LE STAZIONI DI QUADRATA E DI CESTE
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e la Stura (1). Imperocché ben si può credere che a'tempi
di Ennodio, cioè sul principio del sesto secolo, ancor ri-
manesse, sebbene in istato più o meno cattivo, la strada
romana.
Ma gli antichi itinerari, discordi però, e non poco tra di
loro, danno tra Cozzo e Torino una distanza maggiore di
quella che è realmente; per cui nasce spontanea la suppo-
sizione che la romana strada si allontanasse alquanto dalla
retta linea. Ed è probabilmente per questa ragione, congiunta
a quella dell'essersi ritrovate nel luogo di San Genuario molte
colonne miliarie, che insigni archeologi furono d'avviso che
per tale luogo passasse essa strada (2) ; quantunque si sappia
come le colonne miliarie siano state il più delle volte tra-
sportate in qua e in là, e radunate per servire a edilìzi sacri
o profani, o per altri usi; locchè impone di andare assai
guardinghi nel prendere argomento da esse per determinare
una linea stradale.
Quali luoghi impertanto attraversasse precisamente la
romana strada tra Gozzo e Torino, quale il sito delle man-
sioni e delle mutazioni che s'incontrano lunghesso la me-
desima, sono due problemi non ancora risolti. Così le
mansioni e le mutazioni che erano da Cozzo a Torino ci
sono enumerate dagli itineràri; ma pressoché soltanto da
essi ci sono note; nessun titolo, e tanto meno rinvenuto sul
luogo, ce le rammenta, nessuna città, nessun villaggio ne
conserva o ne ricorda, anche con qualche alterazione, il
nome. Quindi per non accennare che alla mutazione di Ceste,
(1) Iacopo Durandi Dell'antica condizione del Vercellese, To-
rino, MDCCLXVI, p. 98.
(2) Carlo Promis Storia dell'antica Torino, 1869, p. 431; Du-
r an di, op. cit.
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e la Stura (1). Imperocché ben si può credere che a'tempi
di Ennodio, cioè sul principio del sesto secolo, ancor ri-
manesse, sebbene in istato più o meno cattivo, la strada
romana.
Ma gli antichi itinerari, discordi però, e non poco tra di
loro, danno tra Cozzo e Torino una distanza maggiore di
quella che è realmente; per cui nasce spontanea la suppo-
sizione che la romana strada si allontanasse alquanto dalla
retta linea. Ed è probabilmente per questa ragione, congiunta
a quella dell'essersi ritrovate nel luogo di San Genuario molte
colonne miliarie, che insigni archeologi furono d'avviso che
per tale luogo passasse essa strada (2) ; quantunque si sappia
come le colonne miliarie siano state il più delle volte tra-
sportate in qua e in là, e radunate per servire a edilìzi sacri
o profani, o per altri usi; locchè impone di andare assai
guardinghi nel prendere argomento da esse per determinare
una linea stradale.
Quali luoghi impertanto attraversasse precisamente la
romana strada tra Gozzo e Torino, quale il sito delle man-
sioni e delle mutazioni che s'incontrano lunghesso la me-
desima, sono due problemi non ancora risolti. Così le
mansioni e le mutazioni che erano da Cozzo a Torino ci
sono enumerate dagli itineràri; ma pressoché soltanto da
essi ci sono note; nessun titolo, e tanto meno rinvenuto sul
luogo, ce le rammenta, nessuna città, nessun villaggio ne
conserva o ne ricorda, anche con qualche alterazione, il
nome. Quindi per non accennare che alla mutazione di Ceste,
(1) Iacopo Durandi Dell'antica condizione del Vercellese, To-
rino, MDCCLXVI, p. 98.
(2) Carlo Promis Storia dell'antica Torino, 1869, p. 431; Du-
r an di, op. cit.