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ARCHEOLOGIA E BELLE ARTI
dappresso alla villa Monplaisir della signora contessa Bigliani
di Contan: è un prezioso monumento dell'arte bizantina,
a quanto pare dell'epoca longobardica.
Recente è il ritrovamento di due ripostigli di monete di
argento, l'uno di nummi consolari a Palazzo Canavese presso
Ivrea, e l'altro d'imperiali nei dintorni di Settimo Torinese;
ma di amendue i ripostigli si ebbe contezza troppo tardi
per impedirne la dispersione. Il ripostiglio di Palazzo, ca-
duto nelle mani di un idiota, aveva il peso di circa dieci
chilogrammi; e la maggior parte delle monete che lo com-
ponevano, tra le quali eran molti e di ottima conserva-
zione i denari dei monetari di Augusto, fu venduto qua
e là alla spicciolata, spesso a vilissimo prezzo: altre giac-
ciono tuttora, non viste da alcuno, chiuse in un sacchetto
e sottratte allo sguardo di chicchessia fino al giorno che
saranno divise tra coloro che ne reclamarono la proprietà.
— Molto minore (saliva forse a un migliaio) era il nu-
mero dei denari imperiali rinvenuti a Settimo: non più di
cento ne passarono per le mie mani, e ne acquistai ven-
tisette, che da Nerone andavano sino a Elagabalo. — Di
un terzo ritrovamento di monete imperiali, raccolte in una
piccola coppa a Garlasco , darò una descrizione nel corso
di questo volume.
Volendo anche tener conto di qualche epigrafe romana,
ricorderò che il cippo di Cherasco, trascritto a sproposito
nelle Iscrizioni dei Vagitimi da G. F. Muratori (pag. 73
n. 39) e correttamente dal Mommsen (n. 7678), fu dal suo
possessore, l'egregio ingegnere Garassini-Garberino, donato
al R. Museo di Antichità (maggio 1884). Fu parimente donato
al Museo dal signor Giovanni Gallo il frammento di lapide
edito dal citato Muratori a pag. 268 n. 223 bis. Di un cippo
ARCHEOLOGIA E BELLE ARTI
dappresso alla villa Monplaisir della signora contessa Bigliani
di Contan: è un prezioso monumento dell'arte bizantina,
a quanto pare dell'epoca longobardica.
Recente è il ritrovamento di due ripostigli di monete di
argento, l'uno di nummi consolari a Palazzo Canavese presso
Ivrea, e l'altro d'imperiali nei dintorni di Settimo Torinese;
ma di amendue i ripostigli si ebbe contezza troppo tardi
per impedirne la dispersione. Il ripostiglio di Palazzo, ca-
duto nelle mani di un idiota, aveva il peso di circa dieci
chilogrammi; e la maggior parte delle monete che lo com-
ponevano, tra le quali eran molti e di ottima conserva-
zione i denari dei monetari di Augusto, fu venduto qua
e là alla spicciolata, spesso a vilissimo prezzo: altre giac-
ciono tuttora, non viste da alcuno, chiuse in un sacchetto
e sottratte allo sguardo di chicchessia fino al giorno che
saranno divise tra coloro che ne reclamarono la proprietà.
— Molto minore (saliva forse a un migliaio) era il nu-
mero dei denari imperiali rinvenuti a Settimo: non più di
cento ne passarono per le mie mani, e ne acquistai ven-
tisette, che da Nerone andavano sino a Elagabalo. — Di
un terzo ritrovamento di monete imperiali, raccolte in una
piccola coppa a Garlasco , darò una descrizione nel corso
di questo volume.
Volendo anche tener conto di qualche epigrafe romana,
ricorderò che il cippo di Cherasco, trascritto a sproposito
nelle Iscrizioni dei Vagitimi da G. F. Muratori (pag. 73
n. 39) e correttamente dal Mommsen (n. 7678), fu dal suo
possessore, l'egregio ingegnere Garassini-Garberino, donato
al R. Museo di Antichità (maggio 1884). Fu parimente donato
al Museo dal signor Giovanni Gallo il frammento di lapide
edito dal citato Muratori a pag. 268 n. 223 bis. Di un cippo