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Wilpert, Joseph
I sarcofagi Cristiani Antichi (Band 1,1): Testo — Rom, 1929

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https://doi.org/10.11588/diglit.1341#0087
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§ I. - Staine 'olmate del Buon Pastore

CAPO II.

RAPPRESENTAZIONI STATUARIE DEL BUON PASTORE.

Nell'orto della basilica di S. Crìsogono in Trastevere
esisteva ancora nel secolo decimosettimo una piccola base
rotonda, oggi scomparsa, la cui iscrizione ci insegna che
uno scultore romano, Fl(avius). Tertullus, eie arte sua aecle-
siae domali posuìt. La statua posta su di essa era quindi di
soggetto sacro, e molto probabilmente d'un Buon Pastore,
perchè la base era foggiata « a colinelle », per indicare monti
e pianure '.

Le statue del Buon Pastore sono relativamente rare. Ben-
ché non entrino in un corpus sarcophagorum, riprodurremo
almeno le principali, tanto più che pur esse ci daranno occa-
sione di constatare un influsso palpabile dell'arte romana sul-
l'arte greca. Perciò le abbiamo riunite in una tavola (LII),
dandole nello stato in cui ci sono pervenute. Faremo pre-
cedere le statue che si sono conservate a Roma.

§ I. - Statue romane del Buon Pastore.
1-2.- Statue del Museo lateranense.

La più antica statua del Buon Pastore è quella notissima
del Museo lateranense, che è anche la più bella dì tutte
(tav. LII, i). Nello stato attuale ha un'altezza quasi d'un
metro (0,92). La conservazione lascia a desiderare. Sono
di restauro: le gambe fin sopra le ginocchia con la parte
inferiore della tunica, le braccia colle mani che reggevano
le zampe della pecora, particelle nel mento, nelle labbra,
nell'occhio sinistro con un po' della fronte accanto, la testa
e la coda della pecora (fig. 29). II restauro, molto simpatico
dal punto di vista artistico, si deve ad un abile scultore che
seppe conservare all'opera il carattere antico, limitandosi
nella sopralavorazione al volto, dunque allo stretto necessario.
Con tutto ciò bisogna rimproverargli che per i calzari si
servì della figura d'un pastore del iv secolo inoltrato, cioè
di quello tre volte ripetuto sul sarcofago di Pretestato,
mentre la statua è al più tardi della fine del secolo 11. A
tale datazione non contraddicono le tracce del trapano,
visibile specialmente nella capigliatura e nella lana, essendo
noto che l'uso del trapano cominciò sotto Marco Aurelio.

II tipo del Buon Pastore corrisponde in tutto a questa
età remota. « Veste tunica esomide; porta lo zaino pendente a
tracolla...; stringe con le mani d'ambe le braccia ripiegate ìn
alt') le zampe dell'agnello...; ha capelli inanellati in lunghe
ciocche e fattezze giovanili, (piasi apollinee, d'espressione e
sguardo dolcissimi ». Così G. B. de Rossis. Proviene forse

da un santuario sotterraneo, dove s'è potuto salvare, e proba-
bilmente dalle catacombe, essendo il carattere simbolico
della figura anzitutto funerario. Nella « spelunca magna »,
le cui origini risalgono alla metà del secolo 11, esiste difatti
una nicchia dell'altezza proporzionata ad una statua come
la nostra, e una simile si trova nel monumento sotterraneo
del tempo di Costantino, che io ritengo per un battistero1'.

Se la ricostruzione della statua dovesse^eseguirsi oggi,
sarebbe necessario mettere due pecore ai suoi piedi, ovvero,
il che è meno probabile, una
pecora e un albero, per dare
ìn tal modo alla statua mag-
giore solidità e un giusto com-
plemento. Fra due pecore
mostravano il Buon Pastore le
statue di bronzo dorato, che
Costantino fece collocare in-
sieme con quelle di Daniele fra
i leoni, nelle piazze pubbliche
di Costantinopoli quale deco-
razione delle fontane: « Si ve-
dono », scrìve Fusebio, « sulle
fontane erette nel mezzo delle
piazze le immagini simboliche
del Buon Pastore, notissime
aì conoscitori delle divine pa-
role, e quelle di Daniele fra i
leoni, fuse in bronzo e splen-
denti di lamined'oro •■'. Per la
statua del Buon Pastore posto Fig. 29.

fra una pecora e un albero

merita di essere riprodotta la base inedita d'un Ermete erio-
foro del secolo 11, che trovai nel cortile dell'Emma (fig. 30).
La stessa disposizione offre pure l'immagine del Buon
Pastore graffita su una lastra di marmo aderente ancora al suo
loculo nel secondo piano del cimitero di Priscilla'1. Fra le
sculture nessuna ci mostra il gruppo chiaramente espresso;
le rappresentazioni del Buon Pastore fra due pecore sono
invece così numerose, che ci sembra inutile citarne esempi.

Oltre la statua descritta, il Museo lateranense ne possiede
una un po' più bassa (0,82; fig. 31 e tav, LII, 5). Sul
principio del secolo scorso ambedue appartenevano alla
collezione di Agostino Mariotti, nel cui catalogo manoscritto
la seconda statua è registrata colle parole seguenti: « Pastor

' Ili: Rossi, S'urii.t drì Buon Pus/ore, in lìttUctt. i

' Vedi Wilpebt, '';i battistero ■ ad Nymphas b. Petri»
Pomi). Accad,, 1924, taw, I e il.

1RS9, p. 139. ' Vita Constant., NI. 49: Ni'.lKl-L, p. 98.

1 WlLPEKT, Fruitili punii. Ila: oliati- Dur.ilit/iiii- i/o- c.tihtiristklien Opfers
1 Rendiconti della in der 1 Cappella ■jn.vj . l-'iriluirs:, iS.,5, p^ina JcSIli dedica. I! t-razioso

gruppo è riprodotto secondo una fotografìa presa dal vero.
 
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