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G. FRIZZONI
Nella Pinacoteca Scarpa si vedeva deturpato il dipinto da molti ritocchi. Questi, tut-
tavia, devono ora essere stati fortunatamente tolti, e il quadro quindi reso più godibile, da
che se ne fece acquirente un gentiluomo veneto, appassionato per l'àrte severa, il barone
Giorgio Franclietti.
La parte rimanente della raccolta, da Motta fu trasportata a Milano ed affidata al
Fig. 1. - RAFFAELLO SANZIO (?) RITRATTO DA FRA SEBASTIANO DEL PIOMBO
(Galleria Scarpa)
cav. Giulio Sambon per la vendita al pubblico incanto, che fu effettuata nel locale dell'Espo-
sizione permanente.
Nell'ottantina di quadri di che si componeva figurava buon numero di egregi autori,
la maggior parte italiani. Fra tutti poi primeggiava di gran lunga quello di un imponente
ritratto, tenuto niente meno che per Raffaello Sanzio da Urbino, intorno al quale sorse una
gara che rimarrà memorabile negli annali delle aste pubbliche di belle arti, da poi che i vari
contendenti, riscaldati dal desiderio di possedere tanto capolavoro, non ristettero dall'aumento
delle loro offerte, fin che riportò la palma quella esposta da una contessa Clievigné di
Parigi, nella cifra di 135 mila lire. (Il quadro è destinato a figurare definitivamente nella
Galleria di Budapest).
G. FRIZZONI
Nella Pinacoteca Scarpa si vedeva deturpato il dipinto da molti ritocchi. Questi, tut-
tavia, devono ora essere stati fortunatamente tolti, e il quadro quindi reso più godibile, da
che se ne fece acquirente un gentiluomo veneto, appassionato per l'àrte severa, il barone
Giorgio Franclietti.
La parte rimanente della raccolta, da Motta fu trasportata a Milano ed affidata al
Fig. 1. - RAFFAELLO SANZIO (?) RITRATTO DA FRA SEBASTIANO DEL PIOMBO
(Galleria Scarpa)
cav. Giulio Sambon per la vendita al pubblico incanto, che fu effettuata nel locale dell'Espo-
sizione permanente.
Nell'ottantina di quadri di che si componeva figurava buon numero di egregi autori,
la maggior parte italiani. Fra tutti poi primeggiava di gran lunga quello di un imponente
ritratto, tenuto niente meno che per Raffaello Sanzio da Urbino, intorno al quale sorse una
gara che rimarrà memorabile negli annali delle aste pubbliche di belle arti, da poi che i vari
contendenti, riscaldati dal desiderio di possedere tanto capolavoro, non ristettero dall'aumento
delle loro offerte, fin che riportò la palma quella esposta da una contessa Clievigné di
Parigi, nella cifra di 135 mila lire. (Il quadro è destinato a figurare definitivamente nella
Galleria di Budapest).