I OUADRI DI SCUOLA ITALIANA
NELLA GALLERIA NAZIONALE DI BUDAPEST
;ELLA Pinacoteca nazionale della bella capitale dell'Ungheria, le scuole
pittoriche emiliane figurano degnamente. E Ferrara, la gran madre
della pittura emiliana del Rinascimento, è rappresentata innanzi tutto
da un compagno di Cosmè Tura, cioè da Michele Ongaro o Michele
Pannonio.
Michele dai unii si ritrova per la prima volta a Ferrara nel 1415
intento a colorire uno stendardo; 1 e s'incontra di nuovo nel 1427,
occupato a dipingerne un altro, tutto adorno delle imprese del marchese
Lionello d'Este, cioè a diamanti e a margherite, il quale fu mandato al campo, alla gente
d'arme, tra la quale militava, sotto gli ordini del condottiero Braccio da Montone, il futuro
signor di Ferrara. 2 Dopo quasi vent'anni, il pittore s'incontra di nuovo occupato in un
modesto lavoro, a dorare angioli di ottone eseguiti da Nicolò Baroncelli, dello scultore fioren-
tino che nella piazza di Ferrara eresse la statua equestre a Nicolò III d'Este.3 Avendo poi
Lionello d'Este commesso, per la cappella di Corte, al Baroncelli, sei angioli di ottone di tre
diverse grandezze, e cioè due grandi, due mezzani e due piccoli, questi attese a lavorarli in
cera dal 1443 al 1445, a gettarli e ritoccarli nel 1446; e Michele Ongaro li dorò.4 Non si
1 R. Archivio di Stato in Modena, Camera Ducale,
Amministrazione, Leonello d'Este, Registro 1442-1444:
« 1415 intra e spexa a O 123 Vno stindardo per
taffetà roso e biancho pexa oncie 24.
« A M° Mechile dai ùnij per depinzere lo dito
atute sue spexe de horo ariento e fatura . . L. 60
«Oncie 19 di franza in lo dito lo quale fu e fato
aladiuixa di M° Vguzone la quale fue posta in champo
quando lui la prixe dalo S. ».
2 R. Archivio di Stato in Modena, Camera Ducale,
Amministrazione, Leonello d'Este, Registro 1442-1444:
« 1427 a Cte 123.
« Vno stindardo de tafeta biancho pexa oncie 26 lo
zenda.
« Aue M° Mechile depintore per depinzere lo dito
adiamanti e malgarita de horo e da dento atute sue
spexe saluo ha di zendale e franza tasa per benna-
stru ducati 25 a soldi 41 per ducato. L. 51, soldi 5.
« Eue mandato in champo ale zente d'arme de
lo S. ».
3 A. Venturi, / primordi del rinascimento arti^
stìco a Ferrara {Rivista storica italiana, voi. I, fasci-
colo IV, anno 1884).
4 R. Archivio di Stato in Modena, Camera Ducale,
Registri di guardaroba, Creditori e debitori, 1445 f.,
a c. 98, retto.
« mccccxlvi.
« E di dito (ossia : 5 aprile) per folgij otozento doro
batudo fino posto a ducati uno per centenaro a fol. 47
per ducato Aue mechile ongaro dipintore fige dare
galioto per dorare quatro Anzolj de otone de la Ca-
pela de lo signore de Corte de li quali folgij apare
mandato n. 56 a cte 6. . L. 9 — sol: 16 — den : —
« Fato In suina de folgij 1100 — apare posto In que-
sto a c'e 173 folgi 300 ».
[a c. 169 tergo]
«Adi 15 Nouembre
« Mechile Contrascrito de dare lire quatordize soldi
quatordize marchesane per uigore de uno boletino per
L'Arie. Ili, 24.
NELLA GALLERIA NAZIONALE DI BUDAPEST
;ELLA Pinacoteca nazionale della bella capitale dell'Ungheria, le scuole
pittoriche emiliane figurano degnamente. E Ferrara, la gran madre
della pittura emiliana del Rinascimento, è rappresentata innanzi tutto
da un compagno di Cosmè Tura, cioè da Michele Ongaro o Michele
Pannonio.
Michele dai unii si ritrova per la prima volta a Ferrara nel 1415
intento a colorire uno stendardo; 1 e s'incontra di nuovo nel 1427,
occupato a dipingerne un altro, tutto adorno delle imprese del marchese
Lionello d'Este, cioè a diamanti e a margherite, il quale fu mandato al campo, alla gente
d'arme, tra la quale militava, sotto gli ordini del condottiero Braccio da Montone, il futuro
signor di Ferrara. 2 Dopo quasi vent'anni, il pittore s'incontra di nuovo occupato in un
modesto lavoro, a dorare angioli di ottone eseguiti da Nicolò Baroncelli, dello scultore fioren-
tino che nella piazza di Ferrara eresse la statua equestre a Nicolò III d'Este.3 Avendo poi
Lionello d'Este commesso, per la cappella di Corte, al Baroncelli, sei angioli di ottone di tre
diverse grandezze, e cioè due grandi, due mezzani e due piccoli, questi attese a lavorarli in
cera dal 1443 al 1445, a gettarli e ritoccarli nel 1446; e Michele Ongaro li dorò.4 Non si
1 R. Archivio di Stato in Modena, Camera Ducale,
Amministrazione, Leonello d'Este, Registro 1442-1444:
« 1415 intra e spexa a O 123 Vno stindardo per
taffetà roso e biancho pexa oncie 24.
« A M° Mechile dai ùnij per depinzere lo dito
atute sue spexe de horo ariento e fatura . . L. 60
«Oncie 19 di franza in lo dito lo quale fu e fato
aladiuixa di M° Vguzone la quale fue posta in champo
quando lui la prixe dalo S. ».
2 R. Archivio di Stato in Modena, Camera Ducale,
Amministrazione, Leonello d'Este, Registro 1442-1444:
« 1427 a Cte 123.
« Vno stindardo de tafeta biancho pexa oncie 26 lo
zenda.
« Aue M° Mechile depintore per depinzere lo dito
adiamanti e malgarita de horo e da dento atute sue
spexe saluo ha di zendale e franza tasa per benna-
stru ducati 25 a soldi 41 per ducato. L. 51, soldi 5.
« Eue mandato in champo ale zente d'arme de
lo S. ».
3 A. Venturi, / primordi del rinascimento arti^
stìco a Ferrara {Rivista storica italiana, voi. I, fasci-
colo IV, anno 1884).
4 R. Archivio di Stato in Modena, Camera Ducale,
Registri di guardaroba, Creditori e debitori, 1445 f.,
a c. 98, retto.
« mccccxlvi.
« E di dito (ossia : 5 aprile) per folgij otozento doro
batudo fino posto a ducati uno per centenaro a fol. 47
per ducato Aue mechile ongaro dipintore fige dare
galioto per dorare quatro Anzolj de otone de la Ca-
pela de lo signore de Corte de li quali folgij apare
mandato n. 56 a cte 6. . L. 9 — sol: 16 — den : —
« Fato In suina de folgij 1100 — apare posto In que-
sto a c'e 173 folgi 300 ».
[a c. 169 tergo]
«Adi 15 Nouembre
« Mechile Contrascrito de dare lire quatordize soldi
quatordize marchesane per uigore de uno boletino per
L'Arie. Ili, 24.