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Alberti, Leon Battista; Bartoli, Cosimo [Übers.]
Della architettura, della pittura e della statua — Bologna, 1782

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https://doi.org/10.11588/diglit.1558#0382
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l4o

DELLA ARCHITETTURA

in modo 1» muraglia , che sé bene quanto à fondamenti ella non dia petj, cos
male, le mura nondimeno stieno di maniera, che ancora che elle desidetinò
gli ornamenti, non polsino per modo alcuno diventare pi» eccellenti, o pra
garbate per leggiadria d' adornamenti ; come sé e' non si fulse curato nelle mil.
ra di cola alcuna, salvo di farle per reggere i tetti , non havendo lasciato co.
sa alcuna in alcun luogo dove si polsino accomodare convenientemente, & co„
ordine didimo, o la dignità de le colonne, o lo ornamento de le llatue, o la
maiestà de le tavole, & la bellezza de le pitture, o la delicatezza de li into.
nichi. Simile à quello mancamento, & quali suo congiunto, è quello, quando
litri nelle cose che si hanno a fare non dura il più che può fatica di vedere ch«
con la medesima spesa elle si faccino oltra modo bellilsime, & che habbmo
maiestà grandilsima . Conciosia che certamente nelle forme , & nelle figure de
gli edificìi si trova una certa eccellenza, & una certa gratia di natura, che de.
ila gli animi de gli huomini, & si conosee subiro sé ella vi è , & non vi es.
sendo vi si derìderà grandilsimamente , & gli occhi mainino per lor naturi co-
noseono, & desiderano il bello, & la leggiadria, & in quella cosa son difficili,
& fastidiosi à contentarli. Ne so io , donde si proceda , che e' pare che e' de-
siderino molto più quelle cose, che vi mancano, che ei non lodano quelle
che vi sono di buono , percioche continovamente cercano quel che vi si polla
arroggere, per far la cosa più splendida & più gratiosa, & rellano osfesi, sé
non veggono che vi ila polla tanta fatica, & tanta indullria di arte, quan-
ta habbi posiuto porvi uno accuratiisimo , accortilsimo , & diligentiilimo
maellro. Oltra di quello non sanno dire da che cosa reslino alcuna volta offesi,
sé non da quello solo che e' non hanno da potere satiare totalmente, ne adem-
pire lo sfrenato desiderio , che egli hanno di vedere una smisurata bellezza. Le
quali cose essendo coli, sarà certamente bene di sforzarli per quanto noi pollia-
mo, con ogni lludio , opera, & diligentia, che quelle cose che noi muriamo, sie-
no ornatilsime, & quelle maisimo che ognun delidera sieno addome ; nella quale
specie sono le muraglie publiche, & massimo le sacre , percioche e' non sata
nelsuno , che polsa sopportare , che elle stieno ignude di ornamenti . Sarà di-
fetto ancora sé gli adornamenti, che si aspettano à gli edifitii publici , tu gli
accomoderai à privati, o quelli che si aspettano à privati, tu gli applicherai à
le muraglie publiche, & massimo sé nella loro specie saranno cole minime,
sé elle saranno da non dover durare, come sé alcuno ne gli edifitii publi-
chi applicala pitture mal fatte, caduche, & fracide, conciosia che le cole
publiche hanno à edere eterne . Et è ancora difetto aitai grave, il che veglia-
mo accadere à certi seiocchi, che non hanno à fatica cominciata una mu-
raglia, che la dipingono, & vi mettono (lame, & adornamenti in quantità,
onde adviene che quelle simil cose son guade & rovinate avanti che sia finita
la muraglia ; e' bisogna haver finito coli ignuda tutta la tua muraglia avanti
che tu la veda di ornamenti, & l'ultima colà sarà lo adornarla . Alla qual
cosa l'occasione de tempi, & de le cose, & la facoltà ti li prederà allhora
nella fine da poterlo farle comodisfimamente, & senza alcuno impedimen-
to . Ma io vorrei che gli adornamenti che tu ci metterai, fussino in gran
parte talmente satti, che vi si fullìno affaticate divede, & più mani di
mediocri artefici. Ma sé pure tu ve ne volerli alcuni più eccellenti & pi"
rari come statue, & tavole, come fumo quelle che di Fidia, & di Zeusi, Per
«(Ter tenute rarillime, è bene collocarle in luoghi rarissimi, & honoratilsimi • 1°
non lodo quello Dioceo Re de Medi , che accerchiò la Città Ecbatana di fe|'
te circuiti di mura, & gli fece di variati colori , che alcuni fussino rodi, al-
cuni giallicci, altri coperti d' argento, & altri d' oro ancora. Ho in odio an-
co Caligula che haveva la dalla di marmo, & le mangiatoie di avorio. L'
cose che edificava Nerone, erano tutte coperte d" oro, & commesse di gemn,e-
Eliogabalo fu più pazzo, che ammattonò le danze di oro, & si doleva che non
 
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