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Wilpert, Joseph
I sarcofagi Cristiani Antichi (Band 2,1): Testo — Rom, 1932

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https://doi.org/10.11588/diglit.2081#0103
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Capo NI- - Dwftgut

mboii di Cristo

CAPO XI.

DUE FIGURE E DUE SIMBOLI DI CRISTO.



dell'arte cristiana antica di prefigurare in

soggetti de] Vecchio Testamento scene particolarmente im-
portanti del Nuovo, gli artisti, s'intende sotto l'influsso di
dottori, crearono due ligure e due simboli di Cristo Tutti

e quattro i soggetti appartengono all'èra della pace. 1 due ul-
timi sono rarissimi; se ne conosce finora un solo esempio
nell'arte gallica; ne tratteremo in secondo luogo.

I due tipi di tristo. Elia rapito in cielo sol carro di fuoco,
ed Ezechiele che rida la vita alle « ossa arida •, sono, invece,
più frequenti. Il significato di ambedue le scene, già in sé
molto chiaro, fu dagli artisti stessi reso anche piii manifesto,
dando tanto ad Elia quanto ad Ezechiele i tratti caratteristici
che distinguono il Cristo sulle sculture fui dal ITI secolo,
cioè volto imberbe e capelli piti r> memi lunghi e boccolati.
Questi particolari hanno per Elia ima stila eccezione, su di un
frammento latcranense, mentre Ezechiele che si trova (piasi
seivpie iris ie II se i- -.-'.:'!!■
identico a Cristo, cosi da escludere ugni dubbio sulla inten-
zione degli artisti di voler rappresentare il profeta quale tipo
di Cristo.

Entramhe le composizioni sono romane e furono ripro-
dotte anche dall'arte provinciale, sebbene di rado: Elia una
volta in Arles, Ezechiele una volta in Africa.

§ I. - Ratto di Elia.

II ratto di Elia appare su sei sarcofagi, noti da molto
tempo ', Il suo posto ordinario è unii dei fianchi, dì solito
il sinistro; una volta, in un frammento di sarcofago a cinque
scompartimenti del Museo di Arles, l'angolo sinistro della
fronte.

Come tutte le altre corse, p. e. di Faraone, del Sole ecc.,
cosi pure quella di Elia si effettua verso destra. La scena
rimane, in sostanza, sempre la stessa: Elia, vestito di abiti
sacri, sta in una quadriga, e rivolto ad Eliseo, pure esso in
abiti sacri, tranne una eccezione, gli porge il pallio che questi
accoglie rispettosamente sulle mani velate. La composizione
quindi corrisponde poco al racconto biblico'. Anzitutto l'ar-
tista non tenne conto del fuoco di clic- erano carro e eavalli:
questi sono focosi, ma non di fuoco, quello è una quadriga
d'aspetto comune. Il pallio poi non cade da se, come dice
a due riprese il sacro testo, ma viene consegnato, ostenta-
tamente, da Elia ad Eliseo.

E invero il pallio non è un capo qualunque di vestiario.
Quando il profeta, in compagnia di Eliseo, fece la sua ul-
tima passeggiala sulla riva del < ! lordano, prese il pallio e pie-

i;ìa,i

513'A'J

gatolo, ne percosse le acque, i quae divisae sunt in utram-
que partem et teansicrunt ambo per siccum ■ *. Dopo la
sparizione di Elia, Eliseo ripetè l'atto con il medesimo ef-
ii iti (Juisto atto e rappresentino solamente sul frammento
or ora citato del Museo di Arles {tao. CLXXXXVUt, i).
Ivi, per mancanza di spazio, il rutto di Elia è diviso in due
parti, distribuite in due zone sovrapposte l'una all'altra: quella
superiore mostra il profeta nel momento di consegnare il
pallio; nella zona inferiore Eliseo, calvo e barbato, apre, come
dì solito, il seno del suo pallio, per ricevere il legato prezioso,
e, accanto, tocca con esso le aeque del Giordano, indicate
da alcune onde. Dietro Eliseo sta un personaggio sacro e
imberbe, che culla sinistra si rione un rotolo e tiene la destra
alzata. E uno dei » filli prophetarum », che assistono al ratto
di Elia come spettatori. 1 ìi personaggio identico si vedeva
sul sarcofago murato nell'altare della Madonna della Co-
lonna « ivi acclamava, col gesto della destra, Elia ( fin. tiiiì,
p. 184). Sul sarcofago del Louvre (tav. LXXXII, 3) e su
quello di S. Ambrogio (tao. CLXXXIX, 2) i . filii prophe-
tarum » emergono col solo busto, come figure secondarie.

Sotto forma di onde il Giordano si presenta pure sul sar-
cofago latcranense 193 (tav. CLXXXXX, 6) e su quello or
ora menzionato di S. Ambrogio, dove l'artista ha collocato
sulle onde l'arca di Noè.

La sua espressione classica, sotto forma di personificazione
del fiume, il Giordano la trovò su tre monumenti; sul fram-
mento di Arles, sul sarcofago oggi del Louvre e in quello
sottostante all'altare della Madonna in S. Pietro; è un uomo
sdraiato, mezzo nudo, mezzo coperto d'un manto, con barba
e capelli lunghi (fig. 106, p. 182). Sul frammento di Arles ha
la destra abbandonata sul ginocchio, e nella sinistra tiene una
cornucopia. Snidile sarcofagi, egli prende parte al ratto, fa-
cendo con la destra alzata e stesa verso Elia il gesto di omag-
gio, non di «sorpresa», come si dice generalmente; nella
sinistra stringe o un timone 0 una canna, appoggiandosi,
entrambe le volle, ad un'urna versante acqua. Alcune canne
ne! fondo caratterizzano il terreno palustre.

Solo sul frammento latcranense 151 A la corsa muove
dall'aperta campagna, indicata da due alberi, da arbusti e da
una pecora pascolante, che alcuni scienziati presero per un
orso, malgrado la lunga coda \ A tale stranezza diede incen-
tivo il racconto degli orsi che divorarono i ragazzi insultatori
della calvizie di Eliseo. Rappresentanti di questi ragazzi gli
stessi autori videro nei due che, fra gli alberi, assisti
al ratto. Ambedue erano però di stucco, vale a dire di fat-
tura moderna. Quando, a mia domanda, furono tolti

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