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Wilpert, Joseph
I sarcofagi Cristiani Antichi (Band 1,1): Testo — Rom, 1929

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https://doi.org/10.11588/diglit.1341#0116
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Capo III. - Rappresentazioni del Buon Pastore Sui rilievi

posteriore della pecora carezzata rimase al campo vicino,
con le strigili.

A causa dell'altezza delle figure rappresentate nel centro
e nei due campi angolari, gli specchi strigliati, che le sepa-
rano, sono divisi in due registri, il che aggiunge bellezza
all'aspetto generale delle sculture. Agli angoli due apostoli
imberbi e di altezza notevolmente ineguale, stanno davanti
alle porte merlate della città celeste, ambedue rivolti al centro,
verso cui erano stese le destre distrutte. L'apostolo più

grande faceva il gesto d'acclamazione, diretto al Buon
Pastore, l'altro il gesto d'invito, diretto alla pecora carezzata
come indicano la destra abbassata e l'atteggiamento della
figura intiera con la testa un po' inchinata in avanti. Ecco la
ragione perchè questo apostolo è più piccolo del suo riscon-
tro. Esso dà insomma il benvenuto all'anima del defunto
{o della defunta) arrivata or ora alla città celeste, al paradiso
I pregi artistici delle sculture sono tali da poter ascri-
verle con ogni certezza alla metà incirca del secolo iv.

APPENDICE I.

OSSERVAZIONI GENERALI SUI RITRATTI DEI DEFUNTI
NELL'ARTE FUNERARIA.

Gettando in ultimo uno sguardo sui ritratti di semplici
fedeli, che abbiamo incontrati e su quelli in genere, troviamo
che sulle pitture essi sono relativamente rari. Citiamo, p. e.,
il busto notissimo della proprietaria del cubicolo detto di
Oceano, nel cimitero di S. Callisto: il suo ritratto fu ese-
guito a parte su tela e poi applicato al torso dipinto a fresco
sulla vòlta del cubicolo stesso e fissato con chiodi ancora
visibili, mentre la tela è distrutta. II busto ha una cornice
quadrangolare, ma semplice.

Più ricco è il busto dell'orante in un affresco che scoprii
nel cimitero di S. Domitilla ' : è dipinto in un trittico con
sportelli aperti, simile a quello d'uno dei bellissimi stucchi
della « Farnesina », dove una donna mostra un trittico aperto
a due altre che lo guardano con grande attenzione %.

Nella scultura i ritratti di defunti sono invece cosa ovvia.
Spesso sono rappresentati a forma di busti, e questi si tro-
vano: i° davanti ad una tenda sorretta da putti alati o da Vit-
torie 3, una volta da personaggi in abiti sacri 4, altra volta
semplicemente appesa0; 2° dentro un clipeo di solito inca-
stonato nell'urna del sarcofago0, più di rado sul coperchio7;
30 dentro una conchiglia, parimente inserita nell'urna3, una
volta nel coperchio '•'; 40 dentro un clìpeo imitante alquanto
la conchiglia ,0.

I busti sono isolati, ovvero accoppiati, nel quale caso
rappresentano quasi sempre marito e moglie deposti nel sar-
cofago. Raramente i busti sono dentro corone d'alloro. Un
esempio straordinario ci è offerto da un coperchio rotto, aluiini
pezzi del quale sono murati nell'atrio dell'Episcopio di Ostia,
che io ho ricomposti, colmando le lacune {tav. LXXXIV, 1):

ivi i busti di marito e moglie sono sorretti dalle proboscidi
di quattro elefanti. Il giusto disegno di questi quadrupedi
prova che l'artista li ha copiati secondo natura. Senza dub-
bio ne avrà veduto scaricare dalle navi per i giuochi nel
circo. Rari sono infine anche i busti dentro cornici tempe-
state di perle e pietre preziose, come quelle d'un sarcofago
del Museo di Arles (tav. XI, 4).

Essendo inseriti nel corpo del sarcofago, i clipei non
hanno bisogno di essere sorretti; ma tanta era l'abitudine di
impiegare putti e Vittorie, che questi graziosi facchini si
vedono anche, sebbene di rado, come portatori di clipei".
Le conchiglie non sono mai sorrette.

Le teste furono ordinariamente soltanto abbozzate, per
essere poi terminate secondo i ritratti dei compratori. I
numerosi busti non finiti ci obbligano a supporre che fos-
sero spesso, se non sempre, terminati in pittura su un fondo
leggero di stucco oggi scomparso, altrimenti sarebbe stato
inutile scolpirli1!. L'esecuzione di questi ritratti fu resa più
facile dal fatto, che in molti casi essi già si trovavano pronti
nelle «imagines clypeatae » appese nell'atrio delle case dei
nobili e ricchi: bastava staccare quella che si voleva scolpire
sul sarcofago e copiarla.

Una menzione speciale merita il ritratto d'una vergine,
che occupa il centro della fronte d'un sarcofago del Campo-
santo di Pisa (tav. LXXXIII, 3): è uno di quelli che furono
terminati in pittura. Il busto possiede ancora il piedistallo
che lo rendeva trasportabile; poteva quindi essere collocato
dovunque. La scultura è, al più tardi, del principio del
secolo in ".

1 WilpEht,/)i> KatttkiimbenQemiihl, imi/' iltri' alita K„pìca, l'rciburg, 1891,
tav. XXIV, 1.

' Fotografa [667 del Muko delle Terme.

J Garhucci, tavv. 398, 31331, t; 338,4; 384, 1; 385, 2; 394, 7 e 81398, 2.

• lhid.. tav. 3t6, 4.

:- Ibid,, tav. 385, 3.

'■ Ibid., tavv. 304, 1; 3S7j 1-3; 358, 1-2; 359, 1; 360, 1-2; 363, 2 e 3;
364, 1-3; 366, t-a; 395, 3; 403, 1.

7 Ibid., tav. 351, 4.

• Ibid., taw. 357,4; 358,3; 359,2:363, 11365,11366,3; 367. '"3-

" Ibid., tav. 384, 3.

10 Ibid., tavv. 329, 1; 358, 1; 364, a; 365, 2; 402, 3 e V. 4°3> 3-
" Ibid,, taw. 365, 2; 402, 3.
" Lo stesso deve dirsi delle tabelle delle iscrizioni, che spessissimo

" Il 8

> .f,,.

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