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Archivio storico dell'arte — 7.1894

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Fasc. VI
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Gianuizzi, Pietro: Giorgio da Sebenico: architetto e scultore vissuto nel secolo XV
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https://doi.org/10.11588/diglit.19206#0482

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GIORGIO DA SEBENIOO ARCHITETTO E SCULTORE

439

18.

.... giugno 1470.
Archivio suddetto, 1. e, protocollo n. 9, anno 1470, c.

Giorgio da Sebenico conviene con Luca di Antonio dallo stesso luogo.

Georgius matej lapidarius curri luca Antoni] de Sibiniquo c. 149. 1

19.

23 aprile 1471.

Archivio suddetto, atti di Antongiovanni di Giacomo notaio anconitano, protocollo n. 20, anni 1471-72, c. 90 a.

Mandato col quale Giorgio da Sebenico nomina suoi procuratori ad lites Piergiacomo
di ser Antonio, Nicola Persanti e Nicola Bittoli, tutti tre assenti d'Ancona.

Procura magistri georgij mactej de Sibinico.

Die uigessimo tertio mensis aprilis [1471, Indizione IV, Pontificato di Paolo II] actum
ancone inapotheca notarle mei notarij ut supra posila et confinata presentibus dominico Lunardo
augustini et Jeronimo antonij Simonis de ancona testibus ad hec vocatis h'abitis et rogatis ma-
gister georgius mactej de Sibinico lapidicina (sic) ciuis et habitator ancone non reuocando alios
suos procuratores fecit firmavit prò curatore s gestores per Jacobum ser antonij absentem nicolam (sic)
persancti absentem et nicolaum bictoli absentem et quemlibet ipsorum in solidum suos procuratores
ad lites omnes undique (sic) sustinendum.2

1 Questa carta così indicata dalla rubricella del
sopraindicato protocollo, manca nel medesimo in-
sieme alle 14G, 147,148 e 249. Il carattere col quale
detta rubricella è scritta, è della medesima mano
che scrisse gli Atti contenuti nello stesso protocollo.
La data dell'ultimo istromento esteso a c. 145 che
precede quest'atto, è del 1° giugno 1470, e quella del
primo che lo sussegue a c. 150, è del 5 dello stesso
mese ed anno, Indizione III, Pontificato di Paolo IL

2 Questo è l'ultimo atto di Giorgio che ho potuto
trovare in Ancona : e, molto probabilmente, egli,
poco più oltre la data di quest'atto medesimo, fer-
mossi in quella città, cui lasciò entro lo stesso anno,
e dove non si ha memoria che più ritornasse.

Ho accennato già indietro al supporre che io
faccio Giorgio autore eziandio del primo disegno ed
impianto dell'attuale sontuoso Tempio loretano, ed
ho invitato il cortese lettore a riportarsi a questa
nota. M' incombe adunque l'obbligo di esporre qui i
motivi che a siffatta opinione mi hanno condotto ;
ed io sono ben lieto di soddisfarlo. Di questo tem-
pio che, per un primo impulso dato da me all'egregio
vescovo diocesano monsignor Tommaso Gallucci nel
gennaio del 1878 e per l'iniziativa data alla vasta
impresa dal medesimo monsignore, alla quale si sono

concordemente uniti a prestare aiuto il Pontefice, la
Casa Reale, il Governo, l'Amministrazione della
Santa Casa e l'intiera Cattolicità, ora si è già in
parte ripristinato e abbellito e si anelerà in seguito
a ripristinare ed abbellire del tutto, mercè il genio
dell' illustre architetto conte Giuseppe Sacconi, gloria
vivente di questa Marca, che, intorno a cinque secoli
fa, ha dato al mondo ed all'arte un Bramante ed un
Raffaello, per nessun documento finora si conosce
l'artefice primitivo. Che egli sia stato Giorgio io lo
desumo indiziariamente dai seguenti fatti:

1° Che Pietro Barbo, tuttavia cardinale del ti-
tolo di San Marco, guaritosi in Loreto dalla peste
che in Ancona lo avea colto, mentre vi era di tran-
sito per recarsi a Roma all'elezione del papa che
dovea succedere a Pio II defunto nella stessa An-
cona, fu quegli il quale, pi-ima di lasciar la mede-
sima Loreto, per riconoscenza verso la Vergine della
sanità prodigiosamente restituitagli (ob magna et
stupenda et 'pene infinita miracida quae ibidem, cioè in
Loreto, eiusdem almae Virginis opera apparent et nos,
così nella sua Bolla del 29 ottobre 1464, evidenter
experti sumus) e del Papato predettogli ivi, diè com-
missione di costruire il detto tempio. Templum (sono
le parole del suo Breve 12 novembre 14G9, da me
 
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