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Archivio storico dell'arte — 2.Ser. 1.1895

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Fasc. IV
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Recensioni
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https://doi.org/10.11588/diglit.19207#0331

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RECENSIONI

The Guide to the italian pictures at Hampton Court. Kyrie
Pamphlets, n. 2, written by Mary Logan, published
by A. D. Innes and Co., 1894.

Come si vede, è dovuto questo istruttivo fasci-
coletto ad un'altra signora, e possiamo aggiungere
ad una assai gentile e perspicace signora.

In una graziosa e semplice edizioncella, come
si sanno fare con gusto speciale in Inghilterra, essa
ha messo a disposizione di una benemerita società
di Londra, la Kyrie Society, questo suo catalogo ra-
gionato di una galleria pubblica di proprietà regia,
situato in un palazzo di campagna in vicinanza di
Londra.

La Kyrie Society, fondata nel 1877, coli'intento
di raggiungere il massimo sviluppo delle proprie
forze, secondo il suo motto: — « to the utmost of
our power » — ha per iscopo di decorare i luoghi
di riunione degli operai, gli ambienti degli ospedali,
tutti i locali di riunioni popolari, di vigilare sulla
manutenzione e sugli abbellimenti dei giardini pub-
blici, di organizzare dei concerti e delle società
corali nei quartieri dei poveri, di distribuire dei
libri buoni agli ospitali, alle case di lavoro {work-
houses) ai club e alle biblioteche dei quartieri, in
fine di pubblicare degli opuscoli semplici e di poco
prezzo inforno a soggetti spettanti all'arte. Fra que-
sti ultimi non sono esclusi i cataloghi, e tale è
appunto quello che ci sta dinnanzi.

La R. Galleria di Hampton Court è nota agli
amatori altrettanto per l'intimo pregio dei tesori
artistici, massime di arte italiana, che contiene,
quanto (pur troppo) per la trascuranza e il poco
buon ordine con cui vi sono tenuti ed esposti. Una
mano, o più mani probabilmente d'iniqui restaura-
tori vi hanno imperversato sgraziatamente in tempi
passati, sfigurando, alterando, manomettendo le
tele e le tavole dei nostri grandi maestri, talvolta

in modo da renderli ora quasi irriconoscibili. Non
ostante la nostra scrittrice si aggira fra i medesimi
con quella famigliarità che proviene da chi già si
è occupato del soggetto e con altri si è in propo-
sito trattenuto.

Poi che fra i disordini tuttora in vigore in
quella Galleria va notato anche quello di una clas-
sificazione per autori spesse volte arbitraria ed
erronea, è opera benemerita quella di chi si ac-
cinge a portare un po' di luce e di discernimento
in tanta confusione. Nel caso presente poi è stato
fatto anche di più; l'autrice si è preso l'impegno
di dare volta per volta, trattando i diversi autori,
un breve cenno dell'origine loro e del nesso che li
congiunge nella storia dell'arte, sempre in base ai
più recenti risultati della critica.

Il lavoro è diviso in sette capitoli, rispondenti
ai titoli seguenti:

I. La scuola veneta (e questo in relazione a
quanto offre la Galleria è il più esteso).

II. Milano: Marco d'Oggiono.

III. Ferrara-Venezia: Dosso Dossi.

IY. Ferrara-Bologna: Costa e Francia.

Y. Correggio e Parmigianino.

VI. Decimottavo secolo, Venezia.

VII. Mantegna.

Nel primo, incominciando coll'antisala per cui
si entra nella Galleria stessa, nell'additare una
grande tela di Antonio Canal detto il Canaletto,
accenna all'abuso fatto del suo nome, confon-
dendo le opere sue proprie con quelle de'suoi sco-
lari e seguaci e massime del suo nipote Ber-
nardo Belotto. Nel suo processo di esclusione poi
va troppo oltre, ma, come consta, per pura svista,
non rammentando come opera del maestro in
capo, il quadro suo più bello e più importante
nella National Gallery di Londra, eli'è quello rap-
 
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