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Archivio storico dell'arte — 7.1894

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Fasc. V
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https://doi.org/10.11588/diglit.19206#0426

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RECENSIONI

383

gliante di vaghe pitture, della chiesa di Vigano
Certosino, presso Gaggiano, nel Milanese. Consi-
stono essi in angeli di vari atteggiamenti e di
diversa grandezza, facendo corona alla figura
maestosa del Dio padre benedicente che tiene il
posto di mezzo della cuspide maggiore della fac-
ciata; i due santi Bernardo e Guglielmo che co-
ronano i due pilastri delimitanti il corpo di mezzo
della facciata e decorati essi pure da dischi a co-
lori diversi e da due rosoni portanti le effigie d'un
pontefice (Urbano II?) e di un santo ignoto, per-
tinenti ambedue evidentemente all'agiologia certo-
sina; inoltre nella rappresentazione dell'annunzia-
zione che si scorge in due nicchie a sinistra e a
destra, al disopra della porta, anch'essa fiancheg-
giata dalle figure di Sant'Ugo e di Sant'Eugenio,
poste appunto sotto quelle dall'angelo Gabriello e
della Madonna ; e finalmente, poco sopra la porta,
in tre tondi portanti, quello di mezzo, l'effigie di
Giovan Galeazzo Visconti, dal caratteristico pizzo,
e le due laterali targhette colla consueta leggenda
di GRA(tiarum) CAR(thusia), o Certosa delle
Grazie, come amavano i frati della Certosa di
Pavia di designare il loro tempio. La parte di
maggior pregio di tutto il grandioso affresco co-
stituisce l'Annunziazione ; — l'angelo in ispecial
modo per la compostezza della persona, l'espres-
sione del viso e l'intonazione generale del dipinto
riesce mirabile. Come si vede, il pittore non difet-
tava d'una ricca gamma di tinte, ma seppe armo-
nizzarle così sapientemente da riescire ancor oggi
gl'affreschi, nonostante i guasti del tempo, di grande
evidenza e bellezza. Esposti da oltre tre secoli in
mezzo alle intemperie ed al gelo, si direbbe che
il tempo non li ha deteriorati, anzi ha dato loro
uno smalto ammirabile che ce li rende ancor più
preziosi. Nell'interno della chiesa nulla rimane
della decorazione o pittura originaria, giacché esso
nel seicento fu radicalmente rifatto nello stile del
Pellegrini e dei Richini, sicché resta poca spe-
ranza di poterne scoprire qualche avanzo sotto la
scialbatura in quell'occasione alle sue pareti.

Da atti conservati all'archivio di Stato di Mi-
lano risulta che i beni situati in luogo e territorio
di Vigano appartenenti alla famiglia Visconti, me-
diante una donazione fra vivi del 1378 e 1400, ed
un testamento in data del 1397 furono da Gio-
van Galeazzo Visconti, primo duca di Milano e fon-
datore della Certosa presso Pavia, assegnati ai
frati di questo cenobio. Così si spiega, senz'altro,
l'esistenza, negli affreschi della facciata, del ri-

tratto di Giovan Galeazzo e delle consuete sigle
certosine.

In quanto all'autore degli affreschi in discorso,
il Sant'Ambrogio riuscì di stabilirlo nella persona
dell' insigne pittore pavese Bernardino de' Rossi,
che li eseguì nel 1511. Nel ben noto manoscritto
del padre Matteo Valerio, pittore della Certosa
dal 1004 al 1646, conservato alla Braidense, sotto
la segnatura AD. XV. 12., n. 20, a carte C. E. 4
il nostro autore trovò la notizia che Bernardino
de' Bossi dipinse la porta grande (cioè della Cer-
tosa di Pavia) e la chiesa di Vigano, e inoltre a
carte C. E. 3 il più prezioso ragguaglio : Dati a
M° Bernardino de' Bossi pittore, il quale ha dipinto
la chiesa di Vigano dalli lo gennaio alti 9 aprile
Ioli... due. 126. 17. Di Bernardino de'Rossi
l'opera di maggior pregio che fin qui si co-
nosca è l'affresco dell' atrio o porta grande della
Certosa di Pavia, rappresentante nelle lunette del
cornicione a gronda sporgente i profeti Geremia
e Salomone a sinistra, e Isaia ed Ezechiele a de-
stra del Dio padre benedicente, e intorno all'arco
della porta l'angelo e l'Annunziata, pitture che
risalgono al 1508, mentre quelle, ora scoperte, di
Vigano sono posteriori di tre anni, e danno indizio
di maggior perfezione sia nella composizione, sia
nell'impasto del colorito.

Ulteriori studi e raffronti chiariranno se allo
stesso maestro siano da ascriversi anche gli affre-
schi del piedicroce delle Grazie e della sala del
Cenacolo, di cui s'è fin qui cercato invano l'autore.
Come anche è da sperare che bentosto vengano
in luce gli affreschi da lui eseguiti nella sala della
Balla del Castello di Milano. 1

C. de Fabuiczy.

Diego Sant'Ambrogio. Di tre importanti altorilievi di
Balcluccio da Pisa, e di altre preziose opere d'arte
esistenti nella chiesa di San Bassano in Pizzighettone. —

Milano, 1893. Estratto dal periodico II Politecnico.

Soggetto della presente memoria forma mia
opera di scultura del noto maestro pisano, che la-
vorò tanto in Lombardia, la quale il signor ten.
Aristide Anzano nel periodico Arte e Storia del

1 Nel mettere sotto i torchi il presente resoconto ci viene
notizia della pubblicazione più particolareggiata e corredata
di ri produzioni ^eliotipiche, in cui l'egregio autore sotto il
titolo:" Carpiano, Vigano-Certosino, Salvanesco ., ha riunito,
oltre quella di Vigano, altre scoperte d'opere d'arte, fatte da
lui nelle chiese di Cai-piano (tavola d'altare di Aurelio Luini)
e di Salvanesco (altare maggiore originario (Udìa Certosa
di Pavia). Ne parleremo prossimamente.
 
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