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Archivio storico dell'arte — 2.Ser. 1.1895

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Fasc. IV
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Baudi di Vesme, Alessandro: Matteo Sanmicheli: scultore e architetto cinquecentista
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https://doi.org/10.11588/diglit.19207#0326

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317

artefice italiano, mentre tutte le altre sembrano dovute, per quanto riflette l'esecuzione ma-
nuale, ad 1111 oltramontano. Siffatte differenze sono paragonabili a quelle che riscontratisi
nelle incisioni in rame fatte da diversi artisti d'appresso uno stesso disegno.

XXVIII.

Nelle prime pagine del presente scritto ho dato il testo d'una lapide relativa a Matteo
Sanmicheli, della quale mi riservai di riparlare. L'esistenza di essa mi fu fatta conoscere
dal dottor Giuseppe Roberti, professore di let-
teratura italiana presso l'Accademia militare
di Torino, al quale ne professo la più grande
obbligazione. Desideroso di vederla, mi recai
nel marzo del 1895 alle Calcinere Inferiori —
frazione del comune di Paesana nell'alta valle
del Po — e non solo ve la trovai ancora, ma
ebbi anche la fortuna d'acquistarla. Avendone

10 poi fatto omaggio alla mia città natale, essa
è ora nel Museo Civico di Torino.

Detta lapide si trovava sopra la bassa
porta d'un porcile nel cortile della casa di Bat-
tista Garinó, eh'è una delle prime, a man
destra della strada provinciale di Crissolo.

Nella parte inferiore vi sono due rotture: l'una
a sinistra, per la quale mancano due mezze
linee dell' iscrizione, e l'altra a destra, che pro-
babilmente tolse via le ultime lettere del mil-
lesimo «m.d.xx », sicché adesso la data

rimane incerta. La frase frammentaria «... ac
effigie sva ...» indica chiaramente che eravi
anche il ritratto di Matteo da lui stesso scol-
pito, ed infatti al di sotto del sito ov'era la
lapide esiste ancora la nicchia che lo conte-
neva; ma esso è scomparso da molto tempo,
giacche nemmeno i più vecchi del paese ri-
cordano di averlo veduto, e sarebbe ormai
impresa vana il farne ricerca.

Come io scultore Juganese possedesse co-
lassù una casa è cosa che, sebbene manchino
notizie d'archivio, potrà facilmente indovinare chiunque sappia che in quella borgata delle
Calcinere ed a pochi passi dall'abitato esiste una cava di varie qualità di marmi, della quale

11 Sanmicheli fu evidentemente il proprietario o l'usufruttuario.1

I marmi che si trovano alle Calcinere ed in altre frazioni del comune di Paesana sono
così descritte dal Casalis:2

«Marmo bardiglio, colle macchie bige a linee parallele, di grana alquanto saccarina,
e capace di ricevere una mediocre levigatura.

«Marmo bianco saccaroideo (calce carbonata) di una leggerissima trasparenza, onde si
distingue colà col nome di alabastrino.

1 II cav. Guglielmo Jervis, conservatore delle colle- convinzione che il monumento dell'arcivescovo Seyssel

zioni del Museo Industriale di Torino ed autore di un in Torino è composto del materiale di questa cava,
riputato libro sui marmi italiani, mi dichiarò che in 2 Dizionario geografico, XIV, 48-49.
seguito a diligenti e ripetuti confronti venne nella piena

Imposta di porta, nella cappella dei Cavassa
a Saluzzo
 
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