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Cap. I.

GIGANTOMACHIA.

Tav. 1,1. Perugia, villa Bordoni: Dempster I. 70; Conestabile
Mommi, di Perugia tav. XLIV=LXX, 2; voi. IV p. 105 s. ; M. Mayer die
Giganlen und Titanen in der antiken Kunst (Berlin 1887) p. 565; 1. 0,60.
La rappresentanza è disposta sopra tre piani, non divisi però rigoro-
samente l'uno dall'altro. In quello superiore naturalmente non si vedono
che deità mascoline e femminili. Alla figura di mezzo, il cui viso,
ora distrutto, era barbato, spetterà il nome dì Giove. È vestito di chi-
tone e d'un piccolo panno che pende dal braccio sinistro, armato dello
scudo e nella d. alzata brandisce la spada. Ad ogni lato di lui combat-
tono due divinità femminili, come si rileva dai loro vestiti lunghi';
quelle a d. son munite ambedue di lancia, mentre a s. di Giove la prima
sta per scagliare in giù un proiettile ora distrutto, l'altra che segue, la
cui testa manca, tende l'arco e perciò deve denominarsi Diana. In
quanto alle altre tre, ci pare che manchino di contrassegni sufficienti
per dar loro nomi certi quali furono proposti dal Mayer. Finalmente fra
le donne, tanto a d. quanto a sin., si scorgono le teste e parte degli
scudi di due altre figure, una per parte, molto corrose, che paiono sol-
tanto abbozzate ed in ogni modo sono piuttosto generiche. Il piano di
mezzo contiene tre Giganti, uno de'quali anguipede. Questo, a d., sem-
bra già ucciso dalle due dee armate di lancia del piano superiore ; gli
altri due dalle forme umane, a s., son caduti, ma non di meno conti-
 
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