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Archivio storico dell'arte — 2.Ser. 1.1895

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Fasc. I-II
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Supino, Igino Benvenuto: Giovanni Pisano
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https://doi.org/10.11588/diglit.19207#0057

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Il Bode suppone clie nella sua giovinezza lavorasse al fonte battesimale, che è in
Pistoia.1 Certo, dopo i lavori della fontana di Perugia tornò Giovanni a Pisa, e nell'anno
stesso nel quale morì il padre, ebbe l'incarico della costruzione del Camposanto (1278).
E, poiché in quest'epoca e dopo vogliono gli storici ch'egli scolpisse le due statue di
Vergini, una sulla porta del Battistero, l'altra, a mezza figura, nel Camposanto, sotto il
primo affresco di Benozzo, così cominceremo a studiare l'opera del nostro artista da questi
non dubbi lavori di lui.

IY.

Scrive il Yasari, che « una Nostra Donna, che in mezzo a San Giovanni Battista ed un
altro Santo si vede in marmo sopra la porta principale del Duomo, è di mano di Giovanni,
e quegli che a'piedi della Madonna sta in ginocchioni, si dice essere Pietro Gambacorti
operaio... Similmente sopra la porta del fianco, che è dirimpetto al campanile, è di mano
di Giovanni una Nostra Donna di marmo, che ha da un lato una donna in ginocchioni, con
due bambini, figurata per Pisa, e dall'altro l'imperadore Enrico».2

Di quest'ultima vide il Da Morrona gli avanzi in un magazzino vicino al Camposanto,
e lo stesso Yasari ci ricorda le iscrizioni che in tali sculture si leggevano: «Nella base
dove posa la Nostra Donna, sono queste parole:

AVE MARIA GRATIA PLENA DOMJNUS TECUM.

«Intorno alla detta base:

NOBILIS ARTE MANUS SCULPSIT JOHANNES PISANUS
SCULPSIT SUB BURGUNDIO TADI BENIGNO.

« Intorno alla base dell'Angiolo sinistro, sopra la detta porta, che tiene in braccio una
donna con due bambini in collo:

VIRGINIS ANCILLA SUM PISA QUIETA SUB ILLA.

«Intorno alla base dell'Angiolo destro che tiene Enrico Imperatore:

IMPERATOR HENRICUS QUI CHRISTO FERTUR AMICUS. 3

Della prima non sappiamo capire come mai il Yasari abbia potuto vederla sulla porta
principale del Duomo. Il Rosini, nella sua descrizione delle pitture del monumentale Cimi-
tero, scrive che il tabernacolo eli'è sulla porta principale è opera di Giovanni Pisano,
architetto del Camposanto. Yi siede in mezzo la Yergine col Bambino, e dinanzi a lui sta
genuflesso Pietro Gambacorti, allora operaio, e, secondo alcuni, l'architetto Giovanni che
colle altre figure scolpì sè medesimo. Così anche il Da Morrona. I signori Cavalcasene e
Crowe poi confermando l'attribuzione aggiungono che il tabernacolo con la Yergine e quattro
Santi mostra come egli sia artista pregevole, vuoi come architetto, vuoi come statuario. Ma
sarà bene intenderci, perchè non piccola è la confusione intorno a queste opere differenti,
una delle quali è all'ingresso del Camposanto, l'altra sulla porta del Battistero.

Se proprio il Gambacorti è rappresentato in quel personaggio genuflesso, con le mani
giunte rivolto alla Yergine, che è sulla porta principale del Camposanto, Giovanni Pisano
non può assolutamente aver lavorato a quel tabernacolo, come del resto pare a noi più
probabile, anche senza insistere sulla questione delle date e dei nomi, dal momento che

1 W. Bode, Die Italienische PlastiJc, p. 22.

2 Vasari. Ed. Sansoni, voi. I.

8 Orlandi, Memorie stoì'iclie. Manoscritto del secolo xv,

dell'archivio Rondoni, che contiene tutte le iscrizioni
che si leggevano così all'esterno clie all'interno del
Duomo. Abbiamo riportato da questo codice le nostre.
 
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