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Archivio storico dell'arte — 2.Ser. 1.1895

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Fasc. IV
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Ffoulkes, Constance Jocelyn: L' esposizione dell'arte veneta a Londra, [2]
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https://doi.org/10.11588/diglit.19207#0269
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dell'entusiasmo espresso per la tela rappresentante Adamo ed Eva. Per quanto poetica nel
concetto, l'Eva è poco soddisfacente nell'esecuzione e l'Adamo, affatto sbagliato nel disegno,
fa un effetto piuttosto brutto.

Anche Paolo Caliari mancava, benché varie opere scevre del suo spirito e della traspa-
renza delle tinte, così caratteristica in lui, venissero annoverate quali lavori suoi. Fra essi,
le Sante Famiglie (n.1 151 e 202), tutt'e due della stessa mano, sono, secondo un buon co-
noscitore, del suo imitatore Giambattista Poncliino detto Bozzato, l'avo del Padovanino. Fu
discepolo di Tiziano ed amicissimo di Paolo Veronese, le sue opere essendo state confuse ta-
lora, come già osservò il Federici, con quelle di Tiziano, di Paolo e dei Bassani. La sua ta-
vola nella chiesa di San Liberale a Castelfranco, già attribuita a Paolo, ha, come ci viene
asserito, tutti i tratti individuali che ritroviamo nelle citate due tele. Il pittore morì nel 1570.

Una bella mezza figura rappresentante la Giustizia colle armi della famiglia Contarmi,
è opera caratteristica del suo contemporaneo Giovanni Battista Zelotti.

*

* *

Un ritratto muliebre è giustamente attribuito a Jacopo Passano; a canto si vedeva un
buon esempio di un pittore italiano che di rado s'incontra fuori di Spagna. È questo Do-
menico Theotocopoli, detto il Greco, che si mostra qui sotto l'influenza del Tintoretto.

*

* *

Attirava l'ammirazione degli amatori la grande pala d'altare di Giovanni Battista Tie-
polo, piena dell'individualità di questo interessante pittore e concepita nello stesso spirito
come il suo nobile quadro nella chiesa dei Gesuati alle Zattere a Yenezia. Anche il suo
figlio Domenico, suo scolare e collaboratore nei suoi faticosi lavori sulla vòlta del palazzo
arcivescovile a Wlirzburg, è rappresentato qui con due opere. La Madonna sulla mezzaluna,
sotto i suoi piedi il serpente col pomo in bocca, e il ritratto di papa Clemente XIII, Carlo
Rezzonico. È curioso che tutt'e due vengono attribuiti a Giovanni Battista Tiepolo, mentre
mostrano un colorito assolutamente inferiore e diverso dal suo. La gamma del colorito di
quest'ultimo è di una finezza e di un'armonia incantevole e del tutto sua speciale; in queste
altre pitture invece il colorito è di qualità fredda, richiamando quasi la tecnica di un pa-
stellista.

*

* *

È peccato che due buone vedute di Yenezia (n.1 254 e 261) fossero collocate come sopra
porte e potessero appena esser viste, mentre una serie di pitture di un qualche debole imi-
tatore del Guardi godevano dei posti d'onore.

Un altro interessante esempio, una copia del quale vedevasi nel balcone (n. 282, attri-
buita al Guardi), è la Fiera nella piazza di San Marco (n. 206, proprietà M. Mond). Lo stesso
possessore offrì pure l'interessante tela di un episodio storico, la venuta a Yenezia nel se-
colo scorso di papa Pio YI. Yi è figurato il momento quando nella gran Sala della Scuola
di San Giovanni e Paolo a Yenezia riceve il Doge e la Signoria di Yenezia.

Parecchie altre opere portavano il nome di Guardi, ma per la maggior parte sono di
un debole imitatore.

Nel balcone incontrammo pure Pietro Longlii in diversi spiritosi soggetti di genere, e
così pure in un buon ritratto della moglie dell'architetto Temanza (n. 262).
 
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