettore alla nostra pubblicazione : Un
quadro del Melozzo a Forlì ; ivi, 1893. — V. anche la
risposta nella Nuova Antologia, 1° gennaio 1894, e la
replica in Arte e Storia, Firenze, anno XII, n. 22.

Perdoni l'illustre critico della Nuova Antologia
se noi restiamo ancora nella prima convinzione. Le
ragioni da noi esposte per dimostrare che la tavola
fatta eseguire per la chiesa del Carmine a Forlì,
quando il Palmezzano era ancora troppo giovane,
mentre il Melozzo era grande, non ci permettono
di cambiare d'avviso. L'Annunciazione è pittura che
non si può ragionevolmente assegnare agli ultimi
anni del Quattrocento (nel 1491 era già al culto) o
al principio del secolo xv, all'epoca, ad esempio,
della bella tavola di Faenza (1497) o di quella di
Matelica (1501), eseguite entrambe nel più bel pe-
riodo del Palmezzano, non avendone alcun altro da
porre a riscontro di questo per gli opportuni termini
di paragone. Li'Annunciazione starebbe quindi da sola,
in mezzo ai tanti di questo operosissimo maestro,
come sulla cima di una parabola gloriosa, senza mo-
strare le vicende della ascensione e della discesa ?
Ma è ciò verosimile?

Quindi la tavola, che onorerebbe qualsiasi Gal-
leria d'Europa, rappresenta sempre, e non per noi
solamente, l'opera del maestro e dell'allievo insieme ;
ma più assai quella del primo, sia per la composi-
zione del quadro, che per la grandezza dello stile e
la larghezza delle forme, sia infine per quell'armonia
e per quello spirito che lo anima; virtù queste che
appartengono unicamente all'uomo di genio. D'altra
parte, come si dovrebbe pensare solo al Palmezzano

quando si conoscano le altre due tavole, oggi a
Brera, dipinte appunto in Forlì — ed era ancora
vivo il Melozzo — circa quel tempo (1493) ? Si veg-
gano le fotografie qui inserite: quella della magni-
fica tavola del Museo forlivese (Tav. VII) oltre l'altra
sullo stesso argomento (Tav. Vili) derivante dalla
prima, e quelle di Milano (Tav. V e VI); poi si noti
se esse stiano a rappresentare lavori di una stessa
epoca e di una stessa mano soltanto.

2 Archivio Storico dell'Arte, Poma, anno III, 284.

3 II seguente documento fu pubblicato la prima
volta nel Calendario faentino del 1857:

" Mag. Antonius ol. Santis a credentiis et mag.
Ant. ol. Siverij maneghelle priores societatis S. mi-
chilini de faven. dederunt M. Marco qd. antonij pal-
mezani de forlivio pictori imam tabulam altaris diete
societatis ad pingendum coloribus finis et fino auro
et cum oleo in qua tabula sint figure glor. Virginis
in medio a laterib. figure sci Michaelis et sci. Jacobi
minoris et in supratondo dei patris ornati seraphinis
et talis pictura facta sit per totum mensem aprilis
prox. fucturi. Et ita predicta omnia promisit obser-
vare M. Marcus. Et prò pretio promiserunt dicti
priores dare et solvere eidem ducatos sexaginta vel
equivalentem in auro quantitatem de quibus duca-
tis LX dictus M. Marcus prò arra confessus est ha-
buisse ducatos viginti etc. Actum faven. in dieta
ecla. sci. Michaelis present. Marco Salimbeni Matheo
ol. andree ab armis testibus etc. Ego Bartholomeus
olim fris philippi de taurellis not. fav. „

Ed alli 16 marzo 1500 avendo il Palmezzano ri-
cevuto il saldo di sua mercede, se ne rogò quindi
il relativo atto, che è il seguente:

" Cancellatum fuit presens instrum. debiti duca-
torum 60 de mandato dicti m. Marci et ad instan-
 
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