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Archivio storico dell'arte — 2.Ser. 1.1895

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Fasc. IV
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Cozza-Luzi, Giuseppe: Del ritratto di Francesco Petrarca nel codice Vaticano 3198
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https://doi.org/10.11588/diglit.19207#0251

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242

GIUSEPPE COZZA-LUZI

vero, non potendosi per lo stile attribuire al tempo del Petrarca. E ciò sempre meglio per-
suadono le vostre diverse osservazioni e ricerche fatte sull'iconografìa1 petrarchesca e la
stessa riproduzione dell'antico dipinto padovano che avete voi messa in testa al vostro libro.
Chiunque voglia meglio convincersi, deve leggere quelle vostre belle pagine, ove potrà
eziandio dilettarsi nelle ingegnose osservazioni e supposizioni.

Riguardo al disegno e alle forme della fìsonomia reale e non convenzionale del poeta,
ognuno, meglio che nelle parole descrittive, può leggere nella fotografìa. In quanto poi al
colorito, la imagine non è dissimile da altre. Il fondo è di un azzurro molto denso, il colore
naturale della pergamena offre il bianco al vestiaro, mentre il chiaroscuro delle pieghe è
fatto in rosso talvolta divenuto color perso. E pur di un perso più deciso si è la soppan-
natila del cappuccio che gira intorno alla faccia e ne fa rilevare meglio la carnagione.
Questa è trattata sulla pergamena con poco e sfumato color rossastro e con tratti più o meno
scuri per rilevar gli occhi, le narici e la bocca e le membrature diverse, mentre il labro è
appena sfiorato da un po'di rosso.

Riproducendo pertanto il bel ritratto dal codice Vaticano, mi piace far notare una
particolarità, che mi sembra importante e da altri non avvertita. Questa conferma sempre
più la diretta provenienza del nostro esemplare da un ritratto eseguito in persona vivente.
.E se l'osservazione può parere sottile, tuttavia merita di esser ricordata per la sua originalità.
E di vero, riguardando anche la sola fototipia si vede chiaramente riprodotta sulla gota destra
del poeta una piccola escrescenza o porro, a poca distanza dall'estremità della narice, sotto
allo zigoma faciale. Ciò sicuramente non si sarebbe fatto per arbitrio da un pittore, il quale
non avesse avuta dinanzi agli occhi la persona medesima.

Invitiamo pertanto gli eruditi, artisti ed amatori, a far ricerche e confronti opportuni
affin di poter sempre meglio assicurare quali siano le più fedeli sembianze del grande li-
rico. 2 Niuno meglio di voi, illustre amico, potrà su ciò dire una parola autorevole. Per mia
parte son ben lieto di poter così dare un piccolo contributo alla storia, all'arte ed alla let-
teratura con queste poche osservazioni, le quali speriamo riescan gradite ai cultori di siffatti
studi, come lo furono alcune altre per lo stesso poeta.3

Intanto prego voi a benevolmente aggradirle, come pegno dell'alta stima che ha per voi
ed i vostri studi petrarcheschi

Dalla Biblioteca Vaticana, 25 giugno 1895.

il devotissimo
Giuseppe Cozza-Luzi.

1 L'altra egregia sua opera porta il titolo: Pétrarque
et Vhumanisme d'après un essai de restitution de sa bi-
bliothèque, Paris, 1892. Ivi specialmente è interessante
al nostro proposito (pag. 375) V Excursus I. L'icono-
g rapiti e de Pétrarque.

2 Si vegga eziandio il Tomassino nel suo Petrarcha
redivivus, 11 adn., pag. 2. Vi si parla del ritratto che

nel 1630 Cassiano dal Pozzo comunicò al Tomassino.

Veggansi pure nel Catalogo della Petrarchesca Rosset-
tiana di Trieste 1874, altre utili indicazioni per chi
voglia far altri studi sull'argomento.

3 Nel 1892 pubblicammo una special memoria Sul
codice Breviario di Francesco Petrarca con tavola :
quando questo interessante volume venne alla Biblio-
teca Vaticana con altri codici Borghesiani.
 
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