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INTORNO ÀLLE ARTI ED AGLI ARTEFICI DI MANTOYA

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I — A pag. 7 abbiarno accennalo di avere veduli entro una stanza, posla dappresso alla torrc
della gabbia, gli avanzi di anliche pitture. Ora crediamo di soggiungcre che con quei dipinti sembra
che si avesse voluto ornare un lempio o cappella privata erella nel palazzo dci Bonacolsi, (1) al quale
cerlamente all’anno 1502 era unila la lorre suddelta. Infalli negli slatuli Bonacolsiani al Lib. I.
rubr. 55 dove sono indicali i confmi delle piazze si legge notato fra gli allri cantonum de Malve<
ciis qui est per medium turris cle Bonacolsis super Fossatum (2) ; cioè la torre della gabbia murata
all’anno 1500 come scrissero 1’ Aliprandi ed il Gionla, od al 1502 come affermò il Yolta di avere
rilevalo da alcune memorie Mss. di Mantova. E percbè della famiglia Bonacolsi sono stati alcuni
che applicarono al sacerdozio (5) è naturale il credere che costoro avessero procuralo in loro casa
un luogo comodo e adatlo ad esercitarvi le pratiche di religione.

Dalle circostanze del luogo può argomcntarsi che il piano della slanza dipinta fosse stalo circa
due metri più basso di quello che non lo sia al presenle. Nella parte superiore di tre pareti di
detta stanza si veggono colorile a buon fresco e ritocche a tcmpera diverse invenzioni distribuite in
scomparlimenti dislinti. Nella prima parete sono: l.° — Gesù che siede a dispulare coi dotlori,
e 2.° — Santa Maddalena. Nella seconda parete, 5.° — i Santi Pielro e Paolo; 4.° — il batte-
simo di Gcsù, a mezze figure ; 5.° —• la crocifissione di Crislo; e 6.° — Santa Caterina che ri-
ceve dal Rcdenlorc l’anello nunziale. Nella lerza parete, 7.° — iSantiPaoIo e Cristoforo; 8.° — un
altro S. Crisloforo a metà fìgura, e 9.° — i re magi che adorano Gesù. Sulla stessa parete ma
dal lalo cbc prospelta alla stanza vicina enlro cui si eleva la t.orre sono rappresentali 10.° — la
Vergine scdula in trono che accarezza il bambino; 11.° — San Michele che ticnc le bilancie e
la spada; e 12.° — a metà fìgura Sant’Anlonio abate. Dalla diversa maniera con cui appariscono
immaginati ed eseguiti codesli lavori siamo fatti persuasi chc essi fossero slati operati da diversi
pitlori. Così mentrc le pitlure indicale ai numeri 6.° e 10.° appalesano i modi di Italiani educati
a scuola Greca ; tulte le allre ricordano la maniera di artetìci imitatori del Gaddi, dello Sternina
e del Cimabue tutti vissuli al secolo XIII cd al principiare del XIV. Sebbene mutilati e sfregiati,
gli avanzi di queste pitture moslrano gl’indizii di castigato disegno, di vivaci colori e più ancora
 
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