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Archivio storico dell'arte — 2.Ser. 1.1895

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Fasc. V
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Calzini, Egidio: Il Palazzo Ducale di Gubbio
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https://doi.org/10.11588/diglit.19207#0378

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IL PALAZZO DUCALE DI GUBBIO

tempo affrettavo col pensiero il giorno in cui avrei
potuto vedere il vetusto palazzo. Ma quando nell'au-
tunno del 1894 potei finalmente appagare il mio desi-
derio, il godimento che mi aspettavo, e per l'impor-
tanza del monumento, e per le memorie gloriose che
esso doveva suscitarmi nell'animo, fu sopraffatto da un
senso di disgusto. Non il fascino che su noi sempre
esercita l'arte gentile della Rinascenza, non l'incanto
del luogo su quella cima, dominante l'immenso piano
umbro, bastano a distoglierti dalla impressione penosa.
Dovunque siano, artistici avanzi abbandonati al flagello
di persona rozza e ignorante, esposta di continuo alla
rapina del primo che vi arriva, destano ribrezzo, ti
mettono di malumore.

Che rimane oggi di codesta favorita dimora degli invitti duchi d'Urbino? Ahimè, ben
poco! Gli ornamenti più belli delle sue porte e de' suoi camini scolpiti sul marmo adornano
oggi musei privati in Italia o dell'estero. In cotesta abitazione, un tempo doviziosa, ove i
Montefeltro avevan profuso un tesoro di sculture, d'intarsi, splendidi di colori e di ori, nei
soffitti, nelle finestre e nello studio particolare del principe, più non rimangono che le pareti
disadorne, spogliate, minaccianti ad ogni momento rovina. La maggior parte de' pavimenti,
formati da- quadrelli in cotto con entrovi largamente inciso un rosone o un intreccio di
circoli, o di poligoni, provvisoriamente puntellati, più non consentono la visita del luogo.
E però dinnanzi a tale profanazione scandalosa subito un desiderio si fa strada nell'animo
del visitatore rattristato: un desiderio che è voto ardentissimo, di vedere cioè conservato,
preservato da rovine maggiori almeno quanto avanza del vecchio edifìzio.

Le fotografìe che qui riproduco mi dispensano dal descrivere il palazzo; ci guadagnerà,
nè son certo, il lettore; benché tutto si potesse dire in poche parole; consistendo le parti
principali rimaste del monumento: nell'ossatura sgretolata dell'edifìcio; nel suo cortile ele-
gantissimo; nell'arco d'ingresso a' pie della scala; in due o tre camini, non de'suoi più
belli; in alcuni stipiti di porte interne, nelle sale o nel voitone al pianterreno, e in diversi
conci di finestre sfaldati e guasti dall'intemperie. Questo all'incirca è quanto rimane della
più ricca ed elegante abitazione, dopo quella d'Urbino, dei famosi principi montefeltreschi.

Procedendo lestamente in questo articolo, che non ha nè può avere il carattere di uno
studio speciale di quella Corte magnifica, nè dello stesso palazzo eugubino, domando subito
a me medesimo in quale armo il palazzo di Gubbio fu costruito e chi ne fu l'autore. Ma qui
mi è necessaria una dichiarazione: per questo articolo non ho potuto servirmi di documenti
(non ne ho che uno solo, come si vedrà in seguito), per la semplice ragione che documenti
scritti non esistono, o, almeno sinora, non se ne conoscono. La guida migliore, anzi l'unica

Archivio storico dell'Arte, Serie 2", Anno I, fase. Y. 6
 
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