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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 11.1901

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Pinza, Giovanni: Monumenti primitivi della Sardegna
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https://doi.org/10.11588/diglit.9304#0009
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MONUMENTI PRIMITIVI DELLA SARDEGNA

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HgaxXéa yevéo&ai.

De Mirabilibtis auscultationibus, 104 ed. "VV estenuami, pag. 31.

Tote (To lóXaog xataaxrjaag xù Tisgl xi)v ànoixittr,
xcd xòv Jai&aXov è/ 7ijf Zixe'Aia; fÀSxansfirpafÀSvog,
xaxeoxevuoev sgya no'h'kù xai ueydka pé^oi xù>i> vvv
xaiQÙiv óoa^iévoì'xa xai ano xov xaxaaxsvdauvxog Jai-
òd'Aeia xaAovfJEi'a.

Diodoro Siculo, IV, 30.

Cenno preliminare.

La posizione della Sardegna nel centro del Me-
diterraneo, lungi dalle spiaggie del continente, colle
coste settentrionali ed orientali montuose, i piani mal-
sani e l'interno intersecato da numerosi corsi d'ac-
qua impetuosi ed impraticabili nelle stagioni piovose,
fa sì che l'isola, ad eccezione di pochi centri vicini
al mare, resti fuori del movimento sociale che si agita
nelle regioni all' intorno ; stato di cose che dovette
maggiormente verificarsi nell'antichità per diverse ra-
gioni.

In opposizione a queste condizioni, che avreb-
bero dovuto favorire lo sviluppo degli elementi locali,
sembrerebbe il fatto che nelle epoche storiche come
nell'attuale non si ha alcuna traccia in Sardegna di
uno stile artistico proprio di quest'isola; ma ciò si
deve quivi probabilmente al continuo succedersi di
dominatori, i quali vi lasciarono ciascuno dei propri

monumenti, la cui superiorità, unita alle condizioni
politiche sfavorevoli all'arte indigena, fece sì che
questa inaridisse completamente.

La improduttività artistica dei sardi, incominciata
forse sotto la dominazione punica, si accentuò sotto
il dominio romano e da allora in poi mai più è ces-
sata e solo oggi accenna a volgere al suo termine;
essa però contrasta apertamente colle migliaia di mo-
numenti megalitici e cogli oggetti che vi si ricolle-
gano, i quali dimostrano che vi fu un tempo in
cui i Sardi, per ciò che riguarda almeno V archi-
tettura e la metallurgia, potevano gareggiare colle
civiltà coeve non solo dell'occidente, ma anche dell'o-
riente del Mediterraneo. Ora quest'epoca di floridezza
e di indipendenza per l'isola era assai poco conosciuta
dagli archeologi.

Gli scrittori che avevan trattato le questioni rela-
tive ai nuraghi ed alle tombe di gigante prima della
comparsa del lavoro classico del Lamarmora ( Voyage en
 
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