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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 5.1902

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Fasc. 3
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D'Ancona, Paolo: Le rappresentazioni allegoriche delle arti liberali del medio evo e nel rinascimento, [2]
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https://doi.org/10.11588/diglit.24147#0254
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LE RAPPRESENTAZIONI ALLEGORICHE DELLE ARTI LIBERALI

NEL MEDIO EVO E NEL RINASCIMENTO

(Continuaz. Vedi fascicolo precedente pag. 137 e segg.j.

III.

A fortuna eh’ ebbe l’opera di Marciano Capella durante l’età di
mezzo sino ai primordj del Rinascimento, oltre che nella lettera-
tura, la possiamo seguire nell’arte.

Adolfo Venturi nella sua Storia dell'Arte italiana,1 laddove si
sofferma ad investigare di quali elementi consti l’arte del medio
evo, esamina anche il contributo portato dalla letteratura e nota
come, mancando allora il genio della invenzione, volentieri si sacri-
ficasse ogni originalità per riprodurre solo idee e forme rese popo-
lari dai poeti e dagli scrittori. Attenendosi al De opficiis di Cicerone,
l’artista potrà determinare l’ordine gerarchico delle Virtù Cardi,
nali: seguendo il De consolatione di Boezio, presentare un’adeguata immagine della Filosofia; la
Psycomachia di Prudenzio gli suggerirà il motivo delle vergini Amazzoni trionfanti sui Vizj,
e il Physiologus le infinite varietà degli animali, rappresentanti co’ loro caratteri l’uomo nelle
sue qualità e nelle sue tendenze. Il De nuptiis Philologiae et Mercurii appartiene a questo
medesimo ciclo di opere, che furono all’arte fonte di ispirazione. Vedremo in seguito quanto
l'arte si sia saputa emancipare dalla letteratura, e quando la ricerca della bellezza a poco
a poco abbia sostituito il freddo compiacimento di rappresentar solo un concetto. Potremo
riscontrare come ogni artista, pur svolgendo il tema medesimo, abbia allora una fisionomia tutta
sua propria, e come l’opera d’arte consti di due elementi, e possa considerarsi, per dir così,
quasi la risultante dei concetti e delle forme tramandate dalla tradizione e di ciò che l’artista
ha saputo aggiungervi di suo, obbedendo agl’impulsi del proprio genio creatore e uniforman-
dosi ai gusti, alla vita, ai bisogni, alle aspirazioni dell’epoca in cui è sorto. Bacone nel campo
delle manifestazioni naturali ebbe a dire « Natura non facit saltus ». Anche l’arte al pari
della natura non progredisce che a poco a poco, per mezzo di insensibili modificazioni, di
evoluzioni lente: anch’essa è soggetta alla legge universale che regola tutte le cose.

* 5Ì<

Seguire la evoluzione di un dato tipo artistico limitandosi a studiarne nei monumenti
rimasti le forme più tarde, è compito di gran lunga più agevole, che volgersi ad indagarne 1

1 A. Venturi, Storia dell’Arte italiana. Milano, 1901, voi. I, pag. 70-95.
 
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