Si
STUDIO DELLE PROPORZIONI
DELL'ANTICA CHIESA DI SANT'ANDREA
IN VERCELLI
Mi riconciliai alfine con Pitagora; e se nella mia gioventù
ho riso cordialmente de'fatti suoi, leggendo come egli per
annunziare al colto pubblico la sua famosa scoperta del qua-
drato dell'ipotenusa, balzasse fuori del bagno in camicia
(vogliono anzi i più che non avesse pur questa), davvero che
quella da me fatta nel fitto dello scorso gennaio, se mi fosse
capitata nel luglio, mi avrebbe forse condotto per analoga
aberrazione ad uscire in pubblico nell'abituale tenuta di
studio, vale a dire senz'abito, senza cravatta e senza cap-
pello. Ma la temperatura allora corrente mi richiamò tosto
ai sensi. Non contenderò certo con Pitagora nel merito e
nell'importanza dei rispettivi ritrovati: se il suo ebbe l'o-
maggio dei secoli, sarà molto se il mio avrà quello dell'in-
teresse di pochi. Ma, tregua allo scherzo, gli amanti dello
studio converranno meco, che son pure ineffabili le sod-
disfazioni dell'intelletto; niuna meraviglia pertanto che desse
travolgano talora l'uso de'sensi. Ma non abusiamo oltre
della curiosità dei leggitori.
6 — IV.
STUDIO DELLE PROPORZIONI
DELL'ANTICA CHIESA DI SANT'ANDREA
IN VERCELLI
Mi riconciliai alfine con Pitagora; e se nella mia gioventù
ho riso cordialmente de'fatti suoi, leggendo come egli per
annunziare al colto pubblico la sua famosa scoperta del qua-
drato dell'ipotenusa, balzasse fuori del bagno in camicia
(vogliono anzi i più che non avesse pur questa), davvero che
quella da me fatta nel fitto dello scorso gennaio, se mi fosse
capitata nel luglio, mi avrebbe forse condotto per analoga
aberrazione ad uscire in pubblico nell'abituale tenuta di
studio, vale a dire senz'abito, senza cravatta e senza cap-
pello. Ma la temperatura allora corrente mi richiamò tosto
ai sensi. Non contenderò certo con Pitagora nel merito e
nell'importanza dei rispettivi ritrovati: se il suo ebbe l'o-
maggio dei secoli, sarà molto se il mio avrà quello dell'in-
teresse di pochi. Ma, tregua allo scherzo, gli amanti dello
studio converranno meco, che son pure ineffabili le sod-
disfazioni dell'intelletto; niuna meraviglia pertanto che desse
travolgano talora l'uso de'sensi. Ma non abusiamo oltre
della curiosità dei leggitori.
6 — IV.