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Archivio storico dell'arte — 2.Ser. 1.1895

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Fasc. III
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Fabriczy, Cornelius von: Andrea del Verrocchio ai servizi de' Medici
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https://doi.org/10.11588/diglit.19207#0185

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176 CORNELIO DE FABRICZY

ad 15. Seguendo la testimonianza del nostro elenco dovremo, d'ora innanzi, con ogni
verosimiglianza schierare anche il Yerroccliio nel novero dei maestri che non sdegnarono
di adoperare le loro doti artistiche all'adornamento di rappresentazioni e feste pubbliche,
come il Vasari ce lo riferisce dal Brunelleschi, dal Cecca, da Aristotele da Sangallo, Andrea
Feltrini, Piero di Cosimo, Francesco Granacci, il Pontormo, il Sansovino, il Tribolo e via
dicendo. In che abbiano consistiti tali « apparati » (come si chiamavano allora) si desume
in generale dalle notizie dell'autore testé citato, e da alcune descrizioni che di simili feste
ci furono trasmesse dai cronisti e storiografi. Sono note, per esempio, quelle che trattano
dell'apparato della festa del Corpus Domini celebrata in presenza di Pio II a Yiterbo (1462),
di quella fatta dal cardinale Pietro Riario all'entrata* in Roma di Eleonora d'Aragona (1473),
e dell'altra delle nozze di Annibale II Bentivoglio con Lucrezia d'Este (1487), della visita
di Eleonora e Beatrice d'Este a Venezia (1491), dei possessi solenni di Alessandro VI, Giulio II
e Leone X, dei trionfi apparecchiati nel 1513 a Firenze per festeggiare l'elezione di que-
st'ultimo e, nel 1515, alla sua visita in Firenze, per non ricordare che gli spettacoli più sontuosi
di questa sorta. 1 Anche delle feste ordinate alla venuta in Firenze, nel marzo del 1471,
del duca Galeazzo Maria Sforza e di sua moglie Bona di Savoia abbiamo le relazioni del-
l'Ammirato, del Corio, del Rinuccini e di due sienesi che ne scrissero parecchie lettere alla
Signoria della loro città natale, ricordando, in generale, che « questi Magnifici Signori Fio-
rentini fanno maravigliosi apparati per diversi luoghi della città et in molte case di spera-
bilissimi cittadini, con tanta sumptuosità ch'è cosa admiranda a vedere ».2 Ma, per disgrazia,
poco ne apprendiamo riguardo al lato artistico degli apparecchi con cui si volle onorare la
presenza degli ospiti incliti. Si sa, pertanto, da esse che le spese dell'apparato dell'entrata,
quelle dell'adornamento della sala del Consiglio in Palazzo Vecchio dove il duca fu ricevuto
dai Signori, e quelle delle rappresentazioni sacre celebrate nelle chiese di San Felice, del Car-
mine e di Santo Spirito (che in quest'occasione fu distrutta da incendio) vennero sborsate dalla
Signoria. I lavori rispettivi del Verrocchio, dunque, per cui l'erede suo chiede essere pagato dai
sindaci de'beni medicei, dovevano essere stati eseguiti nel palazzo di via Larga, dove il
duca e la duchessa furono da Lorenzo, a sue private spese, alloggiati. Se, ora, la coopera-
zione del nostro maestro nei preparativi di siffatto ricevimento si sia limitata all'addobbare
ed ornare le stanze con magnifici arazzi, con scelte tavole e sculture, con ricco mobilio,
anticaglie rare e preziosi arredi e suppellettili, delle quali cose tutte ridonda l'inventario
artistico di casa Medici (e che il suo padrone aveva preso ogni cura di non lasciarsi superare
dal fasto del suo ospite, anzi aveva procurato, ed era riuscito, a eccitare il suo stupore col
dispiegare innanzi a lui — s'intende con quel gusto e quella delicatezza che era retaggio
della famiglia — tutte le ricchezze e tutte le maraviglie artistiche di cui disponeva, ciò
sono unanimi ad asserire le fonti sopra citate); oppure se gli sia stata conferita la cura di
apparecchiare, con pitture e sculture decorative inventate appunto allo scopo, qualche rap-
presentazione, qualche festa speciale messa in iscena nel palazzo stesso (ed è certo che anche
queste non saranno mancate), ciò non ci è dato di stabilire, e dobbiamo deplorarlo tanto
più imperocché si tratta di una nuova manifestazione del talento molteplice del nostro
artefice, manifestazione della quale il documento, alla cui interpretazione e maggior deter-
minazione fu consacrato il presente studio, è l'unica fonte che ce ne riveli l'esistenza.

Roma, dicembre 1894.

Cornelio de Fabriczy.

1 Cfr. Burckhardt, Die Cultur der Renaissance in
Italien, 3a ediz. Lipsia, 1877, voi. II, pag. 152 e seg., e
dello stesso autore: Gescliictlie der Renaissance in Ita-
lien, 2a ediz., Stuttgart, 1878, pag. 383 e seg.

2 Cfr. Ammirato, Storia di Firenze, Firenze, 1641,

parte II, pag. 108; Corio, L'historia di Milano, Ve-
nezia, 1554, pag. 416 recto; Rinuccini, Ricordi storici.
ediz. Aiazzi, Firenze, 1840, pag. cxv; e Balduino da
Lucignano e Lorenzo Venturini, Della venuta in Firenze
di G. M. Sforza, ecc., Firenze, 1878, pag. 35.
 
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