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Le Gallerie nazionali italiane: notizie e documenti — 3.1895-1896

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Le Gallerie Italiane
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Ricci, Corrado: La Galleria di Ravenna
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https://doi.org/10.11588/diglit.17328#0142
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V.

LA GALLERIA DI RAVENNA.

I. L'Accademia di Belle Arti di Ravenna fu fondata nel 1827. Proprio
in quell'anno, da Roma erasi recato là come professore di disegno nel
Collegio il bolognese Ignazio Sarti, artista un po' freddo di temperamento
e necessariamente accademico per la natura dei tempi, ma ragguardevole
per certa versatilità e per la nobile passione del lavoro e dell'insegna-
mento. La presenza di quell' uomo, entusiasta ed attivo, suggerì a mon-
signor Lavinio De-Medici Spada, Vicelegato di Romagna, l'idea di stabi-
lire in Ravenna un'Accademia « con principale intendimento di migliorare
i mestieri e di offerire un'utile occupazione alla gioventù ». — Occorreva
però l'approvazione del Legato, cardinal Agostino Rivarola, che si tro-
vava a Roma; e s'ebbe, perchè forse a lui garbava che si presentasse
qualche opportuna occasione per mascherare con facili assentimenti l'ira
sua, inestinguibile e feroce, contro i patriotti romagnoli che anelavano
alla libertà.

Infatti il nuovo istituto sorse, ed il fiero prelato vi fu ricordato con
una epigrafe di Pietro Giordani e con un busto scolpito dal Baruzzi.

Il Giordani scrisse allora : « I Ravennati per amor della patria tolsero
dalle case i più pregiati quadri e li depositarono nella Pinacoteca. Il Co-
mune diede tutte le suppellettili necessarie, e, in gesso, modelli classici,
alla scuola di scoltura e stampe alla scuola d'intaglio ». Effettivamente,
però, fu lo stesso Comune che offrì anche il primo e più notevole nucleo
di quadri, togliendoli al suo palazzo e alla sua biblioteca, mentre, nella
generalità, i privati non vollero denudare le loro case dei dipinti, che poi,
nei bisogni economici, vendettero all'estero. Infatti, dei trecento quadri
circa, tra grandi e piccoli, che allora furono esposti nelle sale, appena
l'ottava parte s'ebbe in deposito, e non tutti vi furono poi lasciati; tantoché
(anc'oggi che la raccolta per acquisti, doni o cambi è salita sino a quat-
trocento dipinti) non sono più di dieci!
 
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