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— N.° 101.

79

Ordine MarcMonale dato all’ 8 di maggio del 1512 per pagamento di prezzo dovnto delle pit-
tnre eseguite da Matteo Costa. (1)

*

Spect. Dom. Thexaurario di lo Illmo S. no.facia pagamento a Mati Costa (2) de duoj infrascripti,
primo un quadro per lui fatto largo brac. undese. alto brac. otlo ; con nove muse che chantano,

Apollo che sona, com lo Illmo S. no. che ascholta, et de più a paesi con nubi. E1 qual quadro è
posto in la camara apresso a quella del papa al palazzo de St. Sebastiano (3) de commissione de
Sp. Lorenzo Costa a di 8 may et ut infra. P. A Mati Costa depinctor per aver fatto ut supra un
quadro habeat 1. 139: 5: 10. 111. Principis et eximy D. nostri D. Marchionis Mantuae Spect.
Thesaurarius camerae ejusdem dare debeat Mattheo Costa libr. centum triginta nonam et demi-
diam par. pro sua mercede ut supra patet et ponat in expensis.

R.° Franciscus Cazinus. XIII septembr. 1512
Co. Otho — Alex. Spagnolus — Ludovicus Donatus
In expensis in lib. Palmae. cart 50.

ANNOTAZIONI

(1) — Trascritto dall’originale e fu da noi per la prima volta pubblicato al 1842 in Bologna fra le
memorie originali Italiane di belle Arti. Serie III.

(2) — Mattia o Matteo Costa, stato ricordato al cap. 4. del lib. II. nel primo volume, può credersi che
fosse tenuto iu concetto di molto abile e pratico artefice, perchè dal Gonzaga prescelto a dipingere in quel
palazzo, in cui avevano operato Andrea Mantegna e Lorenzo Costa.

(3) — Fu letto in Libro mandatorum al 1512 un ordine di pagamento Dosso pictori ducat. trigint.
et lib. 92. pro ejus mercede pinxisse quadrum unum magnum cum undecis figuris humanis positum in
catnera superioris solis in palatio novo S. Sebastiani. Può credersi che Dosso Dossi ferrarese, essendo
stato discepolo di Lorenzo Costa, venisse da questo chiamato in Mantova come aiuto onde facesse compiu-
te le pitture la di cui esecuzione in quel luogo era stata a lui commessa.

— N.° 102. —

Brano di lettera scritto al 10 di settembre del 1512 (probabilmente in Mantova) da Sllvestro
da Luca a Francesco Marchese di Mantova. (1)

Illmo S. mio Havendome Y. S, più volte ditto de volerfar fare un libro di carta capretlo etin
quello retrar li cavalli dil naturale trovandomi ne le mane ducati vintilri de uno datio da debitori
vecchj rescossi da li frati de sancto Benedelto (2) di quali era debitore un quondam Cesare de
la Mirandola quali dinari seriano appunto a proposito per far la dicta opera da comprar la carta de
capretto,da comprar loro, larzento, lazuro oltremar cò altri colori diversi, anchora da pagar el mi-
nialore che depinzerà epsi cavalli de naturale che serà opera bella et memorabile.

X sept. MDXII. Silvester de Luca

annotazioni

(1) — Fu pubblicata anclie dal Pungileoni nel Giorn. Arcad. al 1850 nel T. 48 a pag. 556.

(2) — Cioè i frati che abitavano nel convento di San Benedetto a Polirone. Forse Silvestro che scris-
se questa lettera fu figlio a quel Luca Fancelli architetto per lo avanti da noi ricordato.
 
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