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Archivio storico dell'arte — 7.1894

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Fasc. V
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Boni, Giacomo: Il duomo di Parenzo e i suoi mosaici, [2]
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https://doi.org/10.11588/diglit.19206#0402

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IL DUOMO DI PARENZO

E I SUOI MOSAICI

n questo stesso periodico, ' ho tradotto la descrizione
del duomo di Parenzo, pubblicata dieci anni or sono
dall'architetto Jackson, perchè meritava di essere co-
nosciuta e perchè ricordava le condizioni del monu-
mento prima che si ponesse mano ai restauri. E poiché
si stava preparando una descrizione speciale del duomo
in base alle recenti scoperte, mi limitai a dare, in
guisa di complemento e di commento alla descrizione
del Jackson, quante illustrazioni potei procurarmi.

Nell'estate scorsa l'architetto Tommasi mi comu-
nicava che aveva già approntati i disegni del duomo
di Parenzo e degli edifici annessi, nonché un abbozzo
del testo italiano della illustrazione, che mi avrebbe
spedita per farla stampare ; il reverendo Paolo De-
peris, dotto parroco di Parenzo, pubblicava intanto negli Atti della Società istriana di
archeologia e storia patria 2 alcune sue corrigenda et addenda alla descrizione del Jackson,
che qui riporto succintamente e correggo alla mia volta dove mi sembrano difettose o
incomplete :

" Le traccie di una finestra circolare murata nel muro a timpano della facciata della basilica, è
l'impronta di un globo a mosaico su cui sedeva una figura della quale sono visibili i piedi e parte
della faccia.

" Che i fusti delle colonne dell'atrio provenissero da qualche edificio classico non è provato dal
fatto che i capitelli non sono sempre corrispondenti ai fusti. La stessa non corrispondenza si osserva
in alcune colonne della nave del tempio, i fusti delle (piali sono di fattura originale bisantina. Infatti
i detti fusti sono di cipollino greco.... per marmo e fattura sono identici a quelli delle basiliche ra-
vennatesi e si potrebbe dire che sono stati lavorati nelle medesime officine di Proconneso. „

Osservo che se fossero di cipollino, cioè di marmor carystium dell' Eubea, non potreb-
bero essere estratti a Proconneso, e che i monogrammi, i yvtoptarara, ed i simboli cristiani
scolpiti o incisi nei fusti di colonna degli antichi monumenti rappresentano il loro batte-
simo, o una rilavorazione superficiale, quando venivan tolti da edifici pagani; le più belle
colonne della stessa basilica di Santa Sofia di Costantinopoli non furono punto estratte
nelle cave dai bisantini.

" Nessun capitello di Parenzo è traforato a intreccio di vimini, ma bensì a intreccio di foglie e
rami d'acanto, di foglie di palma e di tralci di vite.

" Gli stucchi negli intradossi degli archi a tramontana appartengono, non già probabilmente, ma
con certezza, alle decorazioni originali. „

1 Anno VII, 1894, fase. II.

2 Voi. X, fase. I e II.
 
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