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Archivio storico dell'arte — 2.Ser. 1.1895

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Fasc. I-II
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Sant' Ambrogio, Diego: Bernardino de Rossi in Santa Maria delle Grazie in Milano: nella Sala del Cenacolo e nella crocifissione del Montorfano
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https://doi.org/10.11588/diglit.19207#0030

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BERNARDINO DE ROSSI

21

*

•he «nomare che il critico possa tanto, varrebbe quanto stabilire che l'arte sia linguaggio
incomprensibile a chi materialmente non Ja esercita».

Le decorazioni pittoriche che formano oggetto del presente studio consistono, nel piedi-
croce di Santa Maria delle Grazie, in affreschi venuti in luce recentemente sulle due pareti
della navata centrale con rosoni ad ogni singola campata contenenti immagini di santi
domenicani, ed in pitture, che già rimanevano scoperte da tempo, di frati dell'ordine dome-
nicano sui pilastri delle navate laterali.

Nella sala del Cenacolo poi tali pitture, molto analoghe a quelle della chiesa, si com-
pendiano in una grande fascia a colori a guisa di fregio di un cornicione che gira tutto
intorno all'ampia sala, e da cui pendono grandi festoni di fiori e di frutta con nastri ondeg-
gianti ai lati e cartelle con motti religiosi. Pochi medaglioni decorano alle estremità della
sala il fregio del cornicione e le limette fiancheggianti il dipinto del Montorfano offrono in
vista profeti con filatterii, mentre le tre sovrastanti al dipinto di Leonardo da Vinci vanno
ornate su un fondo scuro di grandi corone a fiori ed a frutta contenenti stemmi sforzeschi
e le iniziali di Lodovico il Moro e di Beatrice d'Este. 1

Ed ora, per quanto concerne le decorazioni ornamentali del piedicroce, consistenti in
un cornicione nel cui fregio vennero posti dall'artista intrecci geometrici a losanghe e ro-
soncini a colori diversi raffiguranti quasi decorazioni di dischi marmorei colorati e vario-
pinti, non ò chi non veda com'essi si colleghino siffattamente colla dipintura delle pareti
del Cenacolo nella sua parte superiore, e nel tempo stesso colle lesene a rosoncini colorati
della facciata di Vigano Certosino e della porta grande od atrio della Certosa di Pavia, da
lasciar chiaramente intravedere in tutte queste opere Ja mano di un unico artista.

Ad accrescere la rassomiglianza fra questa decorazione ad affresco del piedicroce e quella
della sala del Cenacolo, osservisi come identici alle palmette che decorano le cinque vòlte
a spicchi superiormente al Cenacolo sieno i fiorami a palmetta che girano tutt'intorno ai
rosoni delle singole campate.

Stanno inclusi in quei rosoni e spiccano sopra un fondo scuro un pontefice domeni-
cano che l'assembrerebbe Innocenzo V (1276), Sant'Agnese di Montepulciano, Santa Marghe-
rita d'Ipri e Sant'Apollonia. Nella prima campata verso la porta vediamo un cardinale
volto di profilo ed altro pontefice (Benedetto XI?) dell'ordine dei predicatori.

Ora, anche per questi medaglioni grande oltremodo è l'affinità tecnica del modo con
cui sono dipinti e la gamma dei colori con quelli che figurano nel fregio del cornicione
della sala del Cenacolo alle estremità della sala, nei quali sono effigiati la Beata Margherita,
fitia regis TJmjarie, e la Beata Sibillina di Pavia, con la Beata Agnese d'Ungheria, in vici-
nanza del Cenacolo, e il Beato Giovanni da Vercelli generale dell'ordine, di fianco ed a
destra del grande dipinto della Crocifissione del Montorfano.

Aggiungasi che nel largo bordo che circonda questi medaglioni, con santi al disopra
delle arcate delle navate laterali ravvisiamo di bel nuovo quei rosoncini a colori diversi
che raffigurano quasi tarsie di dischi a marmi variopinti.

E questo motivo ornamentale la caratteristica tipica, la vera pietra di paragone di quel
trescante esimio della fine del XV secolo e dei primi anni del XVI che fu Bernardino Do
Rossi, di San Colombano presso Pavia.

Non conosciamo anzi dipinti del I)e Rossi in cui non figuri sotto qualche forma quel-
I ornamentazione a dischi colorati, e così senza citare gli esempi che tutti ebbero sott'occhi
delle lesene della porta grande della Certosa di Pavia dipinta nel 1508, e di quelle della
facciata di \ igano Certosino del 1511, dischi ornamentali a colore e medaglioni presentano
a profusione le cappelle esterne del muro di cinta della Certosa stessa, e la chiesetta tutta

1 N eggani la monografia «Note epigrafiche ed arti- p. 414 e seguenti HeW Archivio Storico Lombardo, 2° fa-
stiche intorno alla sala del Cenacolo» pubblicata a scicolo, 1892.
 
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