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Archivio storico dell'arte — 2.Ser. 1.1895

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Fasc. III
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Boito, Camillo: La ricomposizione dell'Altare di Donatello
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https://doi.org/10.11588/diglit.19207#0158

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contorni. Qui rincalza anche il Vasari, ove dice, toccando delle opere padovane di Dona-
tello: Nel dossale dello altare fece bellissime le Marie, che piangono il Cristo morto.

Teniamo alle statue. S'è visto che i documenti sincroni ci parlano di sette figure, allo-
gate a Donatello ed a'suoi discepoli; e ci dicono i nomi dei Santi che rappresentavano.
Non si può sbagliare. E sette statue di bronzo ci sono infatti rimaste, senza contare il Cro-
cifisso. Ma ecco che l'Anonimo Morelliano annota nel proprio taccuino: Sopra l'aitar mag-
giore le quattro figure de bronzo tutte tonde attorno la nostra Donna, e la nostra Donna....
furono de mano de Donatello. Le statue dunque erano cinque? Innanzi tutto l'Anonimo o il
nobil uomo Marcantonio Michiel, se era lui, non s'ha a confondere con un notaio che
stenda un inventario: registrava ne'suoi fogli le cose che lo colpivano di più, quelle che
in quel giorno, in quell'ora gli parevano più belle, più singolari o più in vista. Nell'altare
di Donato si fermò all'alto scabello o dossale, senza curarsi o senza rammentare poi le due
figure, che si alzavano forse alle estremità delti contorni, probabilmente i due vescovi, i
quali rimasero poi alle estremità delti contorni nell'altar maggiore barocco. È naturale che
attorno alla Nostra Donna si rizzassero il massimo Santo, San Francesco, e il taumaturgo,
titolare del tempio. Chi lo sa? può anche darsi che due delle statue non paressero all'Anonimo
de mano de Donatello ; può darsi che già nel primo ventennio del Cinquecento due Santi
fossero andati a tener compagnia al Crocifisso all'alto dell'ampio arcone della tribuna, come
due statue tengono fra loro il Cristo in croce sopra l'arco solenne, da cui si accede al coro di
Santa Maria Gloriosa de' Frari.

IV.

Neppure ai dodici Angioletti ed alla Pietà si fermò l'occhio o tornò la memoria del
nostro Anonimo. Se fossero stati nello scabello, certo, li avrebbe ammirati, ricordandoli poi ;
ma non potevano essere altro che nella mensa, e forse il paliotto stava nascosto da quei
parati d'oro, da quelle stoffe sfarzose, da quei ricami, da quei merletti, di cui le mense
d'altare, per quanto preziose di sculture, d'intagli o di marmi, non si salvavano allora
come non si salvano adesso.

Francesco Squarcione era pagato il dì 2 d'aprile 1449 per depenzere uno altipeto, o
antipetto, o paliotto; e Bartolommeo Bellano, proclamato dal Yasari e dagli altri vecchi e
recenti scrittori, non dai documenti padovani, prediletto allievo di Donatello, il Bellano,
nello scolpire all'alto della parete nella sagrestia del Santo, con figure le quali furono giudi-
cate allora non de quela perfezion che le potria essere, il miracolo dell'asino inginocchiato
innanzi al Sacramento, dovendo mettere in' bella mostra la mensa di un ricco altare, la
ricopre tutta intiera di una stoffa a sontuoso disegno, con frangia in basso e pizzo al di
sopra. Il dossale si vede abbellito di statue e di ornamenti, ne la mensa poteva essere da
meno. Così la mensa donatelliana di bronzo e di marmo doveva rimanere coperta spesso
o quasi sempre dai frontaliro paliotti posticci.

Prima di spiegare in quale parte dell'altare potessero, anzi dovessero allogarsi i dodici
Angioletti, bisogna rammentare un fatto, che sfuggì completamente, nel compulsare i vecchi
Quaderni dell'Arca, all'occhio attento del Gonzati ed a quelli giovanili di chi lo aiutava.
L'anno 1448, il dì 13 di giugno, onomastico del Santo, i bronzi di Donatello e della sua
bottega furono esposti in chiesa in un altare provvisorio di legno, retto da oto eolone con
li suo capiteli. Era, come dice una nota, la demonstrazion de la pala over anchona; anzi
un altro ricordo più chiaramente ci ragguaglia, dicendo come certi quattrini venissero
spesi per far uno altaro el dì del Santo per demostrar et desegno de la pala over ancona
ali forestieri. E ci si può figurare l'affannoso affaccendarsi dello scultore, de'suoi discepoli
e lavoranti nelle settimane che precedettero la nobile mostra. Si comperava il metallo, si
facevano le forme, si fondeva, si ripuliva; la Nostra Donna non era ancora gettata verso

Archivio storico dell'Arte, Serie 2% Anno I, fase. III.

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