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Archivio storico dell'arte — 2.Ser. 1.1895

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Fasc. I-II
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Ffoulkes, Constance Jocelyn: L' esposizione dell'arte veneta a Londra, [1]
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https://doi.org/10.11588/diglit.19207#0084

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L'ESPOSIZIONE DELL'ARTE VENETA A LONDRA

75

terzo volume degli Studi critici del senatore Morelli. In questo dipinto la nobiltà, la soave
grazia di alcune figure, fa contrasto spiccato colle debolezze di altre parti. Ad ogni modo
è un'opera fra le più importanti nella serie di quelle che portano sempre ben palese l'impronta
dell'eccelso maestro, eh'è la vera
fonte alla quale risale tanta purezza
e nobile calma, qual'è quella domi-
nante nell'insieme dell'accennata
simpatica raccolta di Santi.

Sua pure è la Santa Conversa-
zione (proprietà Mond, n. 155), pro-
veniente dalla collezione Portalupi
a Verona, e l'Annunciazione segnata
FRANCISCVS BISSOLO, piacente
nell'accordo ma debole nella com-
posizione e nella esecuzione. En-
trambe queste opere ci mostrano
l'autore nella mite natura sua pro-
pria, meno strettamente legata con
quella di Giambellino.

III.

Continuando il giro dei Bel-
1 ineschi in questa seconda sala, veniamo a fermarci davanti alla conservatissima Madonnina
di sir M. Shaw Stewart (n. 111). Di soave aspetto e buona nella tecnica (segnata pure
JOANNES BELLINVS) è non ostante lungi dal maestro stesso. Comunque, non ci è riuscito

scoprirne l'autore. Secondo il signor Berenson sa-
rebbe da collocare nel novero delle opere primitive
di Rocco Marconi, noto generalmente pel suo stile
affine a quello di Palma Vecchio e di Paris Bor-
done, mentre nel primo periodo della sua attività,
come dimostra fra altro la sua Deposizione all'Ac-
cademia di Venezia, si atteneva maggiormente alla
maniera beli inesca. Secondo i signori Crowe e Ca-
valcasene poi ricorda il Rondinelli, ma quel giudizio
non ci pare fondato. La gamma de' colori è affatto
diversa da quella del Rondinelli; le forme non sono
le sue e neppure i tipi, come si può vedere con
frontandola colla già menzionata Madonna di lady
Ashburton, n. 108.

Nel ritratto d'uomo n. 149 (di Mr. J. P. Carrin-
gton) abbiamo di nuovo un problema difficile, e
finora insoluto. In alcuni particolari ricorda di
lontano il ritratto segnato di Andrea Cordegliaghi
nel Museo Poldi a Milano, ma la somiglianza non
è che superficiale e l'accennato ritratto di Londra
è di gran lunga più fine. Le tinte dell'incarnato
sono armonizzate a meraviglia col nero e col bianco
delle vesti-, il tutto fa un effetto assai distinto. Anche questo ritratto, secondo il critico or
ora menzionato, vorrebbe essere attribuito a R. Marconi, trovando egli da paragonare il
viso delicato del ritratto in questione con quelli di Nostro Signore morto e della Vergine
nel surriferito quadro dell'Accademia di Arenezia. Fu certo un artista distinto colui che

Fig. 5a - Pietà, di Giovanni Bellini

(Rimini, Palazzo Comunale. Fotografia Alinari)

Fig. 6a - Pietà, di Giovanni Bellini

(Pinacoteca di Berlino. Fotografia Hanfstangl di Monaco)
 
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