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Archivio storico dell'arte — 2.Ser. 1.1895

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Fasc. III
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https://doi.org/10.11588/diglit.19207#0227

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RECENSIONI

The early Work of Raphael, by Julia Cartwkight

(Mrs. Henry Ady). — London, 1895.

È il 13° numero fra le monografie di soggetti
artistici svariatamente illustrati, che si vengono
pubblicando mensilmente nel periodico ThePortfolio.

Chi al semplice sfogliare un volumetto simile
(in-8 grande, di un' ottantina di pagine con nume-
rose ed ottime illustrazioni) non se ne sentirebbe
subito grandemente attirato? Se la gioventù dei
grandi artisti in genere richiama la nostra atten-
zione in modo particolare, perchè ce li mostra nel-
l'espressione più pura e più ingenua delle loro
facoltà, qual fascino non deve esercitare la con-
templazione e la meditazione delle opere dei primi
tempi di un ingegno fra tutti benedetto dalla prov-
videnza e dalla natura, quale fu quello del divino
Urbinate? Per quanto già se ne sia parlato e scritto,
egli, il genio dell'arte italiana per eccellenza, con
la sua grazia insuperabile s'impone, rivive sempre
come ammaliatore incomparabile nelle divine sue
creazioni.

Nò deve recare meraviglia che sia stata questa
volta una signora intelligente e colta ad innamo-
rarsi del soggetto e a sceglierlo a tema di uno
studio speciale, se si considera che Raffaello, con
la sua soavità e la sua eleganza ingenita, è pro-
priamente l'artista creato per conquistare innanzi
tutto le simpatie del sesso gentile.

Ma lasciando da parte le parole lusinghiere,
che non potrebbero avere nessun altro significato se
non quello di luoghi comuni, di espressioni conven-
zionali, noi possiamo qui asserire che la signora
è riescita felicemente a darci un'idea chiara e con-
vincente dello sviluppo artistico del giovane pit-
tore sino al tempo della sua andata a Roma nel-
l'anno 1508. In un altro volume poi tratterà del
rimanente della sua breve vita.

I tre capitoli in cui ha ripartito la materia di
questa prima parte portano rispettivamente l'inte-
stazione generale delle tre città di Urbino, di Pe-
rugia e di Firenze, successivi luoghi di dimora del-
l'artista.

Nel primo, com'è naturale, si tratta della fa-
miglia del pittore, e del padre suo in ispecie, quale
pittore e poeta. Ragionando poi di coloro che vo-
glionsi considerare quali veri maestri di Raffaello,
l'autrice fin dal principio si professa seguace en-
tusiasta di quanto in proposito pensò e scrisse il
più eminente fra i nostri critici. Ai meriti del
quale anzi essa si riferisce fin dal principio del
suo libro con sentimento così spontaneo, che me-
ritano le sue parole di esser qui riportate testual-
mente.

« Fra i molti servigi resi dal defunto senatore
Morelli alla causa dell'arte, nessuno è più impor-
tante di quello della nuova luce da lui portata
sulla vita e sulle opere di Raffaello. Il suo sguardo
acuto ed accurato, le sue pazienti ricerche, hanno
fatto di più per condurre lo studio del grande Ur-
binate sopra un piede scientifico, che tutto l'in-
sieme della letteratura degli anni anteriori occu-
pata intorno al suo nome. Ben parecchie antiche
tradizioni sono state messe da parte, più di una
prediletta credenza del genio popolare è stata di-
strutta con tale procedimento. Le favole formatesi
intorno all'infanzia del pittore, e la storia de'suoi
amori sono svanite. Alcuni quadri rinomati ed un
gran numero di disegni già attribuiti, senza discer-
nimento, alla sua mano, sono stati rivendicati ai
loro veri autori. Nò si può dire nonostante che la
fama di Raffaello ne sia rimasta menomata.

« Al contrario l'ingegno suo risplende di luce più
pura e più serena. Ora soltanto noi costatiamo la
rara eccellenza e la suprema bellezza della sua
 
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