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Archivio storico dell'arte — 2.Ser. 1.1895

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Fasc. IV
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Baudi di Vesme, Alessandro: Matteo Sanmicheli: scultore e architetto cinquecentista
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https://doi.org/10.11588/diglit.19207#0295
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286 ALESSANDRO VESME

detta stampa non copiò il foglio del Sanmicheli, ma calcollo o semplicemente lucidollo. Clic
non l'abbia copiato credo io pure ; ma nemmeno può averlo calcato o lucidato dal disegno origi-
nale, nel quale, com'è naturale, mancano le composizioni dipinte in fondo alle tre arcate. C011-
vien dunque dire che il disegno, fatto per essere riprodotto coli'incisione, fu tratto non
direttamente da quello del Sanmicheli, ma da una copia antica di esso, alla quale siano
state aggiunte le tre storie del miracolo.

Y.

Nei minutari notarili ond'è ricco l'Archivio civico di Casale Monferrato trovai un atto,
che giudico assai prezioso, perchè ci fa conoscere con certezza un lavoro del Sanmicheli, del
quale sinora s'ignorava l'autore, e perchè contiene la notizia più antica che si abbiagli di
lui. Esso è fra i rogiti del notaio casalese Giovanni Antonio Ingegneri.

1510, 30 aprile.— «Nobilis Sebastianus de Lasagnis de Montemagno confìtetur se esse
certuni debitorem magistri Mathei de Sancto Michaelle comitatus Mediolani1 ibidem presentis
de ducatis quadraginta quinque auri seu eorum valore, et hoc nomine reverendissimi do-
mini Bernardini Gamberie protonotarii apostolici, et sunt ex causa unius sepulture quam
facere promissit et promittit ipse magister Matlieus in capella dominorum de Gamberiis
sita in civitate Casalis in ecclesia Sancti Evasii, de qua fit mentio in instrumento rogato
notario Philippo de Alba civi et notario Casalensi. Quos ducatos quadraginta quinque seu
eorum valorem ipse nobilis Sebastianus nomine predicto promittit ipsi magistro Matheo dare
et numerare liinc inde et per totum mensem octobris proxime futurum ».

La famiglia Gambéra (in latino Gamberia) oriunda da Rosignano, paesello non lontano
da Casale, non compare che nella seconda metà del XV secolo, ma acquistò rapidamente
grandi ricchezze e feudi, grazie a parecchi membri di essa che ottennero elevate dignità
ecclesiastiche presso la corte di Roma.2 II più illustre fu quei Bernardino, nato nel 1456 e
morto il 25 novembre 1506, che fu cubiculario dei papi Innocenzo YIII ed Alessandro YI,
vescovo di Cavaillon in Francia, protonotario apostolico, prevosto di Crea in Monferrato e
conte palatino. 3 Avendo lungamente vissuto in Roma, vi apprese ad amare le arti del bello.
A testimonio della sua intelligente munificenza non (ùtero che lo splendido messale che
si conserva presso il Capitolo di Casale, opera d'ignoto artista romano di quel periodo for-
tunato, ed il palazzo Gambéra in Casale, che la tradizione vuole eretto su disegno di Bra-
mante, ma che più verosimilmente fu opera di Matteo Sanmicheli. 4

Farmi che il notaio Ingegneri non adoperò un'espressione appropriata là dove scrisse
che il Lasagno si confessa debitore a nome del protonotario Bernardino Gambéra. Difatti,
se si ascolta la prima impressione, quasi si dubiterebbe che quel Bernardino protonotario fosse
ancora in vita, e fosse perciò un personaggio differente da quello che morì nel 1506. Ma v1 hanno
due eccellenti ragioni per non dar seguito a siffatto dubbio. La prima è che non vi fu altro
protonotario apostolico così chiamato che il vescovo di Cavaillon, morto nel 1506. E la seconda,

1 Lo Stato di Milano è spesso designato come con-
tado, anche dopo la sua erezione in ducato.

2 Le notizie che qui do sui Gambéra sono quasi
tutte estratte dalle Genealogie di famiglie del Monferrato,
di Massara-Previde, che si conservano manoscritte presso
la Biblioteca del Re in Torino.

3 La famiglia Gambéra si estinse nei primi anni di
questo secolo, ed il suo ricco patrimonio passò succes-
sivamente, per via di donne, nelle famiglie Vidua, In-

cisa di Santo Stefano e Leardi, e l'ultimo conte Leardi

lasciò erede universale del suo l'Istituto di educazione
che assunse il suo nome.

* Questo palazzo fu dal deputato Filippo Mellana,
ultimo proprietario di esso, legato all'Istituto Leardi.
Chi ne sia stato l'architetto è ormai cosa impossibile
a decidere, essendo esso stato orrendamente rimoder-
nato. — Del nostro Gambéra (e non di un Gàmbara) è
una medaglia coniata da un anonimo nel 1485 e male
indicata dall'Armand, Le Médailleurs italiens, II, 64,
e III, 180.
 
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