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FIDIA IN ETRURIA

Se non lui precisamente, certo ii riverbero dell'arte
sua.

È nota, e da tutti ammessa, l'influenza dell'arte
attica sui monumenti etruschi, a partire dalla seconda
metà del sec. V av. Cr. In generale assistiamo a questo
fenomeno, che al predominio della corrente ionica nel
periodo precedente, subentra, netto, dopo il vasto
Rinascimento ellenico con centro ad Atene successivo
alle guerre persiane, l'influsso dello stile attico nelle
sue varie manifestazioni. Ciò si osserva infatti nella
scultura, come nelle megalògrafie tombali e nei vasi
dipinti di fabbrica paesana. Miti e forme che avevano
arricchito il repertorio degli artisti ellenici, ricorrono
- con le naturali e giustificabili alterazioni - nelle opere
etnische, per lo più industriali, che fortunatamente in
gran copia sono giunte sino a noi. E se ancora di esse
non fu tentato uno sfruttamento organico e intensivo,
con lo scopo di concorrere a ricost ituire la meravigliosa
tela delle leggende e delle loro espressioni figurate,
spesso distrutte ad un tempo con i più celebri capola-
vori, si deve al fatto che, mancando le raccolte sistema-
tiche delle serie monumentali scoperte, possiamo assai
di rado compiere gli opportuni accostamenti e farne
scaturire nuove esegesi. Talvolta tuttavia, senza alcuno
sforzo, la fortuna ci assiste con l'offrirci insperati raf-
fronti e derivazioni ; ed allora noi sentiamo più forte
il rammarico che non si sia ancora riusciti in Italia a
compiere la indispensabile coordinazione delle ricerche
e degli studi archeologici fra i diversi Istituti, al fine
di offrire agli spiriti eletti - che oggi di questo solo vi-
Monumenti Antichi — Voi. XXVII'.

vono - tanta parte dell'antica ed eterna bellezza, tut-
tora frammentaria e dispersa ma non perita.

Io vorrei, con la presente monografia, richiamare
l'attenzione degli studiosi sopra un gruppo di monu-
menti figurati etruschi, alcuno dei quali insufficiente-
mente edito o mal noto, qualche altro addirittura
inedito, che possono essere in relazione col genio fidiaco,
e perciò giovare alla comprensione dell'opera del grande
maestro attico, la quale - per non essere giunta mate-
rialmente integra sino ai moderni esteti ed esegeti - ha
dato luogo ad una quantità di discussioni, spesso però
vacue ed infeconde. Fidia pertanto va qui considerato
come un simbolo luminoso, come un polo artistico in-
tomo a cui gravitano motivi, schemi, tipi, atteggiamenti,
i quali rappresentano insieme le direttive e le voci della
sua anima d'artista lanciate ai secoli futuri.

I monumenti che io ora esamino e coordino alla luce
di quella particolare corrente dell'arte attica, profonda-
mente impregnata dei precetti pittorici della scuola di
Polignoto, e che ebbe come il più alto rappresentante
Fidia, sono umili manufatti al confronto della magnifi-
cenza divina che dovevano ispirare le sue più famose
sculture ; ma se riusciamo a percepire e a giustificare
la loro idea informatrice, pur sotto alla rozza veste pro-
vinciale, spero che essi potranno apportare qualche con-
tributo per la ricostituzione a grandi linee dell'opera nau-
fragata nei secoli. Si tratta insomma di rigagnoli dispersi
e intorbidati, non piìi capaci di formare un fiume, ma
nei quali trascorre la medesima linfa originaria di una
superba corrente.

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