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Archivio storico dell'arte — 2.Ser. 1.1895

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Fasc. III
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Supino, Igino Benvenuto: Tino di Camaino
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https://doi.org/10.11588/diglit.19207#0187
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178

ricerche, le quali non potrebbero portare nessuna nuova luce al nostro intento, vediamo fra
tutti i seguaci del grande scultore pisano, che furono a Pisa o con lui o dopo di lui, quelli
che più si segnalarono per importanza di lavori e per artistico merito, cercando insieme di
restituire ai loro veri autori molte opere che sono sempre, e non giustamente, ritenute del
maestro, o con più generica affermazione attribuite alla sua Scuola.

I.

Fra gli scolari di Giovanni è da annoverarsi quel Tino, del quale, chiamandolo invece
Lino, ci parla il Vasari. «Furono discepoli di Giovanni», scrive egli, «molti che dopo di
lui fiorirono; ma particolarmente Lino, scultore ed architetto sanese, il quale fece in Pisa
la cappella, dov'è il corpo di San Ranieri in Duomo, tutta ornata di marmi, e similmente
il vaso del battesimo eh'è in detto Duomo col nome suo».1 Ma dei lavori citati dallo sto-
rico aretino nulla oggi rimane: il vaso del battesimo, che era anticamente presso all'altare
di San Giorgio, è stato distrutto, ed erroneamente crede il Rosini esser di lui quello che è
in Camposanto presso la sepoltura scolpita dallo Stagi, di faccia l'ultimo affresco di Benozzo;
lavoro barocco e di ben scarso pregio.2

Il Roncioni poi ci dice che la fonte del santissimo battesimo, tenuta per cosa singolare
da tutti gli scultori, era di forma rotonda, tutta piena di figurine di basso rilievo, dentrovi
la vita e morte di San Giovan Battista, ed il battesimo che dette a Cristo nel fiume Gior-
dano;3 ma è veramente da deplorarsi che nessun frammento rimanga di questo lavoro, del
quale dovremo contentarci di riportare l'iscrizione che vi si leggeva attorno:

JOHANNES ISTUM BAPTIZAT NOMINE CHRISTUM
CORRIG1T INCESTUM HERODIS CORPORE GESTUM
TRACTANT BAPTISTE NECEM NUNC ISTA ET ISTE
PER CAPUT IN DISCO NUNC POSSIT FEMINA DISCO
CORPORE LANGUENTES CURANT A DEO YENIENTES

ANNIS MILLENIS TERCENTUM ET DUODENIS
HOC OPUS EXPLETUM FONTIS FUIT ATQUE REPLETUM
ORDINE PERFECTO SIT CHAYO DENIQUE RECTO
TINI SCULPTORIS DE SENIS ARTE COLORIS
RECTOR BORGUNDIUS TADI YIRTUTE PROFUNDUS
HINC EGO TUNC TADI BORGUNDIUS NOMINE FAYI 4

I restauri eseguiti dopo l'incendio fecero lavorare alla cappella di San Ranieri il Mo-
schino, il Lorenzi, il Foggini ed altri artisti del secolo xvn, cosicché oggi inutilmente si
ricercherebbero nel Duomo i lavori di questo scolare di Giovanni Pisano, cui accenna il
Vasari; nè potremmo assegnargli, come vorrebbero gli storici pisani, la tavola di marmo
scolpita in bassorilievo, dove è effigiata Maria Tergine, quando nella città di Tiro appare
a San Ranieri, posta oggi nella Cappella dedicata a San Guido della Primaziale di Pisa, nono-
stante che il Milanesi confermi tal giudizio, addirittura fantastico per i caratteri evidenti
della scultura che ci attestano il lavoro di due secoli posteriore.5 Ma unico certo monu-
mento che ci rimanga di lui in Pisa è la tomba dell'imperatore Arrigo YII, un tempo
nella tribuna del Duomo, ora in Camposanto. E noi illustreremo insieme con questo lavoro

'Vasari, ed. Sansoni, voi. I, pag. 319. i Archivio Roncioni. Orlandi, Memorie storiche, ma.,

2 Descrizione delle pitture del Camposanto, pag. 209, carte 8.

n. 122. 6 Milanesi, Documenti dell'arte senese, voi. I, pag. 185.

3 Roncioni, Storie pisane, libro III, pag. 113.
 
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