ARCHEOLOGIA E BELLE ARTI
CA. ...
VT IPSÂ....
Il luogo in cui stava il frammento me lo ha fatto cre-
dere moderno, essendo assai conosciuto che sopra la porta
del castello di Verrua si succedettero parecchie iscrizioni.
Tuttavia, a meno che si tratti d'iscrizione di cui non sia
rimasta memoria, o della quale io non abbia notizia, è fa-
cile riconoscere che esso frammento non può appartenere
a quella posta a scherno del Principe monferrino, nè a
quella che ne ripeteva il motto pungente rivolto al duca di
Feria (i); e nemmeno a quella innalzata per ricordare la
(i) h Nè m'affaticare) di spiegare il giubilo de poveri habitatori di
Verrua e luoghi circonvicini, essendo stati liberati sì gloriosamente d'
un assedio tanto fastidioso. Per contrasegno di questo volsero mutare
l'inscrittione intagliata già ne tempi antichi (nelle guerre seguite tra
Piemontesi, e Monferrini) sù la porta del Castello, ove si vedeva un
porco in piedi ch'apriva le fauci per aggiungere un grappolo d'uva
pendente sopra il suo capo, con questo motto:
QVANDO QVESTO PORGO PIGLIARA L'VVA
IL MARCHESE DI MONFERRATO PIGLIARA VERRVA,
e lasciare il corpo stesso solamente alterando alquanto il motto :
QVANDO IL PORCO PIGLIARA L'VVA
IL DVCA DI FERIA PIGLIARA VERRVA
(Relatione dell'assedio di Verrua, in Torino appresso Luigi Pizzamiglio,
MDCXXV, P-45)"- Questo libro fu tradotto in lingua francese e stam-
pato a Lyon nel M . DC . XXVI col titolo : Relation au vray particu-
lière, et ample de tout ce qui s' est faict iour par iour au siège de
Verrue, depuis le commencement du mois d'Aoust, iusques au dix-kui-
ctieme de Novembre, l'an 16*5-. V. pure Moreri', Le grand diction-
naire, voc. Verrue.
Il porco (in latino verres) in atto di voler mangiare un grappolo
d'uva sospeso sulla sua testa era lo stemma parlante del comune di
Verrua: come appare dall'antico sigillo di esso comune (Cl a retta,
op cit., p. 233).
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Il luogo in cui stava il frammento me lo ha fatto cre-
dere moderno, essendo assai conosciuto che sopra la porta
del castello di Verrua si succedettero parecchie iscrizioni.
Tuttavia, a meno che si tratti d'iscrizione di cui non sia
rimasta memoria, o della quale io non abbia notizia, è fa-
cile riconoscere che esso frammento non può appartenere
a quella posta a scherno del Principe monferrino, nè a
quella che ne ripeteva il motto pungente rivolto al duca di
Feria (i); e nemmeno a quella innalzata per ricordare la
(i) h Nè m'affaticare) di spiegare il giubilo de poveri habitatori di
Verrua e luoghi circonvicini, essendo stati liberati sì gloriosamente d'
un assedio tanto fastidioso. Per contrasegno di questo volsero mutare
l'inscrittione intagliata già ne tempi antichi (nelle guerre seguite tra
Piemontesi, e Monferrini) sù la porta del Castello, ove si vedeva un
porco in piedi ch'apriva le fauci per aggiungere un grappolo d'uva
pendente sopra il suo capo, con questo motto:
QVANDO QVESTO PORGO PIGLIARA L'VVA
IL MARCHESE DI MONFERRATO PIGLIARA VERRVA,
e lasciare il corpo stesso solamente alterando alquanto il motto :
QVANDO IL PORCO PIGLIARA L'VVA
IL DVCA DI FERIA PIGLIARA VERRVA
(Relatione dell'assedio di Verrua, in Torino appresso Luigi Pizzamiglio,
MDCXXV, P-45)"- Questo libro fu tradotto in lingua francese e stam-
pato a Lyon nel M . DC . XXVI col titolo : Relation au vray particu-
lière, et ample de tout ce qui s' est faict iour par iour au siège de
Verrue, depuis le commencement du mois d'Aoust, iusques au dix-kui-
ctieme de Novembre, l'an 16*5-. V. pure Moreri', Le grand diction-
naire, voc. Verrue.
Il porco (in latino verres) in atto di voler mangiare un grappolo
d'uva sospeso sulla sua testa era lo stemma parlante del comune di
Verrua: come appare dall'antico sigillo di esso comune (Cl a retta,
op cit., p. 233).
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