Atti della Società di Archeologia e Belle Arti per la Provincia di Torino (1.1875)

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ARCHEOLOGIA E BELLE ARTI

tieri o no vi consenta. A me tornarebbe in acconcio per miei
vantaggi andare all'impero, dove sono tanto desiderato ed
invitato non solo per le prediche, ma molto più per altri
impieghi, per aver posto come V. A. R. può sapere dal
signor marchese Villa, al quale ho comunicato la lettera
di pugno del duca di Mantova all'imperatrice ed a' ministri.
Ma per proseguire il mio pensiero di gran servigio di V.
A; R. e di tutta Italia, conosco essere necessario, posposti
li miei interessi, che con il pretesto della predica io mi fermi
in queste parti e possa negoziare molto con V. A. R. e suoi
ministri, andando ancora spesso avanti e indietro, mentre
presto sarà vicino , cioè in Casale detto signor duca di
Mantova (l) ».
Questi intraprendenti trovavano eco, come già dissi, alla
nostra corte, ed il Lanzi veniva appunto incaricato di mis-
sione segreta col duca di Mantova, affine di aggiustare
antiche divergenze, che invano eransi risolte dagli stessi
diplomatici nei congressi di Valenza e dei Pirenei.
Restringendomi a parlar di lui, sol in quanto a pitture
attiensi, accennerò alla prima sua lettera del 30 agosto 1664,
ove così scriveva al duca : « Giacche la mia poca fortuna
vuole che V. A. R. non conosca per ora il mio spirito che
nella pittura, gli mando due altri quadri. Vide ella ne' due
primi quadri che gli donai la furia del pennello, nei due
secondi la diligenza. I primi furono fatti in tre giorni, i
secondi in due settimane. Veda ora due altri, i quali ho
rifatti per presentare in Alemagna in luogo degli ultimi
destinati per colà, e che poi diedi a V. A. R. In questi vi
è la furia de' primi e la diligenza de' secondi, poiché li ho
fatti in quattro giorni tutti due, e sono finiti e ricercati

(1) Archivi di Stato, ib.