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Archivio storico dell'arte — 2.Ser. 1.1895

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Fasc. I-II
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Supino, Igino Benvenuto: Giovanni Pisano
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https://doi.org/10.11588/diglit.19207#0073
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(U IGINO BENVENUTO SUPINO

Quelle faccie di giovani donne, che rappresentano alcune delle Virtù, si ritrovano fra
quelle rappresentazioni di Evangelisti senza barba: le mascelle larghe e piene, la forma
delle teste irregolare, anzi contorta, diventano caratteri generali e fondamentali di questa
scultura. All'autore del monumento di Arrigo settimo possiamo quindi attribuire con fonda-
mento questi due gruppi, che del monumento logicamente e tecnicamente facean parte, sicché
Siam sicuri che dopo attento esame dovran gli studiosi convenire fondata e giusta la nostra
nuova affermazione. Nò ci basta questo: a conferma del nostro asserto portiamo un altro e
pur prezioso argomento. Dai documenti pubblicati sappiamo che la tomba dell'imperatore era
colorita, mentre il Rondoni ci dice che la sola statua di Pisa, che era nel pulpito di Giovanni,
era dipinta e aveva la veste rossa e il manto azzurro: o non è pur questa una prova per
dimostrare luminosamente che quella statua faceva parte della tomba di Arrigo e fu aggiunta
al pulpito quando il monumento venne disfatto e trasportato dalla tribuna maggiore alla cap-
pella di San Ranieri, e il pulpito ridotto a nuova foggia con aggiunta di sculture che non
gli appartenevano? Che se questa figura allegorica di Pisa fosse stata destinata, o meglio,
scolpita sin da principio per il pulpito, perchè avrebbe dovuto esser stata la sola a portare,
distintivo originale e non bello, questa forma nuova di ornamentazione policroma? Non tra-
disce pur questo l'accozzo posteriore, che è del resto anche più evidente per tutte quelle
statue, che col pulpito e con la maniera di Giovanni non hanno nulla a che fare?1

Ma le ricerche intorno alla artistica configurazione del pergamo di Giovanni Pisano
non son per noi ancora terminate. Nel conto del disfacimento del pulpito compreso negli
anni che corsero tra il 1601 e il 1605, abbiam trovato dopo una partita di lire 12, per aver
disfatta la scala dove si saliva al pulpito, l'altra di lire 2, per aver portata fuori del duomo
la lionessa, e poiché noi ora sappiamo che sotto la scala del pulpito era Varmadio dei libri
grossi;2 così non possiamo nemmen supporre che quella avesse la forma e l'andamento che le
si è voluto dare nella progettata ricomposizione, ma bensì doveva aver l'altra, che si vede nel
pulpito del Battistero ; e senza dubbio la leonessa sostenente il leggìo, che in San Giovanni
appunto si trova ai piedi della scala, altro non è che quella citata di sopra, adattata alla
nuova sede dopo il disfacimento. E i caratteri propri alla scultura di Giovanni piuttosto che in
quello del padre, si riscontrano perfettamente in questo lavoro, mentre il leggio originale di
Giovanni ora si trova al Museo di Berlino. In quanto agli archetti, non v'ha più dubbio intorno
alla loro configurazione. L'operaio Ceuli, nei suoi Ricordi, ci dice che al pulpito del Fancelli,
fatto eseguire da lui nel 1627, fu fatta la scala doppia con le cose vecchie del pulpito risar-
cite; ma che quelle mensole facessero anche originariamente da scala non è possibile ammet-
tere, per la notizia già data che sotto la scala stava Varmadio dei libri grossi. Son dunque gli
archetti, decorati in forma nuova e bella, quei frammenti che, dimezzati dopo il disfacimento
e ridotti a mensole, formano ora la scala girante del nuovo pulpito lavorato dal Fancelli
nel 1627: e n'è prova l'esempio che esiste al Museo civico di Pisa, ottenuto con due pezzi
da noi rinvenuti nei magazzini dell'Opera. Infatti, anche quelli che sono al Duomo, infìssi
alla colonna della navata maggiore, sono leggermente convessi per seguire l'andamento
circolare del pulpito; ed hanno da una parte la figura di un apostolo con la cartella o col
simbolo, e dall'altra un rosone: quella da servire per la decorazione esterna, questo perla
interna. In fondo poi si possono ancora vedere due di queste mensole col riccio spezzato e coi

1 A titolo di curiosità pubblichiamo queste notizie
rinvenute nel già citato codice manoscritto dell'Archivio
Roncioni, c. 7. Sub scindo Micheli Arcliangelo, sub cu-
pida, circum base parva: Bonturo Dati che i lucchesi
ha consigliati. Sub eociem : deo gratias. in anno do-
mini mcccxiiii de mense n0vembr1s pisanorum potentia cum
suo triumphali exercitu LUCaNOS eorumque castra et ter-

ras a cintorio et a massa usque ad muros civitatis lu-

cane undique et per pontemtectum bellicando et deva-
stando hanc imaginem sive figuram reduxit de sancto
michaeli ad guamum ad istam maiorem pisanam ecclesiam
nominatam ut eorumdem lucanorum discordie seminatorum
temeritas ipsorumque stoliditas in perpetuum ostendatur.
factum in die sancti fridiani.

2 Arch. del Capitolo. Inventarj, ecc., filza K.
 
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